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Cronaca | 20 giugno 2024, 11:42

Condanne tra uno e gli otto anni per la banda accusata di oltre 60 furti in abitazione nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria

Colpi anche a Treiso e Cherasco tra i numerosi portati a termine dall'organizzazione che ricorreva a targhe clonate e al sistematico cambio di colore delle auto utilizzate attraverso la tecnica del "wrapping"

Operazione “Pater Familias”: il Tribunale di Asti condanna gli indagati a pene che variano tra uno e otto anni di reclusione

Operazione “Pater Familias”: il Tribunale di Asti condanna gli indagati a pene che variano tra uno e otto anni di reclusione

Tra il 26 luglio e il 13 settembre dello scorso anno, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo dei Carabinieri di Cuneo avevano tratto in arresto 9 persone in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP presso il Tribunale di Asti ritenendole responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, all’indebito utilizzo di strumenti di pagamento e alla falsificazione di targhe, contestando loro la commissione di ben 64 furti in abitazione commessi nel Cuneese e in provincia di Alessandria e Asti nel periodo compreso tra il dicembre del 2022 ed il luglio del 2023.

Le investigazioni, in particolare, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, avevano dimostrato come gli indagati avessero costituito un’associazione strutturata, ove ognuno aveva compiti predefiniti sia nella commissione dei furti che nelle attività collaterali come l’elusione delle investigazioni mediante la periodica bonifica dei veicoli in uso e la fittizia intestazione dei mezzi a proprio nome. Era stato altresì evidenziato l’uso di targhe clonate (nel corso delle indagini era stato censito l’uso di 23 targhe false) ed il sistematico cambio di colore delle autovetture attraverso la tecnica del wrapping, cioè applicando delle pellicole adesive sulla carrozzeria.

Lo scorso 14 giugno il Tribunale Ordinario di Asti - Ufficio del GIP, in sede di giudizio abbreviato, ha condannato:

− AUDISIO Cristiano alla pena di anni 8 e mesi 4 di reclusione ed Euro 4.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena;

− AUDISIO Luigi Misha alla pena di anni 6 e mesi 6 di reclusione ed Euro 3.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena;

− SACCO Carlo alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione ed Euro 3.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena;

− PULIGA Francesco alla pena di anni 5 e mesi 6 di reclusione ed Euro 2.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento in carcere, dichiarando l’imputato interdetto sine die dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena;

− CARNAZZA Antonino alla pena di anni 1 e mesi 10 di reclusione ed Euro 4.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali;

− DE COLOMBI Devis alla pena di anni 1 di reclusione ed al pagamento delle spese processuali;

− CARTELLO Noemi alla pena di anni 1 di reclusione ed al pagamento delle spese processuali.

AUDISIO Cristiano, AUDISIO Luigi Misha e PULIGA Francesco sono stati condannati anche al risarcimento dei danni, morali e materiali, alle parti civili.

Altri due indagati sono, al momento, irreperibili sul territorio nazionale. È bene, inoltre, ricordare come quella in esame sia solo la sentenza di primo grado, ragione per la quale gli imputati debbano ancora considerarsi innocenti sino all’emanazione di una sentenza di condanna definitiva.

"La sentenza di cui trattasi – si rimarca dal Comando provinciale dei Carabinieri di Cuneo –, ottenuta grazie, se non soprattutto, alle querele presentate dalle vittime, assolutamente necessarie per l’instaurazione del procedimento penale, costituisce una sia pur parziale e limitata risposta alla preoccupazione della popolazione, e alla correlativa richiesta di incremento della sicurezza, per un fenomeno quale quello dei furti in abitazione e delle truffe in danno di anziani, che rappresenta una piaga sociale che attanaglia il territorio".

C. S.

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