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Attualità | 20 giugno 2024, 07:00

Bruno Bertero sui paesaggi patrimonio Unesco: "Dobbiamo cambiare modelli e strumenti di promozione"

Il direttore dell'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e dell'Atl locale anticipa i temi che verranno discussi a Grinzane, venerdì 21 giugno, all'interno del Food e Wine Tourist Forum

Le Langhe rappresentano la zona più conosciuta dai turisti stranieri

Le Langhe rappresentano la zona più conosciuta dai turisti stranieri

I dieci anni dal riconoscimento del Patrimonio Unesco possono essere visti come un grande traguardo, ma anche come una lente, una prospettiva, un insegnamento su cosa è stato fatto e su cosa si deve e si potrà fare in futuro, in termini di ricadute, programmazioni e priorità.

Bruno Bertero, nella duplice veste di direttore dell'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e dell'Atl guarda avanti e punta a procedere su una linea nuova per la promozione turistica: "Gli strumenti attuali non bastano più".

Il decennale del riconoscimento Unesco che valore ha?
Il decennale ci mette nella condizione di poter ragionare su cosa è stato fatto: quando è partito il percorso verso il riconoscimento non si aveva la consapevolezza di dove si sarebbe arrivati. E quindi oggi possiamo valutare quale è l'impatto reale economico culturale, ambientale sul nostro territorio. Rappresenta un modo per interrogarsi sul futuro di Langhe. Roero e Monferrato”.

Ecco, che cosa saranno i prossimi 10 anni?

Ne discuteremo nel Food e Wine Tourist Forum, all'interno del quale venerdì 21 giugno, al castello di Grinzane Cavour, una giornata sarà dedicata al tema Unesco tra valore, tutela e innovazione, ma lo faremo attraverso la lettura di dati, informazioni, misurabilità delle ricadute con una visione legata al futuro e al piano di gestione dei nostri territori, soffermandoci su quali saranno i risultati che ci auspichiamo nei prossimi anni”.

Possiamo avere qualche anteprima di quello che emergerà?
L’aspetto che colpisce è quanto i nostri paesaggi vitivinicoli siano conosciuti all’estero, quanto il riconoscimento Unesco sia forte e quanto, invece, si debba lavorare sul mercato interno. Gli stessi residenti non hanno la consapevolezza e non comprendono il grande potenziale di questo riconoscimento. La visibilità internazionale è il valore strepitoso di questi dieci anni”.

Qual è l’approccio con cui bisognerà muoversi alla luce delle analisi?
Bisogna innanzitutto non smettere di guardarsi attorno e di comprendere che cosa hanno fatto gli altri. Quindi il Forum è l'occasione per ascoltare le buone pratiche, per capire cosa vogliamo fare contro il cambiamento climatico, sul piano della salvaguardia della cultura di questo territorio che è alla base del riconoscimento Unesco. Dobbiamo guardare anche ai flussi turistici, non come a un continuo aumento dei numeri, ma con l'idea di una gestione del modello di destinazione, che dovrebbe essere generale”.

C’è anche una tema di zone che sono meno conosciute e visitate?
Le analisi che abbiamo fatto ci hanno fatto capire come il livello di conoscenza delle zone sia diverso, le Langhe hanno sviluppato un maggiore turismo rispetto al Monferrato, per esempio, e hanno una riconoscibilità maggiore. La sfida è ambiziosa, ma molto semplice: con quale strumento allora si gestiscono i territori per migliorare la situazione e avere un quadro unitario? Non è sicuramente un’associazione”.

E qual è?
Stiamo indagando a livello nazionale, stiamo cercando di capire. I modelli sono diversi, potrebbe anche essere una fondazione. Però il tema non è quello. Il tema è quali sono le risorse che l'eventuale strumento avrà a disposizione e quali saranno i modelli di promozione”.

In cosa deve migliorare il modello attuale?
Ha rappresentato un modello validissimo in termini di credibilità in campo internazionale, ovunque andiamo il modello Alba, Langhe, Roero, Monferrato è riconosciuto, ma a livello territoriale non è funzionale né innovativo. Dobbiamo ragionare su temi: la disseminazione dei valori Unesco, la formazione del personale, il valore del prodotto, del territorio della cultura, come valori di eccellenza. Sono i cinque elementi sui quali verrà scritto il nuovo piano di gestione”.

 

Daniele Vaira

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