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Attualità | 20 giugno 2024, 15:40

Cuneo, palazzo Chiodo: recupero all’orizzonte? Dopo l’offerta privata, Civallero interpella la giunta

Il capogruppo FI in Consiglio chiede più attenzione all’aspetto storico e artistico dell’immobile, “lasciato all’incuria per oltre dieci anni” e da poco oggetto di un’offerta da parte dell’imprenditore fossanese Giampaolo Olivero

Cuneo, palazzo Chiodo: recupero all’orizzonte? Dopo l’offerta privata, Civallero interpella la giunta

Palazzo Chiodo a Cuneo, sblocco della situazione in vista? A chiederselo – con un’interpellanza in discussione nelle serate di lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 giugno, in Consiglio comunale – il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Franco Civallero.

L’immobile, acquistato dal Comune oltre una decina di anni fa per la cifra di 2,4 milioni di euro - con delibera del Consiglio votata all’unanimità – ha vissuto anni e anni di immobilismo e abbandono, ricorda Civallero, ed è finito nel piano delle alienazioni sia dei mandati da sindaco di Federico Borgna che di quello di Patrizia Manassero.

L’acquisto puntava a farne la sede delle biblioteche comunali, progetto viziato però da alcuni elementi strutturali e poi dirottato su palazzo S. Croce. “Per 17 anni l’amministrazione ha operato attenzione marginale rispetto al palazzo dal punto di vista della tutela e della conservazione del suo patrimonio artistico e storico – si legge nell’interpellanza - . Incuria che, ora, sembra strategicamente programmata e dimostrazione di cattiva gestione del patrimonio pubblico”.

A seguito dell’ultima asta pubblica andata deserta - datata al 19 gennaio scorso -  è stata manifestata dall’imprenditore fossanese Giampaolo Olivero della “Olivero srl” un’offerta al prezzo di 2,4 milioni di euro. Il Comune ha lanciato la procedura di manifestazione d’interesse per l’alienazione diretta, scaduta al 7 giugno; sono ora in corso le verifiche da parte dell’Ufficio patrimonio.

Civallero chiedo quinti alla giunta se, per garantire al bene e al suo valore storico e artistico il giusto peso, non possa essere sfruttato il Landmark Trust britannico collegato, per esempio, con il FAI: una possibilità di mantenere in vita una testimonianza irrinunciabile del patrimonio comunale.

Simone Giraudi

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