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Economia | 18 giugno 2024, 18:54

Egea, dal fisco via libera allo stralcio di debiti per 240 milioni. In tribunale a Torino l’udienza per l'omologa al piano di salvataggio

Giovedì il passaggio decisivo per la procedura di composizione negoziata della crisi aperta un anno fa. Poi l’approvazione dei bilanci 2022 e 2023 e in agosto il definitivo passaggio alla newco partecipata da Iren

Il quartiere generale del gruppo

Il quartiere generale del gruppo

Giorni decisivi per la sorte di Egea e per il compimento della ristrutturazione avviata un anno fa con la presentazione dell’istanza che portò all’apertura della procedura di composizione negoziata della crisi tuttora in corso presso il Tribunale di Torino

La più grande operazione del genere in corso in Italia, come ebbe a dire il professor Giovanni Valotti, docente di Economia alla Bocconi ed ex presidente del colosso lombardo A2A, tra i professionisti che negli ultimi dodici mesi hanno lavorato al salvataggio della multiservizi langarola, ora incanalato su binari che si ritengono prossimi a un esito finalmente definitivo. 

In questa direzione si inserisce l’attesa per l’udienza in programma dopodomani, giovedì 20 giugno, presso il palazzo di giustizia di Torino, dove il Tribunale delle Imprese del capoluogo regionale sarà chiamato a valutare lo stato della procedura e quindi a emettere un decreto di omologa degli accordi di saldo e stralcio che l’azienda di Alba ha stretto negli scorsi mesi con le diverse categorie di creditori – dai fornitori alle banche, passando per gli obbligazionisti. 

L’obiettivo di tali intese, come noto, era quello di ridurre in modo significativo un indebitamento che gli scossoni sui prezzi dell’energia vissuti a partire dall’autunno 2021 e le problematiche intanto sorte sul fronte del Superbonus 110% avevano portato a esplodere, arrivando agli 879 milioni di euro verificati al 30 settembre 2023, a fronte di asset che Iren avrebbe poi valutato come prossimi ai 500 milioni.  

Tali accordi, come noto, sono propedeutici al futuro passaggio del gruppo sotto il controllo di una nuova società partecipata al 50% dallo stessa Iren, gruppo figlio delle ex municipalizzate di Torino, Genova e dell’Emilia Romagna – impegnatosi a un esborso di risorse fresche per 85 milioni di euro – e per la parte restante dagli istituti di crediti titolari di crediti garantiti, che rimarranno nel nuovo gruppo per poi uscirne entro un lasso di cinque anni. 

L’appuntamento di giovedì e l’atteso decreto di omologa arrivano peraltro a pochi giorni dal termine del prossimo 26 giugno, quando, a un anno dalla sua apertura ed esaurita ogni proroga possibile, la stessa procedura cesserà di proteggere l’azienda dalle eventuali azioni che venissero intentate da creditori non soddisfatti

Un passaggio in vista del quale un primo positivo segnale riguarda la presentazione di due sole istanze di opposizione alla stessa omologa, presentate nello specifico da un piccolo azionista e da un obbligazionista, su una platea di centinaia di soggetti potenzialmente titolati a manifestazione formalmente la stessa contrarietà. 

Questo mentre un altro segno che fa ben sperare, riguarda il parere arrivato in senso favorevole allo stralcio dei crediti prestato dagli ultimi soggetti che ancora potevano esprimersi in proposito: l’Agenzia delle Dogane, la scorsa settimana, e l’Agenzia delle Entrate, nelle scorse ore, hanno infatti manifestato in modo espresso quanto la prassi della procedura concorsuale definisce come scontato, in caso di accordi con gli altri creditori. Ovvero la propria disponibilità ad accettare il saldo e stralcio di debiti fiscali quantificati nel caso in 240 milioni di euro, comprese le sanzioni, di cui la multiservizi si è offerta di restituire il 30% in un lasso temporale pari a dieci anni

Un altro tassello, insomma, andato a incasellarsi in questo complesso puzzle, indirizzando in una direzione potenzialmente favorevole la valutazione dei giudici, come va nel senso di un accomodamento generale della partita la decisione della famiglia Carini di spogliarsi anche formalmente di un pacchetto di azioni della capogruppo che sino al tracollo del 2023 valevano al suo ex presidente e amministratore delegato PierPaolo Carini il 56% del suo capitale sociale.   

Se dagli ultimi giorni di giugno si attende il decisivo placet del Tribunale, l’iter di acquisizione di Egea da parte di Iren è destinato a proseguire a luglio con l’approvazione dei bilanci 2022 e 2023 della capogruppo Egea Spa e delle sue diverse controllate, mentre il closing dell’intera operazione arriverà presumibilmente nella prima parte del mese di agosto

[Secondo a sinistra, il professor Giovanni Valotti, consigliere delegato di Egea Spa]

Ezio Massucco

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