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Schegge di Luce | 16 giugno 2024, 09:40

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Silvio Mantelli, alias Mago Sales

Commento al Vangelo del 16 giugno, XI Domenica del Tempo Ordinario

Don Silvio Mantelli con Silvia Gullino, curatrice della rubrica

Don Silvio Mantelli con Silvia Gullino, curatrice della rubrica

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. (Mc 4,26-34)

 
Oggi, 16 giugno, la Chiesa giunge all’XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B, colore liturgico verde). A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Silvio Mantelli, salesiano di Bra, meglio conosciuto come Mago Sales.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di Luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi. Eccolo, il commento.

Gesù parlava sempre portando esempi di vita pratica. Questo per rendere comprensibile un messaggio arduo e, a volte, problematico per la nostra mentalità del “tutto e subito”. Siamo come dei bambini che vogliamo ottenere il massimo risultato senza faticare. Il dono di Dio è, invece, grazia che deve sorprenderci. È un invito ad aprirci alla pazienza dell’attesa, che passa attraverso la solidarietà.

Il granello di senape, il più piccolo tra i semi della terra, ci dice che l’autenticità della missione della Chiesa non è data dal successo o dalla gratificazione dei risultati, ma dall’andare avanti con il coraggio della fiducia e l’umiltà dell’abbandono in Dio.

In questo momento in cui i venti di guerra e di odio aleggiano nel mondo, affidiamoci alla paziente opera di Dio, chiedendo la grazia di essere non persone “in pace”, ma persone “di pace” e recitiamo insieme la preghiera di papa Francesco sulla pace: «Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen».

Silvia Gullino

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