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Politica | 07 giugno 2024, 19:02

Ex Acna, Giacchino: "La millantata bonifica una dissennata e irrisolta messa in sicurezza da mantenere e presidiare, altro che cessione a terzi"

Il presidente dell'associazione Ala, nonché ex sindaco di Camerana, scrive una lettera al primo cittadino di Cengio: "Troveremo vere soluzioni il giorno in cui si smetterà di negare l'evidenza"

Ex Acna, Giacchino: "La millantata bonifica una dissennata e irrisolta messa in sicurezza da mantenere e presidiare, altro che cessione a terzi"

Pier Giorgio Giacchino, presidente dell'associazione Ala nonché ex sindaco di Camerana, torna a parlare dell'ex sito Acna di Cengio. E lo fa scrivendo una nuova lettera al sindaco di Cengio, Francesco Dotta.

"Caro Francesco - scrive Giacchino - comprendo e condivido la tua ambizione per dare soluzione al sito di Cengio. È la stessa che alla fine degli anni '80 animava il mio sogno di un futuro diverso per la nostra Valle, al punto da scatenare il conflitto che durò 12 anni filati. Non c'era altro modo, non si poteva superare un fosso così ampio a piccoli passi: era necessario un gran balzo. E così fu".

"Diversamente da te, oggi a quel tempo non ero visto come un ricercatore di compatibilità e progresso, ma piuttosto come affamatore di famiglie. Oggi si può ben vedere che non solo questo non è accaduto, ma in Valle è nata e cresciuta una realtà industriale di prim'ordine, via via affermatasi nel mondo. È la stessa piccola neonata ditta che ai tempi fu cacciata da Anca con il suo mini-cantiere di manutenzione per il solo difetto di essere piemontese, e cameranese come aggravante. Vero è che l’ingiustizia, l’orgoglio, la determinazione, la perseveranza, la sfida, il mollare mai possono essere onnipotenti". 

"Lo stesso può valere oggi per te e per Cengio, ed in questo ti sono alleato, ma a condizione di partire sul pulito, cosa che non è data per quel sito come vado dimostrando con rilievi perfino clamorosi, affatto finiti, ai quali nessuno risponde. Tu stesso sei costretto ad archiviare lestamente il tutto, proponendo 'parliamo di futuro'. Può essere che rispondere non ti competa, ma almeno sapere sì", prosegue. 

"Di sicuro sai che nell'anno 2010 l'azienda chiamò a Cengio un ministro, le due Regioni, le Province e i Comuni per celebrare quella che definirono 'il fiore all'occhiello di tutte le bonifiche'. Ma il vero obiettivo di quell'evento fu di troncare la gestione commissariale del sito che concordava collegialmente con Liguria e Piemonte ogni decisione tecnica. Da quel giorno, e sono passati 14 anni, è gestione unilaterale, riservata, praticamente segretata. Ecco come un Sito di Interesse Nazionale, ovvero pubblico, è stato privatizzato a tutti gli effetti, ignorando precise intese istituzionali tuttora in essere. Solo che ad oggi, e dopo 400 milioni, non è stato bonificato, nel senso letterale del termine, nemmeno un metro quadrato di quel sito". 

"Non viene anche a te di chiederti per quale costume una Società, per di più a controllo pubblico, possa trattare il territorio come un villaggio centroafricano in certi film? Con il silenzio di tutti? Non proprio tutti: una voce nel deserto può sempre fare la differenza, e ti esorto ad aggiungere la tua perché, alla fine, nessuno potrà sfuggire alla realtà dei fatti: non io, non tu, nemmeno Lorsignori - aggiunge Giacchino - Si prenda atto alla buon'ora, comincia almeno tu, che quella millantata bonifica altro non è che una dissennata e irrisolta messa in sicurezza da mantenere e presidiare senza scadenze o svicolamenti, altro che cessione a terzi!". 

"Di sicuro non risolvibile con mezzucci tipo la forzatura dei controlli piezometrici, né con un nuovo mostruoso abbancamento di un milione di metri cubi sulla zona A2, altra area Merlo, una nuova gigantesca discarica. Vorresti rammentare a Lorsignori che da gennaio a maggio sono caduti 760 mm di pioggia, 190.000 metri cubi sulla sola A2, acqua finita chissà dove, irrimediabilmente nera e morta come il Bormida nero e morto che fu. Dunque? Forse che alzando quel sedime di 3 metri non ci pioverà più?". 

"Andiamo Francesco, questo è solo un altro pazzesco affare di autotrasportatori: 65.000 bilici da non si sa dove (o sì?), 130.000 transiti per Cengio, un'altra montagna di risorse ingoiata da quell’insaziabile buco nero senza produrre beneficio pubblico alcuno, con il pretesto di recuperare 20 ettari di area industriale ignorando che la provincia di Savona ne ha 200 pronti a costo zero". 

"Bello sarebbe sapere se è una tua idea o cos'altro, magari un sondaggio per vedere l'effetto che fa. E, nel caso, se almeno questa volta ci sarebbe una procedura di V.I.A. diversamente da quanto mai fatto per il sito quando venne contrabbandata una discarica di rifiuti chimici per una bonifica, con grave danno anche economico per il territorio. Il che generò una procedura di infrazione della Comunità Europea che fu sanata, si fa per dire, con l'incredibile invenzione della V.I.A. postuma, vale a dire come prendere la temperatura ad un cadavere in avanzata decomposizione e certificare che è freddo!".

"Francesco, noi troveremo vere soluzioni il giorno in cui si smetterà di negare l'evidenza e si prenderà atto degli errori insanabili commessi su quel sito, compresi quelli non ancora emersi: non esiste che possano essere elusi in eterno. Solo da lì si partirà con idee nuove, creative, sinergiche, praticabili solo se condivise con il territorio, il Piemonte per essere chiaro, dove si scaricano le conseguenze immediate di ogni decisione". 

"Credimi, sindaco, noi siamo in grado di ribaltare tale comatoso stato di cose, questa enpasse, e ti esorto in tal senso. Non hai idea di quale forza possano esprimere e scatenare uomini liberi, inarrestabili e indivisibili da niente e nessuno, disposti a sfidare la potenza con l'intelligenza, senza tregua. Credimi una buona volta, la volontà, la perseveranza, la determinazione, la sfida, il mollare mai possono essere ancora onnipotenti. Questo ti propongo, Francesco, non esistono altre possibilità. Non ci saranno altre offerte", conclude Giacchino.

lettera firmata

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