“L’amministrazione ha chiaramente scelto una linea di chiusura totale rispetto la partecipazione dei cittadini a progetti importanti come quello della riqualificazione di piazza Europa. Come la precedente, vive l’inclusione come sminuente. Non resta che il braccio di ferro fra persone che vedono nel verde un orpello sacrificabile e chi invece lo considera una necessità per la salute”.
Così l’associazione cuneese Di Piazza in Piazza – nata proprio per contrastare le intenzioni delle ultime due amministrazioni comunali in merito al restyling della piazza più discussa di Cuneo, e difendere la possibilità del mantenimento dei cedri presenti – commenta la discussione in Consiglio comunale occorsa lunedì 27 maggio, incentrata proprio sul progetto in questione.
“L’amministrazione considera svilente il coinvolgere i cittadini”
Piazza Europa è tornata prepotentemente al centro del dibattito pubblico nelle ultime due settimane dopo la presentazione del progetto in una specifica commissione consiliare, alla quale le forze di minoranza – nella loro quasi totalità – e i cittadini contrari all’abbattimento dei cedri dell’Atlante hanno risposto con due mobilitazioni da circa un centinaio di persone ciascuna e presidi quotidiani (oltre a una raccolta firme e un’iniziativa di email-bombing nei confronti dell’indirizzo ufficiale della sindaca).
Di Piazza in Piazza è stata certamente al centro delle iniziative: “In commissione processo e condanna della piazza e dei cedri, con tutte le conseguenze sociali e ambientali del caso; se ai progettisti si dà mandato di disegnare una piazza senza cedri loro per quello scopo lavoreranno, se all’agronomo si chiede quanto siano pericolosi gli alberi il suo lavoro si orienterà in quel senso”.
“Chiediamo che nel ‘processo’ entri anche la voce di quella parte di cittadini, sempre più numerosa, che all’agronomo vorrebbero fosse stato chiesto cosa si possa fare per accertare la pericolosità dei cedri e come si possano curare e mantenere sani il più a lungo possibile. In sostanza, come si possa progettare una piazza bella rispettandone il carattere e i cedri. Ma chiediamo anche ai consiglieri di lavorare in modo che la riqualificazione della piazza venga approcciata con in mente il bene comune e non come una proprietà”.
Le minoranze e i dubbi su Zauli e la legittimità del taglio dei cedri
Chi ha portato la discussione in Consiglio è stato Beppe Lauria, che si è schierato nettamente contro l’intervento in commissione dell’agronomo Ettore Zauli: “Non ha mai affermato nulla ma ha proiettato per quindici minuti almeno foto di alberi caduti, suggerendo quel che potrebbe succedere – ha detto - . Ma ha anche spiegato che quel tipo di alberi, a Cuneo, non potrà vivere per più di dieci o quindici anni, parole che vanno in contrasto con quello che lui stesso andava affermando circa un anno fa proprio in piazza Europa. Mi chiedo se ha senso che si affidi un incarico a un professionista con il preciso scopo di corroborare un progetto. E se Zauli è lo stesso Zauli che avrebbe dovuto essere nominato presidente Acsr”.
Tutti i consiglieri di minoranza intervenuti hanno sostenuto le parole e i dubbi di Lauria.
“L’amministrazione descrive il nuovo progetto con sette aggettivi declamati in tono enfatico, quasi a sostenere un’idea che nemmeno lei appoggia del tutto – ha detto Paolo Armellini (Indipendenti) - . Gli stessi aggettivi, la piazza, non se li sarebbe meritati pur mantenendo i cedri? Le prove scientifiche e sicure sugli alberi vanno fatte subito, poi possiamo discutere di progetti e rimozioni; prima di abbatterli si potrebbe agire con una sapiente potatura”.
“L’intenzione dell’amministrazione è abbatterli, i cedri, come vendetta per la mancata costruzione del parcheggio interrato: faranno di tutto per proseguire su questa strada – ha aggiunto Franco Civallero (FI) - . Davvero vergognosa la presentazione di Zauli, che ha sconfessato il se stesso di un anno fa; sono certo che se facessimo una votazione segreta sul tema non tutta la maggioranza sarebbe dello stesso parere”.
“Non ho alcuna pretesa o fiducia di cambiare l’atteggiamento dell’amministrazione comunale ma ne ho molta nei cuneesi, che in massa hanno espresso e stanno esprimendo la propria contrarietà a questo tipo di riqualificazione – ha commentato Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) - . Mi ha stupito molto il cambio di tendenza d’opinione del dottor Zauli, che conosco da anni. Assurdo che vogliate abbattere i cedri, che sono l’unico vero elemento di bellezza della piazza”.
Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ha citato proprio la lettera di Di Piazza in Piazza nel proprio intervento: “Questo è il momento in cui è necessario tendere l’orecchio ai cittadini che si riuniscono, alle mail alla sindaca, alle raccolte firme – ha detto - . Sminuirne l’importanza e identificare questi sforzi come strumento di prevaricazione politica non è parte di un esercizio amministrativo consono. La presentazione del progetto e l’affidamento dell’incarico a Zauli distano un mese: in questo tempo avete ricevuto la consulenza e ideato un intero progetto? È chiaro che Zauli sia stato coinvolto per sostenere il progetto già scritto. Senza contare, poi, che le stesse norme di attuazione del Piano Regolatore impongono di mantenere il verde urbano già piantumato in città”.
Pellegrino: “Mai detto che i cedri siano pericolosi”
La risposta all’assessore Luca Pellegrino: “Il dottor Zauli, che è membro del CdA di Acsr ma non mi pare sia mai stato in predicato per la presidenza, da noi ha ricevuto un incarico per consulenza agronomica perché è un tecnico con esperienza cinquantennale e riconosciuta da tutto il territorio. Lui, come tutti i progettisti e i consulenti, non prende le scelte al posto nostro ma regala un punto di vista con spirito di collaborazione”.
“Mai si è detto, in commissione, che i cedri siano pericolosi – ha aggiunto l’assessore - . La valutazione del dottor Zauli è semplice: non possiamo considerare la durata in sicurezza di un albero in un bosco uguale a quella di uno che vegeta in un contesto urbano. I cedri, per come sono posizionati, potrebbero essere elemento di pericolo in un periodo e non dureranno probabilmente più di dieci o quindici anni: conservandoli ci troveremo in una situazione che renderebbe impossibile la riqualificazione strutturale della piazza e necessarie prove di carico annuali che rischierebbeo di svuotare la piazza in maniera definitiva”.