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Attualità | 31 maggio 2024, 09:56

Trentanove anni fa la tragedia dell’Heysel: il ricordo di Cherasco [FOTO e VIDEO]

Presente anche un sopravvissuto di quella sera: “Venimmo schiacciati, furono attimi terribili. Mi salvai per miracolo, altri non furono così fortunati”

Ieri sera la cerimonia tenuta come ogni anno al monumento cheraschese alle Vittime dell’Heysel

Ieri sera la cerimonia tenuta come ogni anno al monumento cheraschese alle Vittime dell’Heysel

Toccante commemorazione ieri, giovedì 30 maggio, davanti al monumento dedicato alle Vittime dell’Heysel a Cherasco, in occasione dei 39 anni da quella tragica serata.

Accanto al monumento collocato nel 2016 all’interno del Giardino della Madonnina, si è svolta una cerimonia organizzata dall’associazione 'Quelli di Via Filadelfia', a cui hanno preso parte molti simpatizzanti juventini, componenti dei gruppi delle tifoserie, rappresentanti di alcuni Juventus Club, fra cui Alba e Bra, rappresentanti delle istituzioni e della U.S. Cheraschese 1904.

Bonasso Tiziana, referente regionale Juventus Official Fan Club, ha ricordato come la Memoria sia importante: “39 persone furono vittime innocenti, 39 famiglie non videro tornare a casa i loro cari che partirono per sostenere la squadra del cuore e persero la vita. Non c’è mai stata vera giustizia, ma noi non dimenticheremo”.

Accanto a lei Paolo Monchio e Beppe Franzo, presidente onorario di “Quelli di Via Filadelfia”, che ha letto tutti i nomi delle 39 vittime: la più giovane aveva 10 anni, si chiamava Andrea, la più anziana, Barbara Lusci, aveva 58 anni.

Davanti alla scritta “Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta, per sempre” è intervenuto anche il parroco di Cherasco Don Filippo Torterolo con un appello al proprio senso civico e morale.

Le ricostruzioni dei fatti di quel 29 maggio 1985, finale della Coppa dei Campioni fra Juventus e Liverpool, vinta dai bianconeri con un gol su calcio di rigore realizzato da Michel Platini, raccontano di superficialità, inefficienza e impreparazione delle forze di sicurezza belghe e della brutalità degli hooligans: quelle furono le vere cause della strage, che milioni di telespettatori intuirono durante la diretta Tv, interrotta da alcune emittenti, non dalla RAI.

A Cherasco ieri era presente anche un sopravvissuto di quell’evento, il torinese Nereo Ferlat.

 

Racconta: “Avevo 33 anni, ero andato allo stadio con un amico. Venimmo schiacciati contro il muro dalla furia degli inglesi, faticavamo a respirare. Ad un certo punto mi sentii sollevare, mi ritrovai a calpestare corpi inermi, in qualche modo arrivai sul campo dove una crocerossina mi diede dell’acqua. Raggiunsi la tribuna e la postazione della TV Svizzera. Li pregai di telefonare a mia moglie per dirle che ero vivo: purtroppo tanti non furono così fortunati. Siamo qui per loro”.

In Italia ci sono altri monumenti dedicati alle vittime dell’Heysel. Mercoledì scorso, a Torino, è stata inaugurata una piazza intitolata a loro, sempre grazie alla dedizione di “Quelli di Via Filadelfia”.

Silvano Bertaina

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