Farinél - 19 maggio 2024, 13:02

FARINÉL / Per trovare l’«albesità» sono dovuto andare a Saluzzo. Ovvero, consigli (non richiesti) al futuro sindaco di Alba

Nei giorni in cui i big della politica arrivano ai piedi delle Langhe per sostenere i candidati di centrosinistra e centrodestra l’elettore albese chiede di tornare a mettere al centro quel concetto spesso abusato che ha permesso a una piccola realtà di provincia di diventare capitale

Da sinistra a destra, Alberto Gatto, Carlotta Boffa e Carlo Bo: candidati alla guida del municipio di Alba

Sono dovuto andare a Saluzzo per trovare l’albesità. Detta così può far sorridere, ma sorridere non fa, abituato, come ero, alle assemblee faraoniche della più importante azienda albese per fatturato dopo la Ferrero. Società finita recentemente in disgrazia e ora al centro di un complicato salvataggio che andrà a tutelare prima di tutto i lavoratori, come è giusto che sia, e che sta cercando di salvare almeno una piccola parte dei risparmi investiti da azionisti e obbligazionisti.

Era la storia di un imprenditore arrivato da lontano per insegnare agli albesi come fare impresa. Poteva solo andare male e purtroppo non ha avuto un lieto fine. Con ancora negli occhi quelle assemblee poco "langhette", ieri mi sono recato a Saluzzo per l’inaugurazione della nuova sede di eVISO, ditta che fornisce di energia le aziende, quindi con un core business molto simile alla realtà di cui sopra.

Sarà che, quando a Cuneo e dintorni si vuole prendere in giro un saluzzese gli si dice “sei come quelli di Alba”, ma ho avuto la sensazione che a Saluzzo abbiano capito bene lo spirito che ha animato gli imprenditori di Alba, dai Ferrero ai Miroglio partendo da quel Giacomo Morra che ha costruito il mito del tartufo.

Nessun posto assegnato, conduzione affidata a un collaboratore con al centro il personale a raccontare le emozioni della nuova sede. Seduto in seconda fila, quasi nascosto, intento ad applaudire tutti gli interventi il deus ex machina di tutto Gianfranco Sorasio. L’amministratore delegato, o Ceo come si usa dire oggi, sale sul palco giusto tre minuti, come tutti gli altri, poche parole, quelle giuste, prima di cedere nuovamente la scena.

Nel complesso ho avuto la sensazione di essere di fronte a una presentazione grande e grandiosa e allo stesso tempo equilibrata, sobria, con la giusta dose di tutto, lontana dalla pomposità delle assemblee succitate.

Ho trovato l’albesità a Saluzzo e questo non è un bene.

Questo devono avere ben presente i candidati sindaco della città di Alba. È il concetto espresso più volte nel suo libro dal senatore Tomaso Zanoletti. Alba è una città diversa dalle altre, Alba è città Medaglia d’Oro per l’antifascismo, non per altri motivi, Alba è la città che si è ribellata alla dominazione nazifascista e che nel 1946, risvegliatasi tra le città più povere d’Europa, ha saputo costruire la propria fortuna sui prodotti della terra, sul commercio e sulle proprie aziende. Non è esagerato parlare di miracolo, perché è stato un vero e proprio miracolo.

Dal letame sono nati tanti fiori che poi sono diventati diamanti e ora si corre il rischio che “non nasca niente”, parafrasando De André.

Alba è questo, ma è anche una città inclusiva, che non lascia indietro nessuno, una città diversa dalle altre. Come sottolinea spesso Bruno Ceretto, uno che di albesità se ne intende, il sogno di un milanese, di un torinese o di un veneto è di andare a vivere a Montecarlo, il sogno di un albese è di andare a vivere in Piazza del Duomo, in via Maestra o in piazza Michele Ferrero.

Alba deve essere al centro di un territorio senza urlare, senza fare “spatuss”, deve essere capitale con l’esempio, come ha sempre fatto, ma deve anche pensare a trovare soluzioni per gestire un traffico divenuto insostenibile.

Per questo mi rivolgo ai candidati sindaco della città di Alba, a partire da Carlo Bo, a cui auguro di poter finalmente dimostrare il proprio valore e le proprie capacità, che sono tante, senza dover pensare per cinque anni a tenere insieme i pezzi, attività che gli ha rubato energie e tempo prezioso. Con una maggioranza coesa la storia di questi ultimi cinque anni penso sarebbe stata molto diversa.

Ad Alberto Gatto che non è troppo giovane per fare il sindaco perché è ora di finirla di dire che a 34 anni si è troppo giovani. Questa è la scusa che usano i sessanta-settantenni per non lasciare mai le poltrone comode a quelli della mia generazione, per cui mai arriva il tempo. Alberto Gatto ha i numeri e le capacità e persino l’esperienza per fare il sindaco, a sostenerlo un mix di esperienza e di giovani veramente giovani che può fare solo bene.

A Carlotta Boffa che potrebbe diventare il primo sindaco donna della città di Alba, ma indipendentemente da questo, sono convinto saprà dimostrare con la preparazione e l’impegno di meritare un tale onore, perché resto convinto che contino solo la competenza e le qualità e non una M o una F scritta sulla carta d’identità. 

Sarà importante che qualsiasi sindaco e qualsiasi maggioranza esca dalle urne, possa governare per gli albesi mettendo al centro l’albesità e cioè quella capacità di trovare il coraggio nelle difficoltà, di guardare al mondo e di puntare alle vette, mai dimenticando di arrivare dal fango e mai dimenticando chi le difficoltà le vive ogni giorno. 

"Make Alba great again", direbbero dall’altra parte dell’oceano.

Marcello Pasquero