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Attualità | 17 maggio 2024, 14:04

Piazza Europa, sui cedri è scontro tra minoranze e l’agronomo Zauli: “Toni terroristici, anni fa diceva cose diverse”

Il tecnico è intervenuto ieri (16 maggio) nella commissione in cui si è presentato il nuovo assetto della piazza, privo dei dieci cedri dell’Atlante (ma con molte nuove piante in più). Zauli: “Il rischio di crolli esiste e non si può ignorare”

Uno dei dieci cedri di piazza Europa

Uno dei dieci cedri di piazza Europa

Quali sono le prospettive di vita in sicurezza dei cedri se lasciati sulla piazza? Ragionevolmente e a fronte dei necessari controlli, particolarmente costosi, si può parlare di un dieci-quindi anni al massimo. E credetemi, non esistono possibilità tecniche di mettere in sicurezza un albero in quello stato di gravità, i tiranti non servono a niente”.

Parole dell’agronomo Ettore Zauli, presente ieri (giovedì 16 maggio) nella sala del Consiglio comunale di Cuneo per la presentazione del progetto di fattibilità tecnico-economica legato al restyling di piazza Europa.

Un progetto discusso ormai da anni – nel quale Zauli è stato coinvolto con l’intenzione di operare massima attenzione all’aspetto “green” - e la cui presentazione ha richiamato nel salone municipale non solo i consiglieri della V commissione ma anche una gran quantità di pubblico.


(Piazza Europa oggi)

Fuori i dieci cedri, dentro quarantotto nuove piante

Nel proprio intervento Zauli ha affrontato l’annoso problema del destino dei dieci cedri dell’Atlante che – secondo il nuovo progetto – verranno del tutto sostituiti, a seguito delle quarantotto nuove piantumazioni previste.

I cedri di piazza Europa sono stati messi a dimora nel 1970 circa; provenienti da Biella, sono arrivati in città in uno stato di sviluppo già avanzato – ha segnalato Zauli - . In origine ne sono stati piantumati venti, poi fatti scendere a otto nel 1998. Nell’ottobre 2002 una delle piante sul lato nord-ovest si schianta improvvisamente, ma il cedimento viene indicato come ‘strutturale’ non essendoci ragioni specifiche. A seguito di questo crollo sono state commissionate dal Comune diverse indagini più approfondite sulle piante, che portano all’identificazione di un soggetto a rischio cedimento e poi di una seconda nel 2015”.

“Una perizia di parte dai toni terroristici”

Inevitabili che le parole dell’agronomo – che ha portato a esempio diversi crolli di piante simili per natura e per contesto ai cedri dell’Atlante – suscitassero reazioni, anche forti, da parte dei consiglieri di minoranza contrari all’abbattimento (e nel pubblico presente).

Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), per esempio, si è detto “esterrefatto dall’intervento del dottor Zauli, che due anni fa in piazza Europa non usava questi toni e atteggiamenti terroristici, forse perché invitato da associazioni ambientaliste”. “Concordo sulla stranezza delle nuove indicazioni del dottor Zauli, che si assume una responsabilità davvero grande – ha aggiunto Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) - : l’amministrazione scarica la colpa dell’abbattimento dei cedri su di lei. L’abbattimento di ogni albero è un delitto: perché volete stare peggio, quando potreste stare meglio?

Termini davvero terroristici, esagerati. Sembra di essere in una situazione di vero pericolo: se la situazione è davvero così grave come quella dipinta, allora l’amministrazione si prenda la responsabilità di realizzare subito le prove di trazione e l’analisi di rischio” hanno rincarato la dose Giancarlo Boselli e Paolo Armellini (Indipendenti).


(Il progetto dello studio AI)

Ma Zauli è rimasto fermo sul punto: “Gli elementi di rischio ci sono e non si possono ignorare – ha detto - . La piazza è frequentata, quanto meno dal passaggio, ed è vicina all’asse di corso Nizza ma le radici non hanno trovato spazio per potersi sviluppare liberamente e in autonomia, o a sufficienza per poterne assicurare del tutto la stabilità e l’ancoraggio”.

Non è risibile nemmeno l’idea del possibile arrivo di un parassita inaspettato, che sarebbe letale considerando che i cedri sono tutti della stessa specie – ha concluso l’agronomo - . Il progetto propone non una riduzione del verde ma una sua rimodulazione: si portano gli alberi da dieci a quarantotto variandoli nella grandezza, e si amplia anche la quantità di arbusti”.

Simone Giraudi

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