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Attualità | 13 maggio 2024, 14:51

Cuneo, gli Indipendenti chiedono un cambio di passo sulla politica sanitaria regionale

“In cinque anni indirizzi di programmazione e pianificazione sanitaria inadeguati e non più rispondenti alle nuove esigenze dei territori”

Il Consiglio comunale di Cuneo

Il Consiglio comunale di Cuneo

Un ordine del giorno che attacca direttamente la politica sanitaria espressa negli ultimi cinque anni dalla Regione Piemonte guidata dal presidente uscente – e ricandidato – Alberto Cirio: questa una delle proposte del gruppo consigliare cuneese degli Indipendenti che verrà discussa nel Consiglio comunale di maggio.

Gli scriventi sottolineano come “il Sistema Sanitario Nazionale sta subendo, da molti anni, una riduzione pesante degli investimenti e della spesa di settore che sta provocando un calo dei servizi con gravi ripercussioni sulla salute delle cittadine e dei cittadini” e “che, a fronte di questa situazione, sta crescendo e si sta sviluppando la sanità privata, che spesso diventa l'unica concreta alternativa alle carenze di quella pubblica, ma solo per coloro che hanno i mezzi economici per potersela permettere e per sottoscrivere costose polizze assicurative sanitarie. Ua situazione che colpisce soprattutto le fasce più povere della popolazione”.

Secondo il gruppo di via Meucci la politica sanitaria del presidente Cirio ha condiviso queste impostazioni e si è caratterizzata sempre di più con la scelta in favore del privato anche nella costruzione dei nuovi ospedali, come nel caso di quello di Cuneo, dove ha imposto la soluzione del partenariato pubblico privato che comporterà un aggravio di spesa di molte decine di milioni di euro rispetto alla possibilità di finanziare l'opera con fondi pubblici.

Il Piemonte, purtroppo, ha perso e sta perdendo molte posizioni anche nelle classifiche e nelle valutazioni del Ministero della Sanità – si legge ancora nel testo dell’ordine del giorno - : è necessario che il Consiglio comunale esprima la propria contrarietà a quest’approccio, espresso in questi cinque anni tramite indirizzi di programmazione e pianificazione sanitaria inadeguati e non più rispondenti alle nuove esigenze dei territori. Auspichiamo anche che al più presto la Regione rientri in una politica sanitaria in linea con il dettato costituzionale”.

Simone Giraudi

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