A poco meno di un mese dalle elezioni regionali Marco Gallo, candidato consigliere regionale nella lista civica “Cirio presidente. Piemonte moderato e liberale”, fa il punto sulla campagna, con un occhio particolare al pianeta salute.
Dottor Marco Gallo, quali sensazioni ha rispetto alla campagna elettorale?
«Sono soddisfatto anche se c’è ancora molto da fare per raggiungere il traguardo. In queste settimane ho incontrato tanta gente e una delle cose che mi ha fatto più piacere sono i riscontri all’idea di voler marcare una nuova stagione politica con la differenza nel fare. La gente è stufa di promesse che durano il tempo di una campagna elettorale, vogliono persone che le rappresentino, che davvero si prendano a cuore i bisogni, le necessità di un territorio. In altre parole chiedono innanzitutto serietà e concretezza».
Chi ha incontrato?
«Ho girato per la provincia, puntando soprattutto sul mondo della sanità che è quello che conosco meglio anche per i miei quasi trent’anni nel settore. Ho incontrato chi conosce e vive quotidianamente il mondo della sanità, ho parlato con medici e infermieri. Che mi hanno raccontato quanto sia difficile, oggi, lavorare nella sanità pubblica».
Nel suo programma ha indicato come prioritari due interventi: migliorare l’assistenza sul territorio ed espandere la telemedicina. Un piano che ha raccolto consensi tra gli addetti ai lavori?
«Sì, devo dire di sì. Anche i sindacati concordano con questa strategia per trovare una soluzione alle liste d’attesa che, l’ho riscontrato di persona parlando con la gente, resta il problema dei problemi: i pazienti non si rassegnano a dover aspettare mesi per una visita oppure dover affrontare lunghe trasferte.
Sappiamo che la sanità pubblica, sul tema delle liste d’attesa, versa da tempo in grave difficoltà. Perché succede questo? Le ragioni sono tante. Si sente dire che i medici sono pochi, che non sono pagati a sufficienza, si sente dire che il privato ha preso troppo spazio. La Regione è da tempo impegnata nella ricerca di soluzioni, ma in molti settori, (penso ad esempio all’ambito della diagnostica: tac, risonanze, ecografie, ecodoppler, alle visite oculistiche, a quelle dermatologiche) ancora ci sono gravi difficoltà.
Non esistono bacchette magiche. E’ vero. Oggi ci sono molti meno medici rispetto a un tempo, e la popolazione, essendo mediamente invecchiata, ha una maggiore necessità di cure e attenzione. Ci sono però molte cose che si possono fare per far sì che le liste possano essere contenute, in attesa che, con l’arrivo dei nuovi contingenti di medici specializzati, nel giro di qualche anno, la situazione fisiologicamente migliori.
Penso al tema dell’appropriatezza. Ovvero di far sì che non vengano prescritte visite ed esami inutili, cosa che magari toglie dei posti a chi ha realmente bisogno (costringe a più lunghe attese). E in ogni caso è importante anche garantire un sistema di piena uniformità, in modo che il livello di urgenza, ferma restando l’importanza della valutazione del medico, venga impostato sula base di criteri universalmente definito. Esiste un sistema che si chiama RAO, realizzato dall’Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari, che va a garantire questa uniformità. Non sempre però è pienamente utilizzato, e sarà importante arrivare a verificarlo.
Inoltre, alcuni esami inutili sono anche dovuti all’assenza di informazioni disponibili informaticamente. Se faccio una serie di esami, ad esempio, in pronto soccorso a Mondovi o a Savigliano, questi devono essere sempre disponibili, ovunque, e per questo occorre che il fascicolo sanitario elettronico contenga finalmente tutti i nostri esami e siano disponibili in tutta la regione. Sia per dare la massima conoscenza di informazioni a chi ci visita, sia per evitare inutili ripetizioni di esami.
Non dobbiamo neanche dimenticare il tema della burocrazia, che in molte occasioni impegna i nostri sanitari per ore, ore che dovrebbero essere il più possibile dedicate a vedere i pazienti e contribuire così a contenere le liste d’attesa. Tra medici e infermieri, invece, la denuncia più frequente è quella dei carichi di lavoro in particolare sui pronto soccorso nei fine settimana, ma non solo».
Qual è il suo impegno, se eletto?
«Di insistere con il presidente Cirio perché questi correttivi alla macchina sanitaria piemontese siano adottati rapidamente. L’ho già detto e lo ribadisco: serve un cambio di passo. Così come mi riprometto di seguire da vicino tutta la partita dei nuovi ospedali. Intendo quello di Savigliano, che dovrà servire anche Fossano e Saluzzo, e quello di Confreria a Cuneo. Ma credo che per la provincia sia importante anche l’apertura delle case della salute e delle case di comunità, strutture indispensabili per garantire davvero un’assistenza sul territorio. A patto che di pari passo sia assicurato adeguato personale».
In queste settimane si è pero molto interessato anche di infrastrutture, compreso un appello a Salvini perché convinca l’Anas a dare risposte ad alcune emergenze del Cuneese. Speranze?
«E’ un altro dei temi che la gente mi ha sollevato spesso in questi mesi. D’altronde, un’emergenza come quella del Tenda, chiuso da quattro anni e mezzo senza una certezza sui tempi di riapertura, pesa sulla gente. Non solo della valle di Limone. Nel Monregalese mi hanno segnalato come nel weekend sia un calvario attraversare la valle Tanaro, per l’inadeguatezza della statale 28. Tutte infrastrutture su cui l’Anas deve dare risposte ai cuneesi. Senza dimenticare la variante di Demonte, lungo la statale per il colle della Maddalena, che è promessa da decenni».
Ha lanciato anche un appello per la difesa dell’agricoltura cuneese che ha definito la Fattoria d’Italia. Perché?
«Credo che serva più attenzione per quello che è uno dei motori della nostra economia. Con tre produzioni che sono vere eccellenze: l’allevamento, la frutta e i vini. Dobbiamo sfruttare queste carte per aumentare ancora il benessere della nostra terra. Dal consiglio regionale voglio dare una mano alle oltre 23 mila aziende agricole della Granda. Due sono i nodi da affrontare: la siccità, con l’imperativo di creare nuovi piccoli invasi per evitare di soffrire ancora per la mancanza d’acqua come due estati fa, e la peste suina che minaccia anche la nostra area, sebbene finora, grazie al lavoro della cabina di regia creata dalla Provincia, si sia riusciti a contenerla, evitando di mettere in crisi un settore chiave come quello suinicolo».
Dottor Gallo, qualche settimana fa ha inaugurato la sede del comitato elettorale...
«Sì, in piazza Europa 22. Qui, i cittadini che vogliono incontrarmi, sollevare istanze, fare domande o anche solo conoscere me e la mia storia, possono farlo. Credo che la cosa più importante, per chiunque voglia fare politica, sia mettersi in ascolto del territorio e poi agire. Ecco perché lo slogan della mia campagna elettorale è "La differenza nel fare"».