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Attualità | 13 aprile 2024, 09:21

"Ecco perchè abbiamo restituito i pacchi pasquali donati da Acqua Sant'Anna"

E' l'iniziativa di alcuni residenti della valle Stura che hanno voluto stimolare ad una più ampia riflessione valligiani e azienda

"Ecco perchè abbiamo restituito i pacchi pasquali donati da Acqua Sant'Anna"

Era già accaduto qualche anno fa, in tempi covid, che l'azienda Acqua Sant'Anna donasse pacchi regalo alle famiglie residenti in valle Stura in occasione delle festività. Se in quegli anni difficili voleva essere un gesto di vicinanza e consolazione, l'operazione ripetuta quest'anno a Pasqua in qualcuno ha generato stupore.

Un gruppo di 28 persone ha quindi deciso di restituire di persona al mittente i pacchi, accompagnandoli però con una lettera in cui si spiegavano le motivazioni del gesto.

Abbiamo restituito i pacchi per dire no a questo tipo di approccio - spiega Giancarlo Biglino, tra i firmatari e promotori dell'iniziativa - . Vorremmo invece che la Sant'Anna riflettesse sui problemi che sta creando in Valle e rivedesse le sue politiche espansionistiche, magari anche rivedendo il sistema di trasporto, dimostrando di essere nei fatti attore di una transizione ecologica.
Abbiamo inoltre voluto rendere pubblico il nostro dissenso perché non passasse inosservato e motivarlo perché fosse spunto di riflessione per tutti; per la Sant'Anna, per i valligiani e anche per le persone più lontane, per sensibilizzarle al nostro problema.
I firmatari sono 28, molti non hanno potuto restituire fisicamente il pacco in quanto non lo avevano accettato al momento della consegna
”.

La lettera, impostata con tono ironico, voleva quindi stimolare una riflessione sia da parte dell'azienda che da parte di altri valligiani, per fornir loro una voce e una lettura diverse. Chissà che non possa essere motivo di apertura di un dialogo verso le preoccupazioni manifestate circa la politica espansionistica dell'azienda, che potrebbe avere ricadute sulla valle.

L'iniziativa è nata all'ultimo minuto, a pochi giorni da Pasqua, e nei giorni scorsi la lettera è rimbalzata di chat in chat in valle Stura, stimolando forse la riflessione sperata, ecco il suo contenuto:

“In questi giorni che precedono la Pasqua, in Valle Stura abbiamo assistito a un indaffarato via vai di volontari di associazioni varie e dipendenti di alcune amministrazioni comunali, uniti nel comune sforzo di consegnare a ogni famiglia della Valle i pacchi pasquali offerti dalle Fonti Sant’Anna. Se la Sant’Anna aveva piacere di consegnare il regalo pasquale ai valligiani, perché non ha mandato direttamente i suoi dipendenti?
Ma non è questo il fine della nostra lettera e nemmeno del gesto che intendiamo compiere.
Ancora di più ci ha stupiti il regalo in sé! Da buoni valligiani siamo piuttosto sospettosi nei confronti di chi ci gratifica con un regalo senza chiedere nulla in cambio: infatti da sempre si onora qualcuno con un regalo come gesto di affetto, come gesto di scusa o per conquistarlo.
Escluderemmo il primo caso poiché non ci sentiamo particolarmente amati dalle Fonti, visto che sottraggono miliardi di litri di acqua pubblica alla montagna per far soldi milionari, contribuiscono pesantemente a inquinare la Valle con il passaggio di centinaia e centinaia di tir e a rovinarne le strade creando un enorme disagio. Questo sta compromettendo fortemente la vocazione turistica della Valle Stura rendendo tutta la bassa valle decisamente poco attraente e pericolosa per la circolazione e annichilisce le prospettive di crescita di molte piccole attività imprenditoriali che si interrogano su quale sarà il domani di questo territorio. Nel nostro futuro, nel futuro dei nostri figli vorremmo vedere questa valle preservata nelle sue bellezze, nella sua unicità, valorizzata per quello che ha, non deturpata e sfruttata. Si può lavorare in sinergia con un territorio, ma prima di tutto occorre prendersene cura, come per la propria famiglia, perché la terra su cui viviamo e le sue risorse non sono nostre, sono solo in prestito.
Come gesto di scusa potrebbe andare bene, se le Fonti si sentissero in dovere di chiederci scusa per le loro azioni, nel qual caso sarebbe utile, oltre al bel gesto, anche provvedere alla riparazione al torto, magari evitando, come invece prospettato, di incrementare ulteriormente il business accontentandosi di ciò che già hanno e di quanto già fanno. In un momento in cui ci si sta focalizzando sul cercare di vivere in modo più sostenibile e leggero per l’ambiente occorrerebbe che proprio le grandi aziende dessero il buon esempio concretamente, fermandosi invece di aumentare e, in questo caso specifico, investendo in modo intelligente magari pensando a mezzi alternativi, meno impattanti e inquinanti.
Sul conquistare il favore della popolazione non vogliamo indagare, perché se così fosse sarebbe un gesto banale che svilisce e disprezza il destinatario.
Si è soliti dire in questi casi che il progresso non può essere fermato: noi diremmo che qui è il possesso a non conoscere limiti a scapito di una valle intera e del suo futuro.
Noi non siamo contrari all’imbottigliamento dell’acqua, perché è un diritto di tutti poterne usufruire, ma siamo contrari alla politica espansionistica che ha seguito e sta seguendo questa azienda, a discapito di una valle intera e delle persone che la abitano, senza curarsi di loro, del loro benessere, della loro qualità di vita e del territorio stesso.
Accontentatevi dell’impero che avete creato e non accrescetelo ulteriormente, questo sarebbe un regalo sicuramente più degno della dignità di questa valle e di chi la abita”.

Sara Aschero

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