Dando un’occhiata al calendario, abbiamo ufficialmente realizzato che è arrivata la primavera e questo grazie all’enorme quantità di alberi in fiore.
Il 20 marzo è la data dell’equinozio di primavera, il giorno in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata. Dal 2008, la data di inizio primavera è stata spostata al 20, quando molti di noi l’hanno sempre festeggiata il 21 marzo. Questo cambio è dovuto sia all’inclinazione dell’asse terrestre sia all’impostazione del calendario gregoriano.
L’equinozio di primavera, che scientificamente è il momento esatto in cui il Sole è allo Zenit all’equatore e i suoi raggi cadono perpendicolari sull’asse di rotazione terrestre, è sempre stato considerato come un simbolo di rinascita. E allora, perché non lasciarsi incantare dalla “grande bellezza” della natura che si risveglia e ci ricorda quanto è affascinante il mondo che abitiamo?
Quanta meraviglia al Santuario della Madonna dei Fiori di Bra, dove il giardino dà il meglio di sé proprio a fine marzo, grazie alla fioritura della splendida magnolia, con i suoi fiori bianchi, rosa e viola.
Apriamo una parentesi. La magnolia, appartiene alla famiglia delle magnoliaceae, è una pianta originaria del continente asiatico, in particolare del Giappone, e del Nord America, luoghi dove ne sono state catalogate circa 80 specie differenti. Il suo nome le fu assegnato dal botanico francese Charles Plumier (1646-1704, che viaggiò a lungo nel continente americano alla ricerca di nuove specie) in onore al medico botanico francese Pierre Magnol (1638-1715, innovatore dello schema di classificazione botanica), il primo ad introdurre una magnolia in Europa dall’America, per coltivarla nel suo giardino botanico a Montpellier, in Francia.
Nel linguaggio dei fiori, la magnolia è legata all’immagine della bellezza, della perseveranza e della dignità. In base al colore del fiore assume due significati diversi: se i fiori sono bianchi simboleggia la purezza ed il candore mentre se i fiori sono rosa simboleggia il pudore.
È oggetto di numerose leggende, ma la più suggestiva è quella sulle “due Magnolie”. Essa narra come la pianta fosse formata da due parti, una esterna, ossia il corpo, e una interna che rappresenta l’anima e il cuore della pianta che un giorno si innamora di un’Azalea gialla cresciutagli di fianco. Non essendo corrisposta il suo cuore si spezzò in due, staccandosi dal corpo. Si formarono così due alberi: la Magnolia alta e forte e la Magnolia Stellata con i suoi fiori candidi e fragili.
Sempre al Santuario potete trovare il famoso pruno che offre un tripudio di fiori bianchi dall’effetto scenografico. Poi, con la chiesa dietro a fare da cornice, avrete di che scattare.
Già che ci siete fate due passi in strada Bria, dove si possono ammirare delle clamorose fioriture, peccato solo che dalle foto non si senta il profumo inebriante. Il luogo giusto per scattare dei selfie pittoreschi e conquistare palate di follower su Instagram, grazie ad una flora sorprendente.
Consigliati anche i giardini, i viali e le aiuole dove i fiori la fanno da padrone.