Attualità - 12 marzo 2024, 13:06

Scuola giovani pastori, mercoledì la consegna degli attestati ai partecipanti

Si è conclusa la prima edizione del progetto che ha interessato anche il Cuneese e che culminerà con la cerimonia a Moretta. Intanto è in corso il bando per la seconda che scadrà il 29 marzo

La pastorizia potrebbe tornare a essere un mestiere del futuro. A questo mira la Scuola Giovani Pastori, un progetto nato nel 2022. Un'iniziativa creata proprio per venire incontro ai giovani che vogliano avviare un’attività imprenditoriale di pastorizia, rivalutando il circuito economico e ambientale di luoghi periferici e favorendo processi di restanza e neopopolamento.

La prima edizione ha riguardato le aree interne del Nord-Ovest (Cuneese, Bresciano e Oltrepò Pavese). La Scuola riparte in primavera in un territorio differente, ma dalle enormi potenzialità per lo sviluppo di un’attività di pastorizia: le Madonie, una delle 72 aree pilota della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI). La Scuola è nata dalla collaborazione tra il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, e l’associazione Riabitare l’Italia, volta ad aiutare i giovani ad avviare o continuare attività di pastorizia nelle aree interne del Paese.

Verranno consegnati domani, mercoledì 13 marzo, nel corso di una cerimonia dedicata in programma alle ore 11 presso Agenform a Moretta, gli attestati ai partecipanti alla prima edizione. Sarà anche l'occasione per un confronto sul modello sperimentato e per una riflessione sui risultati raggiunti attraverso il progetto.

Secondo l'indagine sulle aree interne "Giovani Dentro", promossa dall'associazione Riabitare l’Italia e altri partner, il 67% dei giovani (18-39 anni) vorrebbe rimanere nel territorio in cui vive. Il 9% del sondaggio considera, infatti, il lavoro agricolo e di pastorizia un ripiego in mancanza di alternative lavorative. Mentre il 94% vede almeno un motivo valido per lanciarsi in questo campo.

Intanto si pensa già alla seconda edizione, dal nuovo bando, che scadrà il 29 marzo prossimo, verranno selezionate 15 persone che tra maggio e luglio avvieranno un percorso professionale gratuito. Come avvenuto nella prima edizione, l’esperienza è aperta a persone di qualsiasi provenienza e con qualsiasi occupazione. Nel momento della selezione verrà data, però, priorità ai candidati più giovani e a quelli intenzionati ad avviare attività nel territorio madonita. La Scuola ospiterà i suoi studenti nelle strutture dell’ex Convento dei Padri Riformati, nel comune di Petralia Sottana (PA).

La data di inizio dei corsi è prevista il 13 maggio. Agli studenti sarà offerta formazione sia pratica che teorica su pascolo e allevamento in aree montane, caseificazione e trasformazione delle materie prime per le quali la Scuola gioverà del supporto di Agenform, altro partner del progetto. Sono previste degli approfondimenti online su varie tematiche (gestione dei pascoli, rapporto con gli animali selvatici, controllo qualità, HACCP) con la possibilità di confrontarsi con aziende e realtà del territorio che, a sua volta, ospita la Scuola per imparare pratiche e saperi da chi questo mestiere lo fa. Il metodo didattico adottato infatti è quello della peer education, in cui non figura il tradizionale rapporto gerarchico docente-allievo nelle aule.

La pastorizia è uno dei mestieri più antichi del mondo ma non è solo un elemento nostalgico. Anzi può essere, oggi, lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi qui – spiega Daniela Storti, ricercatrice Crea e direttrice scientifica della Scuola Giovani Pastori – l’obiettivo della scuola è trovare giovani davvero motivati per cominciare un percorso reale di vita legato alla pastorizia”.

Guardiamo il nostro Paese dalle aree che si spopolano e da riabitare, nella convinzione che la situazione di debolezza che le caratterizza non sia né “naturale” né tantomeno ineluttabile – spiega Sabrina Lucatelli, direttrice di Riabitare l’Italia che si occupa di numerose iniziative legate alle aree interne – anzi pensiamo che ci sia molto di bello da scoperchiare e molto di sbagliato da contrastare. La nostra associazione ha lo scopo di organizzare seminari, tavoli e percorsi professionali collaborando con numerosi poli universitari sparsi nell’intera penisola, con istituti di ricerca, associazioni ed enti locali”.

Redazione