Attualità - 01 marzo 2024, 10:40

Ceva, il pronto soccorso tornerà a essere aperto h24? Il sindaco Bezzone "interpella" Icardi sul futuro del nosocomio

Nel novembre scorso in un incontro con Comune, Regione e Asl Cn1 il 'no': "Impossibile, mancano medici". Ora le dichiarazioni del primo cittadino, che sul punto ha contattato l'assessore regionale: "Stiamo cercando di assumere personale proprio perché contiamo, nel prossimo futuro, su un ampliamento dell’orario"

L'ospedale di Ceva

C’è da augurarsi che diventi qualcosa in più di un auspicio, per il futuro dei servizi sanitari sul territorio, quanto comunicato questa mattina dal sindaco di Ceva Bezzone in una nota concernente in particolare il funzionamento dell’ospedale "Poveri infermi" e un ampliamento della copertura oraria assicurata dal suo pronto soccorso.

"Sempre più spesso girano voci su un ridimensionamento, se non addirittura di una chiusura, dell’ospedale di regione San Bernardino a Ceva", scrive il sindaco Vincenzo Bezzone che, in prima persona, ha contattato l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi per porre alcune domande sul futuro del nosocomio. 

Facciamo però un passo indietro. Era il 15 novembre dello scorso anno. E, in seguito all'annuncio dell'apertura della dialisi a Mondovì, si era diffusa la preoccupazione per la chiusura e un ridimensionamento di Ceva (LEGGI QUI).  

In quell'occasione il sindaco aveva indetto una conferenza, con i vertici dell'Asl Cn1 e della Regione, per chiarire la situazione, tranquillizzare la popolazione e rispondere anche ad alcune domande pervenute dal “CO.DI.CE”, il comitato spontaneo nato a favore dell'ospedale, che a più riprese aveva richiesto proprio l'apertura del pronto soccorso in un orario più esteso rispetto a quello attuale: dalle 8 alle 20. 

La risposta era stata chiara: "Non abbiamo medici"

A spiegare la situazione era stato il dottor Giuseppe Guerra, direttore generale dell'Asl Cn1: “Al momento non abbiamo disponibilità di medici per garantirlo, a meno di appoggiarsi alle cooperative, ma in questo caso dipenderà anche dalle scelte del Governo. È una carenza che interessa tutta Italia. La scelta è stata mantenere il Dea 12 ore a Saluzzo e Ceva e 24h e Mondovì e Savigliano, che sono Dea di primo livello. Bisogna fare un’analisi costi e benefici reali”.

Nella stessa sede era stata annunciata la sostituzione dell’impianto Dialisi (osmosi); intervento su antisismica (5 milioni di euro); la progettazione di un nuovo Ospedale di Comunità e la manutenzione delle aree esterne e cura del verde. Ma per il pronto soccorso pareva esserci un destino già tracciato. 

Arriviamo a oggi. Questa volta è il sindaco, che ha già annunciato la propria intenzione di ricandidarsi per un secondo mandato alla guida di Ceva, a riportare l'attenzione sul pronto soccorso e liste d'attesa. "Anche l'utenza dell'ospedale cebano - dice il primo cittadino - lamenta liste di attese infinite, mancanza di medici sul 118 e la chiusura notturna del pronto soccorso. Come si possono risolvere questi problemi?".

"Quello delle liste di attesa - risponde l'assessore regionale Icardi - è un problema non di oggi e interessa tutta Italia, e ora si è acuito per la carenza di medici. In Asl Cn1 ne mancano 66, nonostante siano stati espletati molti concorsi. Certo, anche la pandemia ha aggravato il problema, ma siamo riusciti a recuperare l’arretrato e la Regione ha immesso importanti risorse sia per incentivare il personale dipendente ad aumentare l’attività, sia attraverso il ricorso al privato convenzionato. In particolare, per ridurre le attese su Ceva abbiamo potenziato la Radiologia. Inoltre, il Servizio 118 garantisce una copertura dell’intera area: c’è un mezzo di soccorso avanzato con medico e infermiere di notte a Ceva, mentre la fascia diurna trova copertura a Garessio e in altri ambiti di supporto. 

Il Pronto soccorso per ora è aperto dalle 8 alle 20, nella programmazione regionale lo manteniamo H24 e stiamo cercando di assumere personale proprio perché contiamo, nel prossimo futuro, su un ampliamento dell’orario con apertura di ventiquattr'ore al giorno, sette giorni su sette".

Confermato quindi il trend del buon funzionamento dei servizi attualmente erogati al "Poveri Infermi", potrebbe davvero cambiare qualcosa per il pronto soccorso di Ceva?