Si percepisce a vasto raggio in provincia – ovviamente tra gli addetti ai lavori – che il rinnovo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo sta entrando nel vivo.
Ad Alba, città in cui si andrà al voto tra poco più di tre mesi, ciò vale a maggior ragione perché la partita della Fondazione s’interseca con quella delle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno.
Formalmente non c’è nesso di relazione, ma all’atto pratico ve ne sono molti, dal momento che la nomina è di natura sindacale, compete cioè al sindaco Carlo Bo, che è in procinto di ricandidarsi ma non ha ancora sciolto le riserve.
In questi giorni il mite primo cittadino è sottoposto a pressioni da più parti perché la carica in Fondazione è oltremodo ambìta e qualcuno sogna di poter ritentare quella scalata persa dall’albese Antonio Degiacomi nel 2016 quando, per un voto, perse la partita con Giandomenico Genta.
L’ultimo, grande presidente albese era stato Giacomo Oddero, il patriarca cui la Langa deve eterna gratitudine per la realizzazione dell’omonimo acquedotto risultato fondamentale per lo sviluppo economico del territorio.
In questa tornata ad Alba spetta una sola nomina, a fronte delle due che toccano a Cuneo e Mondovì.
Il bando scade tra una decina di giorni e dopo quella data Bo dovrà scegliere verosimilmente fra tre nomi: Francesco Cappello, Mariano Rabino e Leonardo Prunotto.
Il primo, Cappello (con 2 p), vicepresidente uscente, per quanto albese, era in realtà stato nominato in precedenza dal Comune di Cherasco.
Il secondo, Rabino, è un politico di lungo corso, ex consigliere regionale ed ex parlamentare, ed è attualmente presidente dell’Ente Turismo Langhe-Monferrato-Roero.
Il terzo, Prunotto, è il capo di gabinetto del sindaco Carlo Bo.
Quest’ultimo risulta essere l’uomo gradito a Cirio, per il quale il presidente della Regione (e neo vicesegretario nazionale di Forza Italia) avrebbe espresso al primo cittadino qualcosa di più di una semplice manifestazione di simpatia.
A Rabino, in un recente passato, al primo cittadino sarebbe sfuggita una mezza promessa.
A Cappello, essendo l’unico rieleggibile di tutto il cda uscente della Fondazione ed essendo nella rosa dei papabili per la presidenza caso mai toccasse ad un albese, diventa difficile dire di no.
Bo, dunque, mentre sta mettendo a punto la sua ricandidatura e la coalizione delle liste che lo sosterranno, deve muoversi su questi due terreni, entrambi irti di ostacoli.
É appena il caso di considerare – se le voci che circolano sotto le torri troveranno conferma nei giorni a venire - che l’area che fa riferimento a Rabino è in ebollizione e questo potrebbe costituire per lui una mina vagante nella sua corsa per la riconferma in municipio.