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Attualità | 22 febbraio 2024, 07:12

Scarse piogge e caldo, “in montagna presto saremo di nuovo senz'acqua”

Più una constatazione del cambiamento climatico in corso, che un vero avvertimento quello di Livio Quaranta, presidente dell'ACDA, che gestisce l'acquedotto per 109 Comuni del Cuneese. Intanto Coldiretti rilancia il piano invasi

Scarse piogge e caldo, “in montagna presto saremo di nuovo senz'acqua”

Il cambiamento climatico, che ormai ha accelerato e di cui sono già in corso da almeno tre anni gli effetti, riporta prepotentemente all'attenzione la crisi idrica nelle valli alpine. Quelle stesse valli alpine, che in gran parte la scorsa estate erano state rifornite da autobotti dell'Acda, l'Azienda Cuneese Dell’Acqua S.p.A, partecipata da 109 Comuni per 250mila abitanti.

Si sta parlando però di località residenziali e non così distanti dal capoluogo cuneese.

"Le riserve si stanno esaurendo – spiega Livio Quaranta, presidente Acda -, confidiamo piova presto per rallentare e ritardare la crisi idrica. Anche nevicasse ora, in questa stagione difficilmente potrà resistere e diventare una riserva. In più, non si escludono precipitazioni violente e repentine come nel 2020 e l'anno scorso. Il maltempo ormai è di difficile governo e i cicloni non sono più un fatto isolato”.

Preso atto dell'assenza prolungata di piogge, la situazione in montagna inizia a farsi critica.
Teniamo sotto controllo – continua Quaranta - . Stiamo già ricevendo segnalazioni di crisi delle sorgenti, come nel caso del dato di Ormea di stamattina, che da due sorgenti che davano 7 litri al secondo, stamane erano a 2.5 litri al secondo. Per i residenti può bastare, ma in prospettiva di Pasqua e dei flussi turistici, questo non basterà. La stessa situazione si sta registrando mediamente per tutte le zone di alta valle. Le borgate di Rittana, che si servono da un'altra sorgente, sabato scorso avevano già segnalato criticità, segnalando una riduzione della pressione. Stessa cosa nelle borgate di Demonte, a Rialpo e San Lorenzo, tutto dove è mancata l'acqua la scorsa estate. Per adesso abbiamo garantito il minimo a tutti”.

Se in quota la siccità rappresenta già un problema, in bassa valle la situazione non è altrettanto critica.

In prospettiva – aggiunge il presidente di Acda - , grazie ad alcuni lavori realizzati lo scorso anno, come l'ampliamento della rete intercomunale di Cuneo che collega la basse Valle Stura, tutta la zona basso dronerese, Costigliole di Saluzzo, in questo momento sta diventando utile e la stiamo mettendo a regime. Si è programmato, inoltre, di arrivare a collegare anche la zona bassa di Peveragno, fino a San Lorenzo”.

Interventi che dalla progettazione alla loro realizzazione hanno subìto un rincaro dei costi imprevedibile. “Hanno comportato un aumento dei costi dell'investimento superiore al 20% - precisa Quaranta -.
Nelle valli questi collegamenti, però, non sono possibili e interveniamo con un piano di pulizia delle sorgenti, recuperando quanto possibile e dove non si può fare di più riforniremo con autobotti”.

In quanto agli appelli diffusi all'utilizzo di dighe, il presidente dell'Acda non ha dubbi: “Cogesi stava facendo una mappatura, ma per le medio-alte valli non sarebbero utili. Questo clima sta mettendo in discussione le attività turistiche, le aziende agricole e gli allevatori. Non ci sono soluzioni per le montagne, possiamo sperare piova copiosamente come il maggio scorso”.

La crisi idrica della scorsa estate, però, non ha colpito soltanto le montagne, “ l'anno scorso i pozzi tra Centallo e Busca stavano iniziando ad essere in difficoltà, se la situazione continua come sta accadendo da tre anni potrebbe ripresentarsi più seriamente – continua Quaranta -. Abbiamo messo sensori nelle sorgenti per segnalare quando l'acqua scende al di sotto del livello di emergenza. Ci siamo impegnati in molte attività di preparazione all'emergenza, ma attendiamo le piogge per essere più tranquilli”.

Un problema quello della siccità, che interessa da vicino le aziende agricole e gli allevatori, che hanno dovuto rimodulare il loro lavoro, riducendo i consumi dell'acqua.

Coldiretti Cuneo riporta come la portata d'acqua del fiume Po e di altri fiumi sia dimezzata a causa della riduzione del 25% delle precipitazioni rispetto alla normalità in questo periodo.

L’assenza di piogge e la poca neve caduta – evidenzia Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo – mettono a rischio, infatti, le semine di cereali e legumi, i pascoli, l’ortofrutta, le vigne. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli e tale obiettivo richiede un impegno ed una maggiore flessibilità da parte delle Istituzioni competenti. In questo scenario, serve un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione idrica ed è necessario, attraverso un’attenta pianificazione, mettere in atto interventi strutturali per efficientare le risorse idriche, anche attraverso l’impiego dei fondi dello Sviluppo rurale”.

Servono anche investimenti con progetti di lungo respiro – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con ANBI che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica”.

Sara Aschero

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