/ Attualità

Che tempo fa

Attualità | 22 febbraio 2024, 17:42

Bruno Ceretto al traguardo dei suoi 'primi' 87 anni: "Ho vissuto tante vite, ma resto un uomo di Langa"

Produttore, barolista e presidente della Fondazione Ospedale Alba-Bra, si confida a cuore aperto. "Nella mia vita non sono mai mancate la voglia di costruire e la libertà. Ora il mio regalo più grande è la famiglia"

Bruno Ceretto, presidente Fondazione Ospedale Alba Bra (foto Barbara Guazzone)

Bruno Ceretto, presidente Fondazione Ospedale Alba Bra (foto Barbara Guazzone)

Ci sono viaggi vorticosi che possono durare solo pochi minuti. Sono quelli che si fanno attraverso i ricordi e racchiudono emozioni, fotogrammi, insegnamenti.

Bruno Ceretto compie oggi 87 anni, ma non si identifica in un ruolo, il presidente della Fondazione Ospedale Alba-Bra o in quello di uno dei più famosi imprenditori vitivinicoli. “Sono semplicemente un uomo di Langa, un uomo costruttivo. Ho grande rispetto per chi sta all’opposizione, per chi studia come stanno le cose, che ha le sue idee ed è libero di esprimerle e di lottare per queste. Mi ricorda un po’ la filosofia del ‘langhetto’ che sta alla finestra, ma non la chiude tutta. Vuole vedere cosa fa il vicino e appena ne avrà la possibilità, si alzerà presto al mattino e cercherà di fare del suo meglio e di superarlo”.

Le Langhe tornano spesso nel discorso, come luogo di bellezza, come fucina di persone eccellenti e sfondo dei ricordi. “Ho vissuto anche io la malora, ma in campagna riuscivamo a trovare la farina e a fare il pane, quante mele e polenta che ho mangiato". I ricordi vanno ancora più indietro al fascismo: “Ho fatto il balilla per una settimana, ho ancora il ricordo del fucile di legno, di mia madre antifascista convinta, contadina, a cui devo tutto la mia educazione”.

Le Langhe diventeranno anche il centro di una rivoluzione imprenditoriale e culturale. Il pensiero di Ceretto è denso, ma preciso. “Ad un certo punto è arrivato il valore più grande, quello delle persone sfidanti, dei grandi imprenditori come Michele Ferrero, Giuseppe Miroglio, Ferruccio Stroppiana. C’era un grandissimo rispetto per il lavoro a tutti i livelli e si correva tanto, dal primo all’ultimo”.

Per un momento si torna al presente, come attraversati da un bagliore. “Ogni mattina quando mi lavo i denti e mi guardo allo specchio, mi ricordo di sorridere, anche se per me è un momento difficile legato alla salute. Mi ripeto spesso che sono un uomo fortunato. Nei miei luoghi cerco la bellezza e la sposo, le nostre colline sono così curate che nemmeno i giardinieri della Regina Elisabetta avrebbero saputo fare meglio. Sono nato in una terra benedetta che ha imparato a fare dell’accoglienza il proprio vanto”.

Un altro ingrediente che non può mancare nella sua vita è la solidarietà. “Donare è un’esperienza impagabile ed è per questo che il mio lavoro nella Fondazione e in diverse onlus mi appassiona, come mi appassionano le cose semplici, lo stesso bar periferico, quattro chiacchiere con tutti, dal detenuto all’operaio. Così si capisce la realtà, sempre stando un po’ defilati”.

La ciliegina sulla torta arriva però alla fine. Ceretto ne parla con la voce delicata, come di chi vuole proteggere qualcosa di piccolo e fragile, ma che dà vigore ed energia: la famiglia. “È il perno della mia vita e festeggerò con i miei parenti il compleanno. Sarò al tavolo con i miei 8 nipotini, che hanno dagli 8 ai 20 anni, magari parleremo del teorema di Pitagora. Sono un uomo fortunato”.

Daniele Vaira

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A FEBBRAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium