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Sanità | 20 febbraio 2024, 07:13

Il Pronto Soccorso pediatrico non sarà più al quarto piano del Santa Croce di Cuneo

A partire dal prossimo mese di giugno sarà trasferito in un'area del Pronto Soccorso generale. La dottoressa Tappi, primario della Pediatria: "Una riorganizzazione necessaria per questioni logistiche e di carenza di infermieri pediatrici"

Il Pronto Soccorso pediatrico non sarà più al quarto piano del Santa Croce di Cuneo

La notizia sta circolando da qualche settimana: il Pronto Soccorso Pediatrico, dal prossimo mese di giugno, non sarà più al quarto piano dell'ospedale Santa Croce di Cuneo, dove c'è il reparto di Pediatria, ma sarà in un'area del Pronto Soccorso per adulti.

Verranno allestite due stanze per le visite pediatriche - una per l'infermiere e una per il medico pediatra - e due sale d'attesa, per garantire uno spazio protetto ai pazienti fragili rispetto ai pazienti infettivi.

Una determinazione della Direzione Generale che risponde a due esigenze: liberare spazi nel reparto di Pediatria, dove verrà probabilmente trasferita la Neuropsichiatria Infantile, ora al Carle, che dal prossimo mese di luglio sarà per una buona parte interessato da importanti lavori di adeguamento antisismico. Questo comporterà, inevitabilmente, il trasferimento di molte attività sanitarie dalla sede di Confreria a quella di Cuneo. Gli ambulatori pediatrici, per esempio, saranno spostati per accogliere il servizio di mammografia.

Questo uno dei motivi alla base di questa nuova riorganizzazione.

Ma non è la sola: c'è anche la necessità di alleggerire una parte di attività in capo al personale infermieristico della Pediatria stessa. In un contesto di carenza di infermieri pediatrici, si è quindi optato per trasferire la gestione del Pronto Soccorso pediatrico agli infermieri che valutano i pazienti adulti. 

Si potrà obiettare che già da diverso tempo il triage dei bambini venisse fatto al Pronto Soccorso per adulti. In parte è così, per le indicazioni vincolanti del periodo Covid. Il primo triage veniva fatto al piano meno 1; il secondo sempre al quarto piano, da personale pediatrico.

Da giugno, invece, ci sarà solo il Pronto Soccorso generale, all'interno del quale ci sarà un'area pediatrica. Chi farà il triage e chi assisterà i bambini non sarà personale infermieristico pediatrico, ma personale infermieristico preparato principalmente per la gestione e la valutazione di persone adulte.

Questo personale affronterà, nei prossimi mesi, un percorso di formazione e affiancamento, perché la valutazione di un bambino è molto diversa da quella di un adulto, anche a parità di sintomo: un cinquantenne che si presenta con un dolore toracico viene trattato quasi certamente come un paziente che potrebbe avere un infarto in atto. Ma non è così se il dolore toracico è lamentato da un bambino. Cambiano, inoltre, i parametri vitali: la pressione, il battito cardiaco o i valori del sangue. Il prelievo venoso di un bambino di due anni richiede competenze diverse rispetto al prelievo su un trentenne.

"La formazione di un infermiere non specializzato in ambito pediatrico dura parecchi mesi. Questo è il tempo necessario, una volta in Reparto, per avere la competenza totale in questo ambito così specifico", spiega la dottoressa Eleonora Tappi, primario della Pediatria dell'ospedale di Cuneo e istruttore di triage pediatrico. "Affiancheremo e formeremo gli infermieri del Pronto Soccorso per adulti, ma il tempo a disposizione è davvero poco, oltre al fatto che lavorare con i bambini richiede una certa attitudine. Toccherà a loro fare il triage e assegnare il codice di priorità. Ci sarà il medico pediatra, ma non gli infermieri pediatrici, che non saranno più impegnati nell'attività di Pronto Soccorso". 

Il grande punto di domanda riguarda, ovviamente, i tempi di attesa. Ma, rassicura la Tappi, "questi non cambieranno. Il pediatra visiterà con gli stessi ritmi con cui è sempre riuscito a visitare al quarto piano".

La dottoressa evidenzia come questa riorganizzazione sia necessaria per le ragioni che abbiamo già esposto e sia anche positiva per quanto riguarda il trattamento dei piccoli pazienti ortopedici, che non dovranno più fare su e giù per radiografie e valutazione ortopedica. 

Resta, però, il dubbio sulla formazione degli infermieri: un percorso di 35 ore può sostituire anni di lavoro con i bambini e la specializzazione in ambito pediatrico di chi lavora con la dottoressa Tappi? "Cercheremo di dare l'assistenza migliore possibile, come sempre - conclude la primaria. Certo, un minimo di preoccupazione c'è, così come sarà necessario rodare tutti i meccanismi di questa riorganizzazione importante. Sono comunque certa che lavorare insieme, medici e infermieri con competenze professionali diverse, sarà un'occasione di crescita per tutti". 

Quanto durerà? "Al momento non lo sappiamo, non è escluso che resterà così fino a quando avremo il nuovo ospedale, che consentirà di strutturarci ex novo in modo efficace e funzionale. Quella della separazione del Pronto Soccorso pediatrico è una linea di indirizzo del Ministero che l'ospedale di Cuneo aveva adottato. Da giugno non sarà più così perché ci sarà un solo Triage, che avvierà a percorsi distinti per adulti e per bambini, in aree adiacenti. Ma, su questo voglio rassicurare l'utenza, i bambini saranno visitati sempre da un pediatra".

Barbara Simonelli

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