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Attualità | 17 febbraio 2024, 13:59

Progetto ConCerti: doppio incontro sulle Comunità Energetiche a Salmour e Castelletto Stura

Gli imprenditori locali sono stati informati sulle opportunità e sollecitati a fornire i propri dati al fine di porre le basi per la "rivoluzione" delle CER

Progetto ConCerti: doppio incontro sulle Comunità Energetiche a Salmour e Castelletto Stura

E’ in fase di passaggio alle prime azioni operative l’ambizioso progetto ConCERTI – Consorzio bealera maestra per le CER e la Transizione ecologica Inclusiva, che prevede la costituzione formale di una aggregazione di soci pubblici e privati per la costituzione di una serie di Comunità Energetiche.

Nella settimana che si sta concludendo due sono stati i momenti pubblici dedicati alle imprese del territorio: uno organizzato martedi 13 febbraio a Salmour ed uno giovedi 15 febbraio a Castelletto Stura. Entrambi gli eventi hanno visto una buona presenza di pubblico.

La nostra redazione ha presenziato al primo, al fine di poter acquisire a fare sintesi, per i nostri lettori, di quanto stia, per cosi dire “bollendo in pentola”.

Nella sala polivalente di Salmour ha portato il suo saluto il Sindaco Roberto Salvatore, il quale in piena onestà intellettuale ha definito l’argomento tutt’altro che semplice, ma base necessaria per opportunità inedite correlate alla possibilità di socializzare una serie di vantaggi non da poco.

Claudio Ambrogio, Sindaco di Bene Vagienna, ha introdotto la serata nel suo ruolo di presidente del consorzio irriguo “Bealera Maestra”, che si è proposto come ente aggregatore per coordinare comuni e privati di un territorio che va da Cuneo a Cherasco: “Ricordo sempre con grande soddisfazione che siamo stati designati destinatari da bando di una somma di oltre settanta milioni di euro per modernizzare ed efficientare la rete irrigua da noi gestita. Il primo progetto della bealera risale a oltre 500 anni fa quando la Contessa Paola Gambara Costa ebbe l’intuizione di far costruire il primo canale irriguo del sistema e, a distanza di cinque secoli, abbiamo la possibilità, con fondi PNRR, di far fare un passo avanti tecnologico non da poco, con la copertura dal canale al fine di installare un sistema di pompaggio ad alta pressione utile soprattutto nei momenti di siccità. Parallelamente verranno sistemate lungo l’asta ben tre centraline idroelettriche con una produzione garantita H24. I lavori sono già iniziati nel territorio di Castelletto. Come ipotizzato nella prima bozza di studio della Comunità Energetica, che abbiamo elaborato insieme a Marco Bailo, sindaco di Magliano e realizzatore della prima CER in Italia, e al professor Olivero, tale produzione fungerà da base per la stessa: il risparmio sulla bolletta elettrica relativa al pompaggio dell’acqua irrigua sarà la prima di una serie di azioni che abbiamo intenzione di attuare.”

La relazione generale sullo stato dell’arte rispetto al percorso verso la CER, piatto forte della serata, è stata fatta dal professor Sergio Olivero del politecnico di Torino, uno dei massimi esperti della materia: “Quello che diremo stasera è un po’ un “antipasto” delle possibilità che la costituzione e la corretta gestione di una Comunità Energetica potrà offrire al territorio. Il grosso arriverà nel 2025. Innanzitutto: la CER è un soggetto giuridico, nient’altro che una azienda senza scopo di lucro.

Tre sono i tipi di figura che la compongono: consumatori, produttori e “prosumer” – produttori/consumatori -, i quali non fanno altro che immettere e consumare energia. Quanto più i consumatori utilizzano l’energia prodotta nella rete formalmente costituita, tanto più si hanno incentivi, che allo stato attuale valgono circa 100 euro al Kilowattora.”

Il professor Olivero ha poi specificato che il produttore ottimale è una piccola o media azienda che sta immaginando di dotarsi di un nuovo impianto fotovoltaico, soggetto che trova nel team messo insieme dal progetto ConCERTI una sorta di equipe di consulenza che aiuta a definire i dettagli ottimali del nuovo impianto al fine di un vantaggio del singolo, che diventa vantaggio collettivo.

Ad oggi la legge prevede che le CER abbiano un dimensionamento territoriale pari ad una cabina elettrica primaria, per cui si tratta di una configurazione complessa che richiede una serie di competenze sulla quali l’improvvisazione è da escludere: serve una squadra di avvocati, tecnici, ragionieri molto preparata.

Il valore di soglia di una CER, definito da normativa, è l’80%, nel senso che, sia la percentuale di energia consumata che la percentuale di quella prodotta all’interno della rete della Comunita Energetica, non dovrebbero mai discostarsi da quel valore, al fine di garantire all’intera collettività i vantaggi del caso.

Alla base del discorso sono stati definiti incentivi a fondo perduto che coprono il 40% del costo di realizzazione per i nuovi impianti, garantiti fino al 2026, ma la sfida più importante per una collettività che si appresta ad avviare un progetto di CER è forse la capacità di “stare in piedi”, cioè mantenere nel tempo, con le successive aggregazioni, un equilibrio che tenga conto di tutti i parametri di legge al fine di poter usufruire del massimo degli incentivi, tenendo anche conto della incostanza della produzione fotovoltaica, dipendente ovviamente dal sole, e della variabilità dei consumi nelle varie fasce orarie.

A regime una Comunità Energetica, per ogni kilowattora, ha ancora l’introito dei 90 euro, già presente per chi, producendo singolarmente, immette in rete. L’appetibilità dell’aggregazione sta nel fatto che a questi si aggiungono circa altri 100 euro (variabili ad oggi tra 60 e 130) di incentivo più altri 9 euro, che vengono assegnati per “mancate perdite di rete”, cioè per il fatto che l’energia è scambiata a filiera corta, cioè su un territorio circoscritto.

Moltiplicando 100 euro per 365 giorni per 24 ore, si ha una somma superiore agli 800.000 euro, cioè circa 80.000 euro a Megawatt installato, per ogni annualità.

La suddivisione di tali risorse tra i soci è demandato in toto alle discussioni e relative decisioni prese all’interno della assemblea del collettivo facente parte della CER.

Il professor Olivero si è poi soffermato a specificare le possibili figure giuridiche che può assumere una Comunità Energetica: “Quattro sono i potenziali assetti giuridici: la forma associativa (riconosciuta o non), che ha lo svantaggio del fatto che all’eventuale “fallimento” di una CER devono rispondere i soci di tasca propria; la società consortile, una forma appetibile soprattutto per i soci aderenti in forma di impresa; la fondazione di partecipazioni, una forma che sembra essere la più gradita alla Corte dei Conti, ma che può agire esclusivamente tramite procedimenti appesantiti dall’obbligo dell’evidenza pubblica ed infine la forma cooperativa, anche se il principio “una testa un voto”, per un collettivo così variegato, diventa di difficile gestione. E’ dunque importante decidere bene all’inizio per partire in modo lineare e proficuo”.

Proprio al fine di definire bene la partenza della CER, o meglio: delle CER, in costituzione, dato che il territorio su cui si propone di operare ConCERTI mette insieme la pertinenza di ben otto cabine elettriche primarie, il gruppo di lavoro dei tecnici procederà a censire dapprima le imprese interessate e poi la utenze domestiche potenziali consumatrici.

Ancora Olivero: “In punta di metafora, le possibilità di una CER vanno immaginate alla stregua di un iceberg: ciò che emerge dall’acqua sono gli incentivi di cui abbiamo parlato, definiti dal Dlgs 199 del 2021 e dettagliati nel Decreto attuativo di fine gennaio 2024. Nella parte sommersa dell’ipotetico iceberg, che è la sezione più sostanziosa, verranno via via dettagliate le opportunità delle Comunità Energetiche, a partire dai bandi ENEL che si prefiggono di trovare delle soluzioni sostenibili per la copertura della domanda di energia nei momenti di massimo costo della stessa: le CER potranno ad esempio venderne della propria attraverso una piattaforma digitale che le coordinerà, introitando i relativi guadagni. Un’altra possibilità “sommersa”, per restare in metafora, è la eventuale costituzione di consorzi tra Comunità Energetiche, una specie di piccole multiutility, come si prefigge di diventare ConCERTI, a partire da una base solida e costante di produzione idroelettrica di due Megawatt nelle condotte della Bealera Maestra.

Dalla interlocuzione derivata da alcune domande del pubblico, è poi stato fatto il punto su alcuni dettagli: il fatto, ad esempio, che gli impianti che possono sicuramente rientrare negli incentivi debbano essere attivati dopo la costituzione della CER. Peraltro quelli realizzati prima del 2021 sono sicuramente non candidabili, mentre quelli che vanno dal 15 novembre 2021 ad oggi potrebbero essere ripescati per qualche incentivo, ma tutto dipenderà dalle norme del regolamento in uscita presumibilmente il 23 febbraio 2024. Gli impianti più vecchi potranno però essere a disposizione delle CER per cedere energia nel momento in cui non vengono utilizzati direttamente, con un prezzo di vendita di circa 150 euro al kWh.

E’ emerso pure che le grandi imprese, come definite da normativa, non possono essere socie di una CER e che il Decreto di gennaio ha previsto che il 40% degli introiti della CER vanno vincolati a progetti sociali sul territorio di competenza, vantaggio importante per le amministrazioni, che potranno individuare Case di Riposo, Onlus, Associazioni di Volontariato cui destinare tali preziose risorse, corrispondenti a circa trentamila euro a Mw installato, per ogni anno.

A conclusione della serata il collegamento in remoto con il dottor Sartori ha permesso alla platea di imprenditori di ragionare su una simulazione teorica schematizzata.

Con le regole attuali, e al netto dei dettagli che verranno pubblicati nel regolamento in uscita a fine febbraio, sull’ipotesi di simulazione analizzata di una CER “ideale” composta da trentotto soci - di cui venti unità residenziali, un comune, una scuola, quattro uffici, cinque aziende consumatrici, sei aziende “prosumer” e una azienda produttrice -, i dati sono risultati più che confortanti.

Infatti, ipotizzate, a prezzi attuali, una spesa totale di energia del gruppo di utenze attestata su circa 163.000 euro l’anno e una entrata totale annuale, da parte delle sette unità che producono energia, di circa 51.000 euro, se i trentotto singoli si riunissero formalmente in una CER, gli introiti aggiuntivi all’anno da redistribuire potrebbero attestarsi su una cifra vicina ai 73.000 euro, risorse che tale collettivo, per cosi dire: butterebbe via, non decidendo di costituirsi in Comunità energetica.

“L’esempio fatto” hanno concluso Ambrogio e Olivero “costituisce sì una simulazione, ma basata su dati reali e fa ben capire le occasioni mancate dal territorio nel caso in cui fallisse, o non fosse nemmeno tentato, il percorso di costituzione in CER!”

L’ultima sottolineatura fatta dal professor Olivero è quella relativa al rapporto con il mondo finanziario, il quale sarà tanto più propenso a finanziare e sostenere economicamente una realtà costituita in Comunità Energetica quanto più essa possa dimostrare, dati alla mano, di essere tecnicamente equilibrata, resiliente e avveduta nei confronti delle occasioni, e alle sfide, che le si pareranno davanti nei prossimi anni.

I piccoli capannelli di fitta discussione creatisi spontaneamente alla fine della serata fanno immaginare che l’illustrazione, dettagliata ma di fatto molto comprensibile, fatta dal professor Olivero sulle molte possibilità date dal progetto ConCERTI, possano aver incuriosito e stuzzicato la platea, mentre lo step successivo alle due prime serate consisterà nella solerte e precisa raccolta dati delle realtà imprenditoriali interessate che sono state più volte sollecitate a compilare nel modo più dettagliato possibile il form digitale che nelle prossime ore verrà inviato via posta elettronica a chi ha lasciato il proprio indirizzo.

La prossima settimana i promotori hanno infine previsto una lunga e determinante riunione che avrá come risultato la costituzione della figura giuridica di base per il nascente collettivo che diventerà Comunità Energetica.

 

Fabrizio Biolè

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