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Eventi | 10 febbraio 2024, 20:00

Dopo 9 anni a Bellino torna la Beò, un’antica festa di popolo

L’antica sfilata che rievoca la cacciata dei Saraceni dal paese dell’alta valle Varaita prende il via domani, domenica 11 febbraio, alle 14 da Borgata Chiazale. Si replica martedì 13 febbraio con la conclusione della rievocazione storica

La Beò di Bellino (credits: Tiziana Gallian)

La Beò di Bellino (credits: Tiziana Gallian)

Domani, domenica 11 febbraio, e martedì 13 febbraio a Bellino torna la Beò. Dopo 9 anni di assenza dall’ultima rappresentazione della “Beò de Blins” avvenuta nel febbraio 2015, la manifestazione che rievoca la cacciata dei Saraceni dal paese dell’alta valle Varaita ritorna con il grande entusiasmo dei partecipanti.

Il sindaco di Bellino Mario Munari: Siamo contenti che a 9 anni di distanza dall’ultima rappresentazione avvenuta nel febbraio del 2015 torni la Beò. È una manifestazione molto sentita in paese che si inizia già a preparare un anno prima con le donne che srotolano i nastri colorati  ‘bindel e sonchet’ e i vestiti dei protagonisti dagli armadi.

Da tradizione la Beò ricorre ogni tre anni, ma l’edizione del 2018 non si era rappresentata in seguito a un grave lutto che aveva colpito il nostro paese, mentre nel 2021 era stata abolita a causa della pandemia. Finalmente ritorna! Auguro buona Beò a tutti. E mi raccomando non chiamatela Carnevale!”.

In questa edizione cresce il numero di figuranti, che in questa edizione saranno ben 53.

Rispetto alle Baìo di Sampeyre e di Becetto che vietano, come da tradizione secolare, la partecipazione alle donne (sono infatti ragazzi e uomini a vestire i panni del ‘gentil sesso’), nella Beò di Bellino dal 1999 è stata ammessa la partecipazione femminile.

Tiziana Gallian, guida turistica di Bellino che domani vestirà i panni del ‘gingolo’, un personaggio che fa un po’ da ‘apripista’ facendo largo tra il pubblico allontanandolo nei luoghi più stretti durante il passaggio del corteo e durante le danze, attirando l’attenzione battendo dei coperchi per fare rumore, spiega: “Tutti i partecipanti alla Beò sono originari di Bellino o hanno comunque un legame con il paese. Dal ritorno della nuova edizione nel 1999, essendoci pochi partecipanti si era deciso di aprire alle donne. Che vestono i panni delle ‘sarazine’ o della sposa che si accompagna allo sposo e della dama con il cavaliere. La ‘Vieio’ (la vecchia) è sempre rappresentata da un uomo che si affianca a ‘luo Viei’, il personaggio più anziano del corteo. I più giovani sono i 10 bambini 'picunier'.

Una particolarità della Beòconclude Gallianè che a questi personaggi è assegnato un ruolo più comunicativo, ossia la responsabilità di recitare tutti i dialoghi in lingua occitana; di conseguenza, solitamente questa parte è interpretata da individui dotati di eloquenza e spirito umoristico. Tutti i dialoghi sono comunque tradotti per il pubblico”.

LA STORIA DELLA BEÒ DI BELLINO

A riportare in auge la Beò di Bellino nel 1999 è stato il compianto Matteo Richard (mancato nel 2017), principale artefice della rinascita della manifestazione che non si teneva dal 1959 a causa, tra le varie motivazioni, anche dello spopolamento del paese dell’alta valle Varaita.

Le Baìe che si svolgono in valle (come quella di Sampeyre ogni 5 anni) si distinguono dalla Beò di Blins per la maggiore teatralità, lo spazio per l’estro e l’improvvisazione. Nel passato, l'antica festa di popolo poteva svolgersi annualmente oppure subire interruzioni più o meno lunghe a causa di conflitti bellici, gravi avvenimenti locali o eventi luttuosi.

Nonostante siano stati espressi molti significati della Beò, le opinioni continuano a divergere.

La tesi più accreditata la considera un momento rievocativo di un epico evento avvenuto intorno all’anno 1000: la cacciata dal Vallone di Blins dei predoni saraceni, responsabili di gravi soprusi contro la popolazione.

La presenza nel corteo della Beò di figure di origine orientale come les Sarazines e lou Turc, liberati anch’essi dalla condizione di schiavitù imposta dai saraceni, rafforza questa interpretazione.

Immancabili i 'sapeur' che spezzano le barriere, costruite con i tronchi a colpi d'ascia. E i 'sounador' che con le loro note rallegrano e scandiscono i passi del corteo con molti altri figuranti come 'l'arlechin', il 'medic', 'lou monsù' e 'la damo'.

Altre ipotesi la vedrebbero originata nell’ambito delle Medioevali ‘Compagnie dei Folli o dei Giovani’, presenti in molte zone del basso Piemonte e coinvolte nell'organizzazione del Carnevale.

La variopinta comitiva segue un rituale tramandato nei secoli.

Dopo la rappresentazione di domani, domenica 10 febbraio, la Beò di Bellino torna martedì 13 febbraio quando si rappresenterà la ‘conversione’ del ‘lou Turc’ (il Turco).

“Pronunciando parole indecifrabili - spiega Tiziana Gallian - si trova a dividere o a superare il corteo, emergendo come il personaggio più stravagante: quando si trova davanti a una croce, una chiesa o un pilone votivo, scappa più volte, essendo di fede pagana. Verrà convertito martedì, giorno in cui si conclude la Beò con il tradizionalelou chichou’, un fantoccio di paglia che verrà dato alle fiamme, come da antica tradizione per concludere la festa della Beò e come simbolo della fine dell’inverno”.

LA SFILATA DI DOMENICA 11 FEBBRAIO

La sfilata prenderà il via domani, domenica 11 febbraio alle 14.00 dalla borgata Chiazale di Bellino e si snoderà tra Celle e Prafauchier, i Cartier n'Aut (i quartieri alti) del comune di Bellino.

Dove ci saranno le barriere formate dai tronchi per fermare i saraceni delle barriere saranno allestiti dei tavoli per il ristoro dei partecipanti alla sfilata.

La festa si concluderà alle 21.30 con balli tradizionali, aperti a tutti, nei locali dell'ex scuola elementare di Celle, dove sarà in funzione un servizio bar.

Martedì 13 febbraio si replica sempre alle 14.00, partendo da borgata Chiazale.

L’evento è stato organizzato, con il patrocinio del Comune di Bellino, dal Comitato festeggiamenti Santo Spirito in collaborazione con il Rifugio Melezè, la locanda Enventòour,  l'agriturismo Lou Saret, la Trattoria del Pelvo.

Anna Maria Parola

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