A Carnevale ogni libro vale. Racconti, avventure, filastrocche, illustrazioni, ma anche maschere per non dimenticare le tradizioni. E quando si parla di maschere non si può non pensare a Zorro, forse il costume più di successo tra i bambini. In fondo, per fare Zorro ci vuole ben poco: un cappello, un mantello, una benda per gli occhi, una spada con cui tappezzare la città di Z.
Isabel Allende, scrittrice sudamericana conosciuta in tutto il mondo, ha scritto un’immaginaria biografia sulla vita di Don Diego de la Vega, dal suo concepimento fino a quando non decide di consacrare la sua vita ad aiutare il popolo, nascosto dietro la maschera di Zorro.
“Zorro. L’inizio della leggenda” è un prequel al romanzo “The mark of Zorro”, scritto da Johnstone McCulley nel 1919 e pubblicato a puntate sulla rivista All-Story Weekly (Link), che ha ispirato l’omonimo film e soprattutto la serie Disney degli anni ‘60 che ha reso Zorro famoso agli occhi del mondo.
Partiamo dall’inizio. Zorro (che in spagnolo significa “volpe”) è figlio del nobile spagnolo Don Alejandro de la Vega, proprietario di un terreno nella colonia spagnola della California, e l’india Toypurnia, che si era battuta per i diritti del suo popolo con una maschera da lupo, finché non ha incontrato la lama del suo futuro marito.
Civetta Bianca, madre di Toypurnia, sciamana e capo della tribù india, consacra il nipote e suo “fratello” Bernardo (nato lo stesso giorno di Diego dalla serva e amica india di Toypurnia che ha allattato entrambi i bambini) all’età adulta secondo il rito di iniziazione della tribù, momento nel quale una volpe salva la vita a un Diego morente per il veleno di un morso di serpente, evento che rivela al ragazzo il suo animale totemico, uno “zorro” appunto.
Ma i colpi di scena non finiscono di certo qui: dalla fanciullezza al viaggio a Barcellona per completare gli studi fino al ritorno in California di un Diego ormai adulto si succedono la cattura di un orso bruno, attacchi di indios, cure miracolose di Civetta Bianca, viaggi in mare, l’affiliazione con il gruppo massonico La Justicia, l’amicizia con un gruppo di gitani, l’amore non corrisposto per la bella Juliana… e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, la storia del cavaliere vestito di nero la conosciamo tutti, ma è sempre di moda. Come il costume di Zorro alle feste di Carnevale.