Attualità - 06 febbraio 2024, 09:05

In piazza Boves, tra silenzio, rassegnazione e la rabbia di chi ci vive o lavora

La testimonianza del 39enne derubato in piazza venerdì scorso ha riacceso la questione della sicurezza in piazza Boves. Nell'ascensore del parcheggio è affissa una lettera datata 15 dicembre 2023 e indirizzata a sindaca, Questore, Prefetto e Carabinieri, alla quale nessuno avrebbe risposto

In piazza Boves, tra silenzio, rassegnazione e la rabbia di chi ci vive o lavora

C'è molta rabbia in piazza Boves all'indomani dell'articolo uscito ieri su Targatocn nel quale un 39enne cuneese ha raccontato di quanto accadutogli lo scorso venerdì, attorno alle 20, quando gli è stato sottratto il cellulare, che gli è poi stato restituito, un paio d'ore più tardi, solo a fronte del pagamento di 100 euro.

C'è rabbia, in particolare tra i commercianti della piazza. Ci sono negozi, locali per aperitivi e ristoranti che temono le ricadute negative sulle loro attività, per le quali hanno investito soldi e impegno. E poi c'è chi in piazza ci abita e che ormai non dorme più, tra schiamazzi, risse e musica alta fino alle quattro della mattina. Anche loro temono che il valore dei loro immobili cali. 

L'intenzione è quella di agire per tutelare i propri interessi, economici e di vita privata.

Con i fatti, perché di parole, su piazza e in piazza Boves, ne sono state fatte tante. I passaggi delle Forze dell'ordine non bastano più. Pare che l'impunità, appena cala il buio, in quell'area della città sia totale.

Chi vive e lavora in quella piazza si sente abbandonato dalle istituzioni. In piazza si continua a spacciare, sono continue le risse, è continuo il via vai nella zona del parcheggio multipiano e dove, anche chi ha un garage privato, dopo una certa ora non scende più. 

Proprio all'interno dell'ascensore del parcheggio è affissa una lettera datata 15 dicembre 2023. E' indirizzata alla sindaca, al Prefetto, al Questore e al Comando carabinieri della città. Una lettera, che, ci dicono, non ha sortito alcun effetto. Anzi, la situazione è costantemente peggiorata.

Tra i vari destinatari della missiva, è il Comune di Cuneo quello a cui viene imputata la maggiore responsabilità, in particolare per la concessione della licenza ad un locale che resta aperto fino alle 4 della mattina. "Da quando ha aperto, la situazione è precipitata", sottolinea un commerciante.

Nella lettera si parla della costante presenza di "persone nulla facenti che bivaccano per l'intera giornata, soprattutto nelle ore serali e notturna, assumendo atteggiamenti molesti e minacciosi nei confronti di coloro che accedono ai locali posti ai piani interrati". Persone spesso in stato di alterazione da alcolici o da altre sostanze, che vengono spacciate quotidianamente in quei locali.

"Prima che succeda qualcosa di irreparabile, si chiede che vangano presi i necessari provvedimenti, a partire da un aumento dei controlli delle forze dell'ordine", presso le quali sono già state sporte numerose denunce anche per i continui atti vandalici. Si chiede anche un incontro con un "esperto" che possa indicare interventi utili a migliorare una situazione che, chi vive e lavora in piazza Boves, non regge più. 

"Siamo tutti esasperati. Prima o poi qualcuno si farà giustizia da solo", è l'amara conclusione di un residente

Barbara Simonelli

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