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Viabilità | 05 febbraio 2024, 07:17

"Paghiamo sempre di più per avere sempre meno": la rabbia dei pendolari della Granda per l'aumento degli abbonamenti dei treni

Una lunga lettera del Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile (Co.M.I.S.) evidenzia l'insoddisfazione degli utenti, costretti ad un esborso sempre più alto a fronte di ritardi, cancellazioni e corse che non sono mai tornate al periodo pre-Covid

"Paghiamo sempre di più per avere sempre meno": la rabbia dei pendolari della Granda per l'aumento degli abbonamenti dei treni

Il Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile (Co.M.I.S.) è un'associazione regionale alla quale aderiscono vari comitati provinciali di pendolari, tra i quali quello della linea Cuneo-Torino. 

Un gruppo di persone che ambisce ad essere interlocutore con l'Agenzia della Mobilità Piemontese per cercare di risolvere le criticità del sistema di trasporto ferroviario nella regione.

In un lungo e circostanziato rapporto, il Co.M.I.S. ha espresso il proprio disappunto per l'annunciato aumento del costo, in media del 3,6%, degli abbonamenti per i pendolari e dei biglietti singoli, approvato con una delibera dall’Agenzia della Mobilità Piemontese in ottemperanza ad una legge regionale del 2013. L'aumento si concretizzerà dal 1 luglio e va ad aggiungersi agli aggiustamenti degli ultimi due anni, del +5,45% nel 2022 rispetto al 2021 e del +5,88 lo scorso anno.

"Riteniamo tale provvedimento inappropriato e ingiustificato in quanto non supportato da un servizio efficiente ed adeguato. L’acquisto di un qualsiasi titolo di viaggio, corsa semplice o abbonamento, determina la stipula di un contratto tra il cliente ed il vettore, che obbliga entrambi a rispettarne i dettami: da una parte il versamento del costo ed il rispetto delle regole di viaggio e dall’altra la corresponsione del servizio alle condizioni, orari e modalità stabilite dall’azienda fonitrice. Riscontriamo purtroppo che queste clausole vengono frequentemente disattese, dagli utenti per mancanza di rispetto dei beni pubblici, e dai vettori, sicuramente la parte contrattuale più forte, in quanto a puntualità, garanzia del servizio, pulizia dei mezzi ed informazioni ai viaggiatori", scrive il Comitato.

Il 96% degli utenti intervistati tramite social, su un totale di 150, ha rilevato come il servizio, dal 2019, sia peggiorato. C'è stato anche il Covid, periodo rispetto al quale il Piemonte è l'unica regione d'Italia a non essere tornata al servizio precedente, "con corse mancanti anche su direttrici importanti ed intere aree prive di collegamenti nei fine settimana e nei festivi".

Per quanto riguarda la provincia Granda, su 191 persone che hanno risposto al sondaggio, il 77% ritiene il servizio ferroviario insufficiente e il 13% scarso. Tra le ragioni, il costo pesa per un 24%, i ritardi e le cancellazioni per un 39 e un 13% lamenta la riduzione del servizio.

Segnalati spesso i forti disagi sulla linea internazionale Cuneo - Ventimiglia, sovente per carenza di materiale rotabile che obbliga a situazioni disagevoli ed a condizioni di viaggio indecenti.

La provincia di Cuneo soffre inoltre di carenze che si portano avanti da decenni, vedi il mancato raddoppio tra Fossano ed il capoluogo, le linee ferroviarie sospese che lasciano scoperte intere aree molto popolose (ad es. il Saluzzese), i collegamenti verso la Liguria anche nell’ottica del trasporto delle merci.

Anche nel quadrante sud-est la situazione non è migliore: la neo riattivata Asti - Alba necessiterebbe di corse ogni ora, attualmente sono 12 nei due sensi, ed un rinforzo per i treni utilizzati dagli studenti per aumentarne la capienza.

Immagini del treno 11763, Asti – Alba.

IL Co.M.I.S. evidenzia anche "la quasi impossibilità ad ottenere i rimborsi, previsti dalla carta dei servizi, per problematiche inerenti al servizio, a causa di procedure farraginose e requisiti richiesti per l’ottenimento (calcolo minuti di ritardo, soppressioni, ecc.) che di fatto li rendono inaccessibili", ricordando che "è pendente presso il TAR il ricorso presentato da Federconsumatori Piemonte, insieme ad altre sigle, nei confronti del contratto per il Servizio Ferroviario Regionale, stipulato dalla Regione Piemonte con Trenitalia S.p.A.. Tra i punti contestati vi è proprio l’aumento automatico delle tariffe senza che siano legate alla qualità dell’offerta, l’inadeguatezza delle penali in caso di mancato raggiungimento degli standard di servizio ed altre clausole che non rispetterebbero i canoni di qualità previsti dalle delibere dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

Concludono: "Consideriamo irragionevole ed inaccettabile chiedere un ulteriore sacrificio agli utenti del trasporto pubblico locale già penalizzato da un servizio carente e dai costi della vita lievitati in modo esorbitante. Siamo quindi a chiedere un provvedimento urgente di sospensione degli aumenti annunciati"

Barbara Simonelli

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