“Leggeremo le carte che ci verranno consegnate nella conferenza preliminare dei servizi e previa richiesta di accesso agli atti andranno a disposizione dei consiglieri comunali. Ma serve non dimenticarsi come l’area del Carle sia identificata nel piano regolatore come sede del nuovo ospedale, a seguito delle necessarie analisi relativamente a qualsiasi vincolo”.
Parla così la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, che nel corso delle prime due serate del consiglio comunale del capoluogo ha risposto ad alcune istanze avanzate da una parte delle forze di minoranza dell’assise.
“Confronti sul tema sono sempre validi e utili perché il dossier ‘nuovo ospedale uniche’ è sulle nostre scrivanie da anni, troppi. Abbiamo perso davvero troppo tempo, e questo è un fatto. Ma non siamo ancora al punto di non ritorno”.
“Oggi abbiamo la responsabilità di guardare avanti e non possiamo farlo, ancora, guardandolo con l’ottica della scelta tra partenariato e sanità del territorio – prosegue la sindaca - . Questo nostro ospedale, hub provinciale, non è appannaggio dei residenti di via Matteotti ma riguarda una comunità ben più ampia. Che dobbiamo, anche, rassicurare in merito al fatto che non stiamo trattando la questione solo perché siamo in campagna elettorale”.
Boselli, Sturlese e Bongiovanni: “Tutto può ancora succedere”
In apertura dei lavori – lunedì 29 gennaio – Giancarlo Boselli (Indipendenti) ha espresso preoccupazione per il rischio che la documentazione specifica oggetto di consegna da parte della Regione contestualmente alla conferenza preliminare dei servizi in programma nel prossimo mese (dubbio poi svanito a seguito dell’intervento della sindaca).
“Serve sottolineare come tutto sia ancora possibile, allo stato attuale delle cose – ha aggiunto l’Indipendente - . Siamo in una fase di totale indeterminatezza: potrebbe succedere che la soluzione pubblico-privata non passi, e credo che questo sia la sindaca sia il presidente della Regione lo sappiamo bene. Siamo pronti a presentare la richiesta di accesso agli atti, dalla quale partirà un importante lavoro di analisi”.
Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha poi presentato un ordine del giorno specifico – assieme a Cuneo Mia – incentrato sull’annosa questione dell’ubicazione della struttura ospedaliera e sulla scelta quindi di decentrare il nuovo nosocomio unico sfruttando l’area dell’attuale ospedale Carle: “Serve investire sulle case di comunità e la medicina del territorio perché, e le vacanze di Natale ne sono state l’ulteriore prova dopo il periodo pandemico, è l’unica via d’uscita: finora le istituzioni, che oggi arrivano addirittura a fare autocritiche clamorose hanno dimostrato davvero poca lungimiranza, e ora ne paghiamo lo scotto”.
“La nostra proposta di mantenimento nel centro della città, se accolta subito, avrebbe accelerato il processo di rinnovamento dell’ospedale – ha aggiunto Sturlese - . Oggi, invece, con le manovre degli advisor e la confusione della Regione, l’assegnazione dell’interesse pubblico è già slittata alla fine dell’anno; contando anche i sette anni di costruzione, da quando è stata fondata la prima commissione speciale sull’ospedale saranno passati oltre quattordici anni”.
“Dove siamo adesso è chiaro – ha detto anche Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) - . La maggioranza comprende diversi di coloro che hanno seguito i lavori della commissione temporanea speciale sul nuovo ospedale, ma sembrano aver dimenticato le posizioni originarie: avete finto che il confronto tra le due sedi sarebbe stato serio e approfondito quando invece è stato parziale, e avete ignorato la valutazione dei costi accessori. Portate la responsabilità politica di non aver dato valenza sanitaria a un ‘progetto di quattro mura’”.
“Dalla Regione, per ora, solo suggestioni progettuali invece che piani economico-finanziari ma se il Comune manca di far sentire la propria volontà nel difendere la sanità pubblica allora ho paura che non ci sarà modo di cambiare il corso degli eventi – prosegue Bongiovanni - . Il Comune ha dimostrato scarso carattere, a differenza di altre delle ‘sette sorelle’”.
La maggioranza: “Cautela. In campagna elettorale ‘vale tutto’”
A spendersi nelle dichiarazioni a nome dei gruppi di maggioranza è stato Antonino Pittari (Gruppo misto di maggioranza): “Non possiamo votare la proposta dei Beni Comuni – ha detto l’ex PD – ma serve sottolineare che la scelta del sovvenzionamento di tipo misto per la realizzazione dell’ospedale non sia ovviamente stata decisa dal Comune ma dalla Regione, con vari procedimenti”. “Avremmo preferito il sovvenzionamento pubblico totale e credo su questo si sia tutti d’accordo – ha aggiunto ancora - . Ma si rischia, parrebbe, l’impossibilità di avere un nuovo ospedale unico”.
Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale e Democratica) si è espressa ugualmente a favore delle posizioni della maggioranza nella quale figura come capogruppo: “Il Carle è un ospedale, non una succursale, un ambulatorio, una casa di riposo: stiamo parlando di ampliamo, sostanzialmente. Serve però uscire dall’ottica ‘Cuneocentrica’, perché la struttura non deve e non può servire soltanto l’Altipiano: è e sarà l’ospedale, hub provinciale, del territorio. Credo sarebbe responsabilità politica più grave di quelle che vengono paventate al nostro indirizzo, quella di impedire al capoluogo di provincia un ospedale nuovo, unico, efficiente e moderno”.
Ancor più stizzito l’intervento di Claudia Carli, capogruppo del Partito Democratico, che ha definito “penoso il nuovo tentativo di alcuni gruppi consiliari di ridurre la questione a beghe di partito”. “Siamo cauti? Sì, perché aspettiamo atti specifici e chiari dalla giunta Regionale, conosciamo le campagne elettorali e quel che può accadere in periodi come questo” ha aggiunto.
Le forze di maggioranza hanno quindi respinto in blocco l’ordine del giorno.
Tutt’altro che unite le forze di minoranza
In linea con le dichiarazioni di Pittari – e, quindi, fortemente contrari a quanto contenuto nell’ordine del giorno – i consiglieri di centrodestra Valter Bongiovanni (Lega) e Franco Civallero (FI). Dopo diverse discussioni, quindi, il primo Consiglio comunale del 2024 per la città capoluogo mette in scena un vero e proprio scontro tra le due “anime” delle forze numericamente e amministrativamente minoritarie, che non ha fatto mancare toni aspri e parole forti.
“Si continua a ritornare su argomentazioni già discusse e questioni già concluse – ha detto il primo - : l’indirizzo è un altro, e lo è da parecchio. Questo è un ordine del giorno di tipo ideologico, che punta soltanto a sostenere una tesi di contrarietà”.
“Non posso condividere le posizioni ‘dell’altra parte’ della minoranza – ha aggiunto il secondo - . I soldi, lo sappiamo, non ci sono e quindi ritengo la soluzione privata, adottata e portata avanti dalla Regione, come la più corretta”.
Beppe Lauria (Indipendenza!) - che dalla seconda incarnazione della commissione speciale si era dimesso così come Sturlese dalla prima - , si è detto invece d’accordo con la maggior parte del contenuto dell’ordine del giorno e pronto a votarlo: “Ritengo la scelta del partenariato e dell’ubicazione del tutto erronea – ha detto in consiglio - . Ma vedere FI e Lega portare avanti, anche giustamente, le loro convinzioni non è altro che espressione dell’accordo più o meno tacito tra centrodestra e centrosinistra. Lo stesso, tra l’altro, che ci ha portato su questa strada”.