Alle richieste di pagamento avanzate da alcuni imprenditori della cintura cuneese nei confronti dell’organizzazione del festival Amicorti di Peveragno – kermesse cinematografica internazionale con sede, per quattro edizioni, nel paese della Bisalta – si aggiungono ora un decreto ingiuntivo di pagamento e un atto di pignoramento esecutivo.
A darne notizia – nel terzo servizio dedicato alla questione, ormai diventata una vera e propria inchiesta condotta - Striscia La Notizia con l’inviato Max Laudadio. La messa in onda nella serata di ieri (martedì 23 gennaio).
Si aggiungono nuovi (presunti) creditori
Nella prima parte del servizio si mostra come la lista di creditori continui ad allungarsi, oltre che “grazie” ai due atti citati, anche con le testimonianze di un videomaker (in credito di 2.000 euro +IVA) e di un elettricista (con due fatture da 2.061,80 euro totali).
Si mostrano inoltre due bonifici effettuati dalla direttrice artistica e rappresentante legale del festival Drita Rossi - da 2.600 e 4.777,25 euro rispettivamente - , effettuati ma apparentemente poi annullati poco dopo l’emissione.
Il mistero si infittisce
La Rossi, in questo terzo servizio, viene mostrata in volto per la prima volta. Si riprende il video uscito sulla sua pagina Facebook dopo la messa in onda della prima puntata, con particolare riferimento alla dichiarazione in cui sostiene di aver – per circa un mese – cercato di contattare Striscia La Notizia e Max Laudadio senza successo. Raggiunta al telefono, si dice non disposta a incontrare l’inviato se non in presenza del suo avvocato o dei carabinieri, e si dichiara non in casa (cosa, quest’ultima, poi smentita dalle immagini).
Laudadio approccia quindi la signora nella sua abitazione con il supporto dei militari. Si stabilisce un incontro futuro nello studio del legale Stefano Risciò di Torino con protagonisti Striscia e la direttrice artistica dell’evento. Nel prosieguo del servizio, però, Laudadio mostra un messaggio in cui la donna spiega come il nome del legale non sia quello, e che verrà presto contattato da quello vero.
Il mistero del festival ai piedi della Bisalta, insomma, appare ancora lontano dall’essere risolto.