Si è svolto ad Alba, nella sede dell’Associazione Commercianti Albesi lo scorso martedì 16 gennaio 2024, il convegno dal titolo: “I diritti dell'anziano, i doveri di una comunità. Che cosa è stato fatto e cosa resta da fare per una città a misura dei “diversamente giovani”.
Durante l’incontro, attraverso gli interventi di Giuliano Viglione, presidente Associazione Commercianti Albesi; Massimo Veglio, direttore AslCn2; Elisa Boschiazzo, assessore alle Politiche sociali e familiari del Comune di Alba; Marco Bertoluzzo, direttore Consorzio socio assistenziale Alba-Bra, si è parlato di che cosa è già stato fatto ad Alba in tal senso e di che cosa resti da fare per avvicinarsi sempre più agli standard di benessere sopra richiamati e soprattutto, grazie all’intervento del presidente del Gruppo Senior 60+, Battista Marolo, sono state illustrate alcune proposte concrete per migliorare la vita delle persone “diversamente giovani”, elaborate nell'ambito del Gruppo Senior 60+ dell'Associazione Commercianti Albesi.
Dalle statistiche si conta, nel comune di Alba, una popolazione residente di 31.282 abitanti, di cui 4.549 sono minori di 18 anni, 18.427 tra i 19 e i 64 anni e 7.694 gli ultrasessantacinquenni, ovvero circa il 25% della popolazione, un quarto dei residenti.
Anche nel nostro territorio, così come nel resto del globo, con l'aumento dell'aspettativa di vita, la popolazione mondiale fa i conti con le tante implicazioni dell'invecchiamento in relazione alla comunità nella quale vive, ai servizi necessari e ad altri aspetti della quotidianità.
Si calcola che al massimo nell'arco di 10 anni il 60% delle persone vivrà nelle città e oltre un quarto di loro avrà più di 60 anni. È dunque necessario che le amministrazioni comunali e gli altri enti operanti sul territorio tengano in considerazione sempre maggiore tale tendenza nelle proprie scelte strategiche riguardo aspetti come salute, viabilità, sicurezza, accesso alle strutture, tempo libero e molto altro.
Nel 2010 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha istituito il Global Network per mettere in rete aree urbane, comunità e organizzazioni di tutto il mondo con una visione comune: creare luoghi ideali in cui invecchiare bene.
Le buone prassi, si sa, sono “buone” soprattutto quando vengono comunicate efficacemente e messe in pratica. È da qui che bisogna partire se si vuole raggiungere l'obiettivo di una città inclusiva e “amica” delle persone anziane, ispirandosi ai criteri stabiliti dall'OMS.
Ma c'è anche un altro presupposto alla base di ogni analisi del presente e progettazione del futuro: gli anziani non vanno considerati un “peso”, bensì una preziosa risorsa e inoltre, i miglioramenti che interessano la popolazione anziana possono portare benefici trasversali a tutte le categorie e a tutte le fasce di età.
Ha elaborato alcune proposte per rendere la città più a misura di anziano, tra queste l’installazione di colonnine SOS con chiamata di emergenza a pulsante, lungo le piste ciclabili, nelle aree verdi, al cimitero e alle fermate degli autobus. Colonnine per la ricarica rapida di cellulari, implementazione dell’illuminazione sui percorsi pedonali e nelle pensiline, segnalatori acustici per non vedenti agli attraversamenti pedonali, corsi di formazione in collaborazione con le forze dell’ordine su anti truffa, autodifesa, ma anche corsi formativi sulle nuove tecnologie come spid, posta elettronica o fascicolo sanitario elettronico e ancora, porre in atto delle azioni concrete per rendere i centri anziani più inclusivi, organizzando eventi che possano stimolare il confronto generazionale.
Queste sono state solo alcune delle proposte illustrate durante il confronto, tutte ben accette dai relatori presenti in rappresentanza della pubblica amministrazione, della sanità locale e del sistema socio assistenziale territoriale.
LE INTERVISTE AI PROTAGONISTI