La proposta è quella di inserire nel piano delle alienazioni del Comune di Cuneo – ovvero l’elenco di immobili di proprietà che l’ente intende mettere in vendita – gli alloggi derivanti dal lascito dell’eredità Ferrero.
Nella serata di ieri (lunedì 15 gennaio), nel corso della commissione congiunta I e II, l’assessore Alessandro Spedale ha dato conto dell’intenzione dell’amministrazione comunale (unitamente ad altre tre modifiche al piano stesso). Presenti anche i presidenti delle due commissioni Mario Di Vico e Flavia Barbano, l’assessore Valter Fantino e i dirigenti degli uffici Urbanistica e Bilancio.
L’eredità del dottor Giulio Ferrero, dentista deceduto nel gennaio 2011 – almeno per quanto riguarda la parte destinata al Comune cuneese - , riguarda una palazzina in corso Dante (e gli undici alloggi potenzialmente da inserire nel piano delle alienazioni, di cui sei sfitti), una pinacoteca di oltre quaranta opere datate tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo e denaro per oltre cinque milioni di euro.
“Così, nessun altro cittadino donerà i propri averi alla comunità”
La decisione di mettere in vendita gli alloggi – secondo l’assessore necessitanti una riqualificazione per la quale il Comune, in questo momento, non ha intenzione di mettere mano al portafoglio – ha scontentato però diversi consiglieri presenti.
“Un cittadino lascia dei beni alla città e il Comune li utilizza per la spesa corrente: mi pare assurdo – ha commentato Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) - . Ragioniamo ‘in teoria’, il Comune non è in grado di mettere gli alloggi a frutto (nonostante rientrino nell’unico tipo di investimento attualmente redditizio in Italia) e quindi decide di venderli, senza un progetto specifico a cui destinare gli eventuali proventi. Per me è assurdo, una ‘furia di alienazione’ illogica che porta a scaricare qualunque cosa l’ente non voglia o possa gestire direttamente”.
Una posizione condivisa anche da Beppe Lauria (Indipendenza!): “L’idea di poter vendere qualcosa senza sapere cosa fare del ricavato la dice lunga su questa giunta – ha commentato - . Una situazione inaccettabile che però non deve stupire: negli anni, avete venduto tutto il vendibile, compresa l’eredità Galimberti. Pensare poi che quegli alloggi e le loro autorimesse valgano due milioni di euro, oggi, è da pazzi”. Il consigliere ha anche fatto ufficiale ed esplicita richiesta di presa visione del bene.
L’eredità Ferrero è argomento caro al consigliere comunale Paolo Armellini (Indipendenti), che proprio nel corso della riunione congiunta delle commissioni ha annunciato di voler presentare molto presto un’interpellanza sulla questione: “Sei alloggi sfitti in corso Dante a 500 euro al mese per dodici anni fanno un’entrata di 360.000 euro – ha detto - . Non abbiamo operato la buona gestione del padre di famiglia; se continuate a gestire così le eredità lasciate dagli scomparsi, presto nessun altro cittadino vorrà donare in questo modo i propri averi alla comunità”.
“Una mossa gravissima – ha commentato infine il capogruppo degli Indipendenti, Giancarlo Boselli - . Troppo facile dire, ora, ‘lo vendiamo perché è un disastro: chi l’ha provocato? E chi ha valutato questo patrimonio per due milioni di euro? Qualcuno dovrà prendersene la responsabilità”. E poi, rivolto all’assessore Spedale: “Non credo più molto che lei sia espressione di una parte della maggioranza che pone grande attenzione al sociale, ma piuttosto di interessi di tutt’altra natura. I sospetti nascono, perché uno le cose spesso le fa se è troppo furbo o troppo poco”.