Attualità - 17 gennaio 2024, 10:46

Fumata nera per il Politecnico di Torino, anche Mondovì col fiato sospeso per l'elezione del nuovo rettore

L'affluenza è stata dell’83,26%, ma nessuno dei tre candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti equivalenti esprimibili per l'elezione. Paolo Fino, arrivato terzo in corsa lascia, secondo turno martedì 23 gennaio tra Stefano Corgnati e Juan Carlos De Martin

Da sinistra: Paolo Fino, Stefano Corgnati e Juan Carlos De Martin - Foto sito Polito]

Si è concluso ieri, martedì 16 gennaio, il primo turno di votazioni per eleggere il successore del professore Guido Saracco alla carica di nuovo rettore del Politecnico di Torino.

Con 548,830240 voti Stefano Corgnati è il candidato più votato, seguito dai 194,031200 voti di Juan Carlos De Martin e dai 185,164640 di Paolo Fino, attualmente responsabile della sede monregalese del Politecnico che, esternando la propria delusione per i risultati, ha annunciato che si ritirerà dalla corsa, lasciando campo agli altri due candidati.

L'affluenza è stata dell’83,26%, ma la corsa alla designazione nella carica di rettore è ancora aperta perché nessuno dei tre candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti equivalenti esprimibili necessari per l’elezione al primo turno, per cui si dovrà procedere con un secondo turno di votazioni, previsto per martedì 23 gennaio.

A votare, lo ricordiamo, sono professori e ricercatori, rappresentanti di dottorandi e assegnisti, personale tecnico-amministrativo e rappresentanti degli studenti, ma il peso di ciascun voto è ponderato, a seconda della posizione ricoperta dall'elettore (da qui il complesso calcolo che porta al risultato con decimali espresso sopra). 

Nel caso in cui nessun candidato raggiunga la maggioranza assoluta degli aventi diritto nelle prime due votazioni valide, i due più votati al secondo turno accederanno a un terzo turno di voto (ballottaggio), previsto per martedì 30 gennaio.

Mondovì resta quindi col fiato sospeso perché con il cambio di rettore potrebbero mutare anche le sorti della sede del Politecnico di via Cottolengo, riaperta nel 2019. 

Tra i temi del dibattito affrontato dai tre docenti in corsa al rettorato, lo scorso 11 dicembre, in un “confronto all’americana”, uno è stato proprio quello delle sedi decentrate che potrebbero essere ridimensionate (leggi qui) e alcune ipotesi proposte dai candidati proponevano un potenziamento del campus torinese, propendendo per un passaggio in secondo piano delle sedi esterne. 

Solo Paolo Fino si era pronunciato a favore di un potenziamento delle sedi decentrate, come quella di Mondovì. Di diverso avviso Corgnati che si è chiaramente detto favorevole a un modello 'torinocentrico' con un "No all'illusione delle sedi decentrate". Linea più morbida quella di De Martin per il quale "le sedi decentrate hanno senso solo se vi è un contesto locale che giustifichi l'aumento dei costi da sostenere". 

Auspicabile che il nuovo rettore, chiunque sarà, non proponga una 'chiusura' per Mondovì dove, i corsi del primo anno sono stati riattivati con finanziamenti notevoli da parte dell'Amministrazione comunale e delle fondazioni bancarie, oltre a un coinvolgimento attivo di Confindustria Cuneo e di diverse aziende del territorio, anche se all'orizzonte potrebbe arrivare un depotenziamento.