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Attualità | 16 gennaio 2024, 14:39

Palazzo Chiodo, giovedì si conclude l’asta. Lauria avverte: “Pronto a denunciare se lo vendete a meno del prezzo d’acquisto”

L’obiettivo del consigliere comunale cuneese (presente già quando il Comune aveva deciso di acquistare l’immobile) è l’amministrazione, e l’accusa il danno erariale: “Basta con questo gioco delle tre carte”

Il consigliere Beppe Lauria

Il consigliere Beppe Lauria

Se palazzo Chiodo dovesse essere venduto a un prezzo minore anche solo di un centesimo rispetto a quello a cui il Comune l’ha acquistato sono pronto a denunciare la pubblica amministrazione per danno erariale”.

La minaccia – o l’avvertimento – è arrivato dal consigliere comunale cuneese Beppe Lauria (Indipendenza!), presente nella serata di ieri (lunedì 15 gennaio) alla prima commissione consiliare convocata per l’anno in corso dall’amministrazione del capoluogo. Doppio l’ordine del giorno: la presentazione di quattro modifiche al piano delle alienazioni e di alcune variazioni al bilancio comunale.

E’ tempo di finirla con il gioco delle scatole cinesi, del comprare questo per vendere quest’altro – ha sottolineato ancora Lauria, che sulla questione ha ben chiarito di avere un conto aperto e personale - . Abbiamo acquistato palazzo Chiodo con l’unanimità del consiglio comunale e poi abbiamo lasciato che cadesse a pezzi, per poi ancor metterlo all’asta a un prezzo ridicolo e che non sarà, specialmente perché non si ha idea del suo futuro”.

Venerdì l’apertura delle buste in municipio

L’immobile di palazzo Chiodo – esempio di architettura cinquecentesca tra i più unici nella città – si trova tra via Busca e via Cacciatori delle Alpi, in pieno centro storico. Composto da quattro piani di cui uno interrato, ospita ventitré unità immobiliari per una superficie totale di 1.625 metri quadri (di cui 1.500 coperti).

Il Comune l’ha acquisito definitivamente al costo di 2,4 milioni di euro, con l’intenzione di realizzare all’interno la biblioteca principale della città (progetto poi dirottato su palazzo Santa Croce). Nel corso dei due mandati dell’amministrazione Borgna, palazzo Chiodo è stato inserito nel piano delle alienazioni (dopo la presa di coscienza rispetto alla precarietà delle sue condizioni).

La vendita è stata pensata dall’amministrazione in forma d’asta, con un valore di partenza pari a quello d’acquisto e scadenza alle 12 del 18 gennaio prossimo. L’apertura ufficiale delle buste si terrà il giorno successivo, alle 9, nel municipio.

Boselli e Sturlese indignati. Pellegrino: “Esistono scelte politiche”

Diversi i consiglieri che hanno preso la parola per commentare l’ormai annosa questione. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) per esempio ha riconosciuto la complessità della vicenda, ma si è detto contrario a una vendita all’asta ‘tanto per’: “Non ha senso – ha detto - . Servono degli obiettivi e una volontà comune, anche se si vende a dei privati”.

Giancarlo Boselli (Indipendenti) ha confermato la propria contrarietà alla decisione di inserirlo nel piano delle opere: “Una sciocchezza, va rimesso alla città – ha detto - : quale amministrazione si priverebbe di un gioiello del ‘500 nel pieno del centro storico? Un’ottica indegna. La verità è che non ve ne frega nulla e volete risolvere la questione svendendolo”. Boselli era assessore quando il Comune ha deciso per l’acquisto: “L’idea di inserirvi la biblioteca non c’era ancora, lo abbiamo acquistato a priori - specifica - ; sarebbe stato sciocco non farlo, avendone la disponibilità”.

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo di Centro per Cuneo, Vincenzo Pellegrino: “Il PISU ha previsto lo spostamento del progetto della biblioteca su palazzo Santa Croce – ha detto - , si tratta di scelte politiche che rientrano nella disponibilità di una maggioranza di governo. Pare chiaro che recuperare l’intera cifra di acquisto sarà molto difficile ma è altrettanto cristallino che quel palazzo, oggi, è impraticabile e a rischio crollo”.

Simone Giraudi

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