Rimane aperta l'inchiesta della Procura di Cuneo per fare luce sulla vicenda del "pandoro rosa" commercializzato durante lo scorso Natale e che chiama in causa l'influencer Chiara Ferragni e il colosso dell'industria dolciaria fossanese Balocco.
Nel registro degli indagati risultano la stessa influencer e l'amministratrice delegata delegata Alessandra Balocco, ma non è ancora noto se l'accusa si a truffa semplice o aggravata. Sul caso indaga anche la Procura di Milano, che ha iscritto le stesse due persone con l'accusa di truffa aggravata. Riguardo all'inchiesta "Pandoro Pink Christmas" potrebbe quindi generarsi un conflitto riguardo alla competenza territoriale. Se non si arriverà a un accordo, si approderà alla sollevazione di un conflitto di competenza e a dirimerlo dovrà essere il procuratore generale presso la Corte di cassazione, come stabilisce la legge.
Il Codacons, intanto, è tornato sulla vicenda, dopo aver ricevuto una lettera di difesa da parte dell'azienda fossanese. L'associazione che tutela i consumatori ha avviato un’azione inibitoria verso l’azienda dolciaria, finalizzata a far ottenere a tutti gli acquirenti del pandoro griffato Ferragni "il giusto risarcimento per i danni subiti". La Balocco, tramite i suoi legali, "fa sapere che la differenza di prezzo pari a 5,69 euro esistente tra il pandoro 'normale' Balocco (3,68 euro) e quello 'Pink Christmas' (9,37 euro) sarebbe giustificata dall’impiego di 'elementi peculiari' quali il 'nastro di chiusura', il 'sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza', nonché una 'bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro'".