Gli appassionati di criptovalute e di tecnologia in generale sanno bene che il mining del Bitcoin può rivelarsi un’attività redditizia, ma allo stesso tempo poco accessibile.
I costi elevati dell’hardware necessario e le conoscenze tecniche richieste per assemblare un computer per il mining, scoraggiano la maggior parte delle persone interessate a partecipare alla validazione dei blocchi BTC sulla rete.
Per fare un esempio, molti miner privati utilizzano le schede GPU di NVIDIA destinate al gaming. Queste schede video possono costare dai 1000 ai 3000 euro a seconda della loro potenza. A questo si aggiungono altri componenti, più i costi di mantenimento per l’attività.
Infatti, i computer per il mining, oltre ad essere molto rumorosi, hanno un forte impatto sui costi energetici e sull’ambiente. In generale, i miner privati e le società di mining, tendono a bilanciare i costi e i guadagni in BTC.
Tuttavia, con il prossimo halving previsto per la primavera di quest’anno, probabilmente molti miner saranno costretti ad abbandonare la rete. L’evento programmato ridurrà le ricompense per blocco convalidato da 6,25 BTC a 3,125 BTC.
Di conseguenza, i miner con attrezzature obsolete non potranno più coprire i costi di mantenimento e dovranno lasciare spazio a chi invece avrà la possibilità di aggiornare il proprio hardware.
La riduzione delle ricompense di mining può indurre scarsità di Bitcoin sul mercato, portando ad un aumento della domanda, nonché del valore di quelli rimasti.
Questo halving in particolare è molto atteso da trader ed analisti, in quanto potrebbe combinarsi con l’approvazione degli ETF Spot Bitcoin e generare un aumento di valore dell’asset esponenziale, in grado di portare l’intero mercato delle criptovalute in una fase rialzista.
In attesa dell’halving, i trader stanno puntando su Bitcoin Minetrix, un servizio di cloud mining che presenta una funzione molto interessante, chiamata Stake-To-Mine.
VAI ALLA PRESALE DI BITCOIN MINETRIX
Bitcoin Minetrix e il cloud mining
Per chi non può permettersi l’attrezzatura necessaria, il cloud mining è l’unica alternativa per ottenere ricompense in BTC.
Tuttavia, molti servizi di cloud mining si rivelano poco convenienti, in quanto propongono contratti vincolanti e il pagamento di una cifra fissa in cambio di hashrate, ovvero la potenza di calcolo utilizzata per la validazione dei blocchi.
Bitcoin Minetrix vuole risolvere questo problema, rendendo il cloud mining accessibile tramite lo staking del token nativo BTCMTX.
La meccanica Stake-To-Mine consente agli utenti della piattaforma di ottenere crediti di mining, mettendo in stake i loro BTCMTX. I crediti di mining si dovranno bruciare per generare hashrate e ricevere ricompense in BTC.
Si tratta di un sistema innovativo e versatile che permette agli utenti di decidere liberamente quanto investire nel cloud mining del BTC.
Inoltre, i titolari del BTCMTX ne avranno la piena proprietà e potranno gestirli grazie a una dashboard che verrà sviluppata al lancio di Bitcoin Minetrix, previsto per il 2024.
La presale del progetto ha attirato molti trader, raccogliendo circa 8 milioni di dollari e avvicinandosi all’obiettivo di 15 milioni. È possibile acquistare il BTCMTX in presale, collegando il proprio wallet e utilizzando ETH, USDT, carta di credito, MATIC o BNB.
I token acquistati con i primi tre metodi di pagamento verranno messi automaticamente in staking, permettendo ai titolari di ricevere ricompense passive in BTCMTX in base all’APY, fino al lancio della piattaforma.
Secondo gli analisti, Bitcoin Minetrix ha tutte le carte in regola per avere successo, specialmente se la piattaforma verrà lanciata nel 2024 e lo Stake-To-Mine si rivelerà una meccanica efficace per il cloud mining del Bitcoin.
Sebbene il BTCMTX non sia un token legato al BTC, potrebbe comunque essere trainato dall’aumento di valore di quest’ultimo.