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Attualità | 10 gennaio 2024, 11:03

Mezzo secolo di toga: festa in tribunale ad Asti per l’avvocato albese Roberto Ponzio

Dalla maturità al Govone alla pratica nello studio di Ettore Paganelli e i grandi processi come quello legato allo scandalo metanolo. "Una professione cambiata e inflazionata, ma la risceglierei domani"

Alcune immagini della cerimonia tenuta presso il tribunale di Asti

Alcune immagini della cerimonia tenuta presso il tribunale di Asti

Un matrimonio con la professione iniziato cinquant’anni fa e che prosegue felice e senza dare ma l’impressione di volersi o potersi interrompere. E’ quello che da mezzo secolo impegna le giornate dell’avvocato albese Roberto Ponzio, tra i nomi più noti e citati nelle cronache delle vicende discusse nelle aule di quello che sino a pochi anni fa era il tribunale della capitale delle Langhe, e dopo il suo accorpamento nella sede del palazzo di giustizia di Asti, dove il legale classe 1947 è stato festeggiato dai colleghi nel corso della tradizionale cerimonia degli auguri organizzata dall’Ordine degli Avvocati come congedo prima delle festività natalizie. 

Alla collega astigiana Cristina Preti il compito di presentare il legale albese e i due colleghi che hanno raggiunto l’altrettanto lusinghiero traguardo dei quarant’anni di toga: l’ex presidente dello stesso ordine Marco Venturino, che ha peraltro approfittato della ricorrenza per comunicare la decisione di interrompere l’attività per concedersi la meritata pensione, e Monica Totolo, tra le pioniere della pratica forense al femminile. 

Di Roberto Ponzio, classe 1947, figlio dell’omonimo commendatore, quest’ultimo conosciutissimo commerciante di tartufi con origini neivesi e negozio in via Maestra, si sono allora ricordati gli studi liceali al "Govone" e la laurea in legge arrivata nel 1970. Quindi gli anni della pratica compiuta nello studio di Ettore Paganelli, già sindaco di Alba e che sarebbe poi divenuto consigliere regionale e quindi parlamentare, e nel 1972, tra gli scritti e gli orali dell’esame da procuratore, la decisione di unirsi in matrimonio con Annamaria Francioni, sua compagna di classe al liceo, una felice unione dalla quale nasceranno i figli Matteo e Roberta, che del padre seguiranno le orme professionali. 

Con l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati di Alba nel 1973 prendeva quindi il via una carriera che avrebbe visto Roberto Ponzio, che nel privato è un grandissimo tifoso juventino e un sincero appassionato d'arte, impegnarsi prevalentemente nell’ambito penale e specializzarsi in modo particolare in diritto agroalimentare. Tra i tantissimi processi seguiti quello a Giovanni Ciravegna per lo scandalo del metanolo a Narzole e alcuni filoni di Tangentopoli, insieme a centinaia di altri procedimenti finiti spesso sulle prime pagine delle cronache locali. 

"Una decina di lustri di intensa frequentazione delle aule sono un traguardo che può dare un brivido, un senso di commozione e di incredulità, ma anche fierezza e orgoglio", ha ammesso lui non senza emozione di fronte ai colleghi riuniti nell’aula allestita all’interno del palazzo di giustizia dell’ex Casermone ad Asti. "Dai miei inizi – ha ricordato – sono cambiate molte cose, e non solo con riguardo agli strumenti di lavoro. Allora avevamo le prime fotocopiatrici, ora schiacci un tasto e va tutto in rete. Allora si facevano le consultazioni attendendo con smania l’uscita delle riviste, ora abbiamo a disposizione avanzati motori di ricerca. Allora vigeva perlopiù la figura dell’avvocato generalista, che si occupava di tutto, mentre la professione va oggi verso una sempre più marcata specializzazione. Un tempo la stessa era dominata dagli uomini mentre oggi la presenza femminile è quantomai vivace. Molte cose sono cambiate anche sotto l’aspetto delle procedure e pure i reati. Oggi parliamo di danni all’ambiente, problematiche fiscali, reati societari, criminalità economica, reati informatici e cibernetici. Se mi si chiede cosa è rimasto, rispondo che sono rimasti identici gli uomini e le donne. Oggi come allora in un processo c’è una parte offesa, col suo legittimo sentimento di rivalsa, un imputato col suo bisogno di difesa, un giudice che esercita la funzione sovrana di pronunciare le sentenze. E poi c’è l’avvocato, con la sua funzione essenziale di rappresentanza delle parti". 

Alla richiesta di un bilancio su questa evoluzione Roberto Ponzio cita i danni seguiti all’immobilismo normativo e alla mancata riforma della giustizia, "di cui si parla da quando avevo pantaloncini corti". Nel mentre si è assistito alla 'proletarizzazione' della classe forense. "Quando cominciati tra Alba e Bra eravamo 35 avvocati, oggi siamo 350. In Italia si è passati da 40mila a 250mila, mentre in Giappone se ne contano 36mila, poco più che nella sola Campania, mentre Roma ne ha più dell’intera Francia. In Italia i legali sono 4 ogni mille abitanti e abbiamo 55mila cassazionisti: in Francia questi ultimi sono 114, in Germania 40. La professione si è inflazionata, col rischio di comportamenti al limite, di colleghi tentati dall’azionare giudizi infondati. L’altro profilo è la mancata riforma della giustizia. Mi chiedo se sia logico che nel 2023 utilizziamo un codice penale del 1930, sottoscritto da un re. Intanto il codice di procedura penale si è snaturato. Figlio di Vassalli, eroe della Resistenza, ha però fallito sull’efficienza, coi tempi del processo che si sono allungati e la nascita del processo penale mediatico".  

Un quadro fosco che in fondo non condiziona però quello che, guardando a quel mezzo secolo di quotidiana frequentazione di aule e persone, non può che essere un sincero incoraggiamento alle nuove generazioni: "Sarà una professione inflazionata, sempre più complessa e difficile, meno remunerativa di un tempo, ma devo confessare che se dovessi scegliere, se rinascessi, rifarei l’avvocato. Ho avuto una sorta di amante che mi ha concesso poco tempo, non sono mai stato catturato dalle sirene della politica né tentato di continuare la florida attività paterna. Come avvocato ho difeso centinaia di persone ma non non hai mai preso ordini da nessuno. Questa professione è stata e sarà sempre una parte fondamentale della mia vita".  

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