Tempo di elezioni per il Politecnico di Torino dove, dallo scorso novembre, è ufficialmente partita la 'campagna elettorale' per la designazione del nuovo rettore che guiderà l'ateneo dal 2024 al 2030.
Tre i docenti che hanno presentato la candidatura, pronti a raccogliere il testimone dal professor Guido Saracco, eletto nel 2018: Stefano Corgnati, Juan Carlos De Martin e Paolo Fino.
[Da sinistra: Paolo Fino, Stefano Corgnati e Juan Carlos De Martin - Foto sito Polito]
Con l'elezione del nuovo rettore quale sarà il futuro per le sedi distaccate, come quella di Mondovì? Questo uno dei temi affrontati nel corso della seconda assemblea elettorale, che si è tenuta lo scorso 11 dicembre, organizzata nelle forme di un “confronto all’americana” con tempi di risposta predefiniti a un set di domande, uguali per ciascun candidato.
Nelle domande formulate, il quinto punto era espressamente dedicato alle iniziative e alle proposte da intraprendere per la riorganizzazione degli spazi per il futuro dell'ateneo, in dettaglio:
"Stiamo vivendo un periodo di forte espansione delle nostre attività con conseguente “fame di spazi”; con l’istituzione del Team Masterplan, l’Ateneo ha voluto rendere questa una priorità istituzionale. Molto critica è la situazione degli spazi per la didattica sia in relazione all’elevato numero di studenti in alcuni CdS sia in relazione alla carenza di spazi per i laboratori e la didattica esperienziale e innovativa.
Cosa pensate dell’opportunità di un utilizzo degli spazi più aperto ed esteso anche in termini temporali sia verso la città sia verso la nostra stessa comunità?
Infine cosa pensate delle sedi distaccate metropolitane e regionali e quale ruolo immaginate possano avere quelle estere? Immaginate un modello più diffuso sul territorio o più concentrato?".
Diretta la risposta del professor Stefano Corgnati che, senza giri di parole, ha spiegato: "Il mio modello è: formazione e didattica nel campus cittadino. No all'illusione delle sedi decentrate, lo studente ci sceglie per fare esperienza qui".
Simile il modello proposto dal professor Juan Carlos De Martin: "La mia idea di politecnico – ha spiegato il candidato - è concentrata. Le sedi esterne hanno senso solo se vi è un contesto locale che giustifichi l'aumento dei costi da sostenere e le complessità che le sedi distaccate comportano; ciò però non significa che non si debba incentivare e promuovere l'ascolto e la collaborazione tra Torino e il resto della regione".
Di diverso avviso il professor Paolo Fino, responsabile della sede di Mondovì: "Da sempre sono legato alle sedi decentrate e credo che tornare ad avere una specificità, come realizzato in questi anni a Mondovì per la zona del Cuneese con successo e dove c'è stato un importante investimento da parte del territorio (che ha pagato 6 cattedre da ricercatore negli ultimi cinque anni) per il funzionamento dell'ateneo, sia una riflessione che in un Politecnico in espansione dobbiamo pensare di fare".
Proposte diverse, che non necessariamente indicano una volontà di sopprimere la sede monregalese, ma che fanno riflettere e gettano un'ombra di preoccupazione sul territorio cuneese, che ha duramente lavorato e investito per riportare, dopo dieci anni di chiusura, l'università nella Città del Belvedere.
LA RIAPERTURA DEL POLI A MONDOVI'
Attualmente il Politecnico a Mondovì ha visto, dal 2019-20, la riattivazione del primo anno del corso di laurea in Ingegneria; un sogno realizzato grazie alla collaborazione dell'amministrazione comunale dell'allora sindaco Paolo Adriano, con il sostegno delle Fondazioni bancarie CRC e CRT, con gli allora rispettivi presidenti Giandomenico Genta e Giovanni Quaglia.
[Nella foto sopra la presentazione della riapertura del Politecnico nel 2019. Da sinistra: Luca Robaldo, Paolo Fino, Giandomenico Genta, Guido Saracco, Giovanni Quaglia e Paolo Adriano]
Contestualmente sono stati proposti percorsi specifici, come i master post-laurea professionalizzanti, ne è un esempio quello presentato a novembre del 2020 "Manufacturing 4.0”, nato dalla fruttuosa collaborazione tra il Politecnico di Torino, sede di Mondovì, in partnership con Confindustria Cuneo, numerose aziende associate e la Regione Piemonte. Un master che era nato per formare una nuova generazione di specialisti di livello, in grado di applicare le più avanzate tecnologie nel campo dei sistemi di progettazione e produzione industriale, per rispondere alle esigenze delle aziende presenti sul territorio.
Un ridimensionamento o addirittura una chiusura della sede di via Cottolengo sarebbe una vera tegola per Mondovì che tanto si è battuta per riavere l'università in città.
Le votazioni per l'elezione del nuovo rettore, come previsto dal regolamento di ateneo, si svolgeranno in due turni: il 16 e il 23 gennaio con un eventuale terzo turno il 30 del mese.