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Attualità | 20 dicembre 2023, 19:01

Il lupo pronto a passare da animale "strettamente protetto" a "protetto": "Misura che salva mucche, pecore e capre

Secondo i vertici provinciali di Coldiretti l'approvazione della nuova proposta UE garantirebbe maggiore flessibilità nel gestire il predatore nelle aree maggiormente concentrate

Il lupo pronto a passare da animale "strettamente protetto" a "protetto": "Misura che salva mucche, pecore e capre

La Presidente Ursula Von Der Layen ha annunciato la proposta della Commissione europea di downgrade dello status del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” in considerazione del fatto che “la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame”. È quanto riferisce con soddisfazione la Coldiretti nel sottolineare che la decisione risponde alle richieste delle Autorità locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi.

Bisogna salvare mucche, pecore e capre sbranate sulle nostre montagne dove la presenza del lupo – spiega Coldiretti Cuneo – si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di predazioni che costringono alla chiusura delle attività e all’abbandono delle terre alte e delle aree interne.

Secondo il Monitoraggio nazionale pubblicato lo scorso anno nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU in sinergia con l’ISPRA, sono circa 600 i lupi sulle Alpi piemontesi, pari a quasi il 70% degli esemplari presenti nel Nord Italia, con il maggior numero di branchi ed individui rilevati in Provincia di Cuneo. Ci sono più lupi in Piemonte – evidenzia la Coldiretti – di quanti ne ha l’intera Svezia, tanto per fornire una proporzione di territorio.

I numeri confermano che il lupo non è più in pericolo d’estinzione, anzi il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie e di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle razze storiche” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, che evidenzia: “È del tutto evidente come i vari strumenti di mitigazione sinora proposti, dalle reti elettrificate ai cani da guardiania, non siano in grado di prevenire efficacemente i conflitti, anche laddove correttamente applicati”.

Serve responsabilità nella difesa, da parte delle Istituzioni e degli organi competenti, degli allevatori che con coraggio continuano a presidiare i territori, a mantenere la biodiversità nelle aree pascolive e a garantire la bellezza del paesaggio contro degrado, frane e alluvioni. La difficile situazione che gli imprenditori agricoli vivono in montagna non solo mette a rischio la sopravvivenza della pastorizia, ma compromette la possibilità che nelle nostre vallate alpine permanga un tessuto sociale produttivo, con un danno rilevante per l’intera collettività” conclude il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.

comunicato stampa

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