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Attualità | 20 dicembre 2023, 08:17

Clavesana, 28 milioni di euro sarebbe la richiesta "monstre" di Cement in caso di non realizzazione del deposito di rifiuti

Il dato è contenuto nelle controdeduzioni indirizzate alla Provincia e datate 9 dicembre

Clavesana, 28 milioni di euro sarebbe la richiesta "monstre" di Cement in caso di non realizzazione del deposito di rifiuti

Dopo circa un mese dalla riunione della Conferenza dei Servizi in fase istruttoria, tenutasi il 21 novembre scorso e avente ad oggetto il rilascio della Autorizzazione Unica Ambientale a favore dell'azienda Cement srl, per l'ampliamento dell'impianto attuale sito in Calvesana e per il contiguo insediamento di un nuovo impianto di stoccaggio temporaneo di materiale di scarto pericoloso e non, puntuale è comparso all'albo pretorio digitale della Provincia di Cuneo il documento redatto dall'avvocato Enrico Martinetti per conto di Cement, che raccoglie le controdeduzioni alle osservazioni esposte in seduta.

Si tratta di una cinquantina di pagine corredate da venticinque allegati, nelle quali il legale dell'azienda elenca e dettaglia alcuni dei passaggi, a suo dire non corretti, dei tanti dossier preparati dagli stakeholder contrari all'insediamento, non "risparmiando" nessuno, dal Presidente della Conferenza dei Servizi stessa Luciano Fantino, al Comitato popolare "Clavesana dice NO", fino ovviamente alla amministrazione comunale di Clavesana, alla quale, carte alla mano, pare attribuire un comportamento ambiguo e incoerente.

Fondamentali alcuni passaggi che sembrano fare luce, secondo il punto di vista dell'azienda, su aspetti ad oggi ancora poco chiari della vicenda.

Uno su tutti: il fitto percorso di interlocuzioni e trattative inerenti il progetto, condotto con l'Amministrazione Comunale - Sindaco Gallo, Vicesindaco Bonino, Assessora Ciccone, oltre a ufficio tecnico e segreteria - a seguito della definizione esplicita, a quanto pare fin dalla prima formale offerta di acquisto datata 15 settembre 2020, sull'intenzione di porre in essere uno "stoccaggio di rifiuti pericolosi e non provenienti da attività manifatturiere e artigianali".

Oppure, ad esempio, la supposta necessità del Comune di alienare l'area ed introitare gli oltre 300.000 euro al fine di "rimpinguare le esangui casse dell'ente, per fronteggiare alcuni mutui (...) che avevano provocato una "tensione finanziaria" nel bilancio comunale".

Oltre a ciò, l'analisi dell'Avvocato Martinetti si sofferma a lungo sulla presunta non legittimità delle motivazioni addotte dal Comune relativamente alla vigenza di regole urbanistiche che impedirebbero l'insediamento di impianti che si occupano di rifiuti.

E infine sulla, a suo modo di vedere, incoerente e lacunosa decisione del dottor Fantino, di basarsi quasi esclusivamente sulle osservazioni di carattere urbanistico addotte dal Comune di Clavesana, per preannunciare una decisione di diniego all'insediamento, impedendo vieppiù a Cement di poter esporre in maniera informata e completa le proprie tesi in seduta di conferenza e prevedendo invece un semplice breve periodo per la preparazione delle controdeduzioni.

Le conclusioni del documento - consultabile integralmente qui [ https://vfs.provincia.cuneo.it/_allegati/2023/12/Osservaz-prot.-80224_2023.pdf ] all'interno dell'elenco titolato "Osservazioni ai motivi ostativi (...) - sembrano biforcarsi in due ipotesi.

In primis: la richiesta alla Conferenza dei Servizi di riaprire la fase istruttoria, formalmente ad oggi chiusa a seguito dell'annunciato provvedimento di diniego. Ciò al fine di sanare in parte, secondo l'Avvocato Martinetti, il non sufficiente spazio e l'incongruo tempo concesso a Cement per la legittima espressione della propria posizione.

Secondariamente, in caso di conferma del diniego stesso, viene ipotizzata la messa in campo di tutte le azioni necessarie all'ottenimento, oltre che dell'intero rimborso delle risorse ad oggi spese direttamente per l'acquisto, i costi professionali e la realizzazione delle opere accessorie, anche di un risarcimento danni quantificabile in 6 milioni di spese di investimento fatte in vista dell'impianto, più 20 milioni di mancati introiti decennali, più 2 milioni per il danno di immagine.

Alla Provincia, nelle prossime settimane, il gravoso compito di esprimersi rispetto alla non indifferente mole di materiale depositato dalla azienda.

redazione

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