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Attualità | 19 dicembre 2023, 20:22

Roaschia: il ricordo di Beppe Ghibaudo "Pinoulin", l’ultimo "grata"

Pastore transumante, era nato durante i lunghi spostamenti con il gregge a Breme (Pavia) il 18 maggio 1939. Il suo ricordo nel testo che egli stesso aveva lasciato da leggere in occasione del suo funerale

Roaschia: il ricordo di Beppe Ghibaudo "Pinoulin", l’ultimo "grata"

Lunedì 11 dicembre è mancato il pastore transumante Beppe Gibaudo, detto "Pinoulin", una figura conosciutissima nella valle Gesso, in particolare a Roaschia. Pinoulin era amatissimo ed egli stesso aveva già lasciato il testo da leggere in occasione del suo funerale e che vi proponiamo.

"Ai vourgù ben a tanta gent e a mies mountagnes, al me pais, a lou Mounfrà, Ura mountagnou a me ultima pastura". (Ho amato il mondo, tanta gente, il mio paese, il Monferrato: adesso faccio la mia ultima transumanza"

Beppe Pinoulin, "grata", pastore transumante di Roaschia, era nato durante i lunghi spostamenti con il gregge a Breme (Pavia) il 18 maggio 1939. Rouascha / Roaschia è stato per secoli un paese abitato per metà da contadini stanziali (i "uvernenc") e per metà da pastori detti "grata", così chiamati perché in autunno lasciavano la montagna e, caricate donne e figli su un "cartoun", scendevano con il loro gregge di pecore roaschine giù verso il Monferrato e poi ancora oltre, fino alla Lomellina, rubando erba lungo gli argini dei fiumi... e talvolta nei prati incustoditi. In primavera ritornavano verso le montagne.

Beppe, per tutta la vita ha fatto il pastore, conducendo un gregge assieme al fratello "dalle Alpi alla grande pianura con pascolo vagante; poi nel '97, con il cuore in gola e le lacrime che mi segnavano il viso, ho detto basta, mi sono arreso".

Ma Pinoulin non si è mai davvero arreso: ha continuato fino alla fine con forza ad intervenire ovunque per difendere la causa dei pastori e dei montanari. Contro il lupo, contro la burocrazia assurda, contro questo mondo globalizzato che vuole cancellare chi "sent marì", che è contro corrente.

IL RICORDO DI BEPPE "PINOULIN"

È stato un sogno fatto in una brutta notte piovosa. Non so se un giorno il pastore Pinoulin si incammina per la sua ultima trasumanza seguito dalle sue bellissime pecore rouaschine e dai suoi bravi cani Linda, Beta e Mouret che non lo hanno mai abbandonato e sta cercando un prato bello con praterie a vista d’occhio e erba bella verde e buona e, se la trova con una sorgente limpida si ferma, si siede su una pietra e si garda in giro, con i suoi animali che gli fanno da circolo sorride molto felice.

Vicino c’è una bella stella alpina, un fiore di genzianella, una pianta di lavanda, sotto il rododendro c’è una marmotta con i suoi piccoli e lo saluta con un fischio, la pernice bianca e il gallo forcello lo guardano curiosi. Su una roccia un bel camoscio e in alto il “re” stambecco che domina lo spazio come l’aquila dal cielo controlla tutto.

Il pastore Pinoulin vicino alla fonte, dalla manica della giacca tira fuori una pagnotta e con del suo formaggio si mette a mangiare tranquillo; finito, piega la giacca sotto la testa, il cappello su un orecchio e con un sorriso sotto i baffi si mette a riposare tranquillo perché in quel posto da sogno non c’è il lupo e lui e i suoi animali sono al sicuro.

E sogna i suoi cari che sorridenti gli vengono incontro con le braccia aperte per stringerlo per sempre con loro.

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L’es està en sogn fèt en na bruta nuèt que piouvìa. Sè neun si en dì lou grata Pinoulin a s’encamina per l’ultima vira per mountagnar coun i soues belles fées rouaschines e i sèi brau chan Linda, Beta e Mourèt que l’an neunt mai abandounà e al ista sercanda en bel prà a vista d’eui e na bela èrba vèrda e bona. E se trova na dours poulìa e fèrma, a se seta su na pera e se buca en vir coun i soues besties que li fan coumpagnia. Al grigna countent. Dapé i à na bela stèla alpina, na fiour ‘d gensianella e na pianta d’isop. Etchout a l’artesin i à na marmotta coun i sèi cheut que lou salutten coun en subi, la pernis bianca, lou fasan et mountagna lou buquen curious.

Su en bel bec i à en chamous e etchoure la i à n’estambec que domina tout couma l’acouila dal chel countrola tout.

Lou grata Pinoulin dapé a la dours, da la magna dal courpèt tira fora na pagnotta coun en toc et touma. Al se butta a manjar trancouil. Finì a piega lou courpèt etchouta la testa, lou chapel sus a n’oureuia e coun en grign etchout ai barbis a s’buta a dreumi trancouil perquè en que post da sogn i à neunt lou lou e i soues besties soun al sicur.

E ar sogna i sèi que grignant i venen encountra coun i bras druèrt per embrassalou per sempre coun lour.

redazione

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