Un emozionante incontro si è tenuto ieri sera, venerdì 15 dicembre, al teatro Iris di Dronero, a conclusione della 2^ Festa dello Sport “Pier Cesare Baretti”.
Protagonista l’allenatore Fefé De Giorgi, in un incontro presentato dalla giornalista Ilaria Blangetti.
La serata è iniziata con i saluti istituzionali da parte del sindaco Mauro Astesano e del vicesindaco Mauro Arnaudo, che hanno ribadito il loro impegno per Dronero e sottolineato l’importanza dell’evento organizzato, nelle preziose testimonianze da parte degli ospiti, il loro esempio e quanto sia fondamentale questo soprattutto per i giovani, per trasmettere i valori del rispetto, dell’impegno e della solidarietà. La Festa dello Sport, fortemente voluta dall’amministrazione comunale, è stata reso possibile grazie al particolare impegno del vicesindaco Mauro Arnaudo ed il sostegno della Regione Piemonte.
Un video proiettato sullo schermo ha ripercorso i momenti più salienti della carriera di Fefé De Giorgi, dall’essere giocatore prima ad allenatore ora. Momenti indelebili, incredibili vittorie e di lui quel crederci fin da bambino, quando contro il muro di casa ogni giorno palleggiava. Quel crederci, nonostante un evidente ed oggettivo ostacolo:
“Il modo di fare e di essere allenatore - ha raccontato - parte un po’ dalla mia storia personale, quando da piccolo, per cinque centimetri di altezza, non mi vedevano un giocatore di pallavolo. Ed io pensavo: “Perché questi allenatori guardano a cosa mi manchi e non invece a quello che ho?” Da quell’esperienza l’approccio con le persone che alleno e che vedo è sempre quello di guardare alle potenzialità. I difetti tanto si riconoscono ed anche abbastanza velocemente, ma guardare allo sviluppo, alle potenzialità di una persona significa soprattutto pensare all’ambiente che devo creare per permettere al suo talento di emergere. E poi è con i difetti che si vince, mica con la perfezione. Ma il non farsi abbattere si insegna, il credere e fare del proprio meglio. In questo occorre fare la differenza, non soltanto con le parole ma con i fatti, con l’opportunità concreta che si deve dare alle persone.”
Della sua carriera De Giorgi ha ripercorso anche gli anni a Cuneo: “È stata un’esperienza fondamentale per me - ha detto - In totale sono stati sei anni, importantissimi per la mia carriera sia da giocatore che da allenatore, ma anche come vita vissuta con la famiglia.” Aneddoti curiosi e molti simpatici, la quotidianità degli allenamenti, della preparazione e delle partite. Il riflettere anche su com’è cambiato lo sport della pallavolo nel corso del tempo, su quanto oggi la struttura di gioco si sia per esempio anche velocizzata.
Importanti per lui sono la squadra ed simboli d’appartenenza, quali ad esempio la maglietta o l’urlo mitico che la rappresenta: il racconto, così, di quel “Noi” gridato dal capitano seguito da “Italia” gridato dall’intero gruppo, proposto da Fabio Balaso. Importanti per lui sono, inoltre, avere all’interno del gruppo un pedagogista, riconoscere l’apporto che offre ogni componente del gruppo, nonché mettere in campo un percorso tecnico e di valori capace di agire concretamente.
“Quelli della mia età o più grandi hanno molti pregiudizi nei confronti dei giovani. Io per prima cosa mi sono tolto tutti i pregiudizi, perché se alcune cose sono vere di queste nuove generazioni, come per esempio il voler avere tutto subito, l’altro aspetto è che noi pretendiamo che loro imparino alcune cose senza creare loro le opportunità. Quindi l’attesa, la perseveranza, il fare di un proprio limite un punto di forza anziché lasciarsi andare, il modo in cui affronti una sconfitta sono tutte cose che devono essere trasmettere e siamo noi adulti a doverlo fare”.
L’obiettivo ora è quello delle Olimpiadi, senza porsi limiti e continuando saldi nell’impegno e nei valori. È stata una serata davvero importante quella con Fefé De Giorgi ieri sera all’Iris, che ha visto la presenza di molte autorità istituzionali, dirigenti ed allenatori delle varie società sportive del territorio. Presenti in sala tantissimi giovani pallavolisti, attentissimi ed entusiasti.
Nel corso della serata, il pubblico ha potuto assistere anche degli emozionanti intermezzi musicali, ascoltando la bellissima voce della giovane Adele Gertosio, in arte Adelesecanto. Brani da lei scelti, dedicati allo sport, ai giovani ed a quel lottare per i propri sogni.
“Mi ha colpito molto delle parole di Enrico Galiano - ha detto la giovane cantante - che è stato anche ospite su questo palco. Mi ha colpito un pensiero in particolare, riferito al successo, che desidero leggere: “Il successo non è camminare sul tappeto rosso e avere i paparazzi sempre al collo, il successo è un participio passato, è un verbo che semplicemente le dice: è successo! Qualcosa è successo. È possibile! È la dimostrazione che è possibile far succedere le cose, far andare la vita dove vuoi tu.” Ecco, questo è quello che auguro a me stessa ed a tutti i giovani presenti questa sera.”
E “Successo”, di Niccolò Fabi, è stato il brano da lei scelto a conclusione della serata e di questa seconda edizione della Festa dello Sport, che da già appuntamento a tutti per il prossimo anno.
In Breve
domenica 15 dicembre