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Attualità | 14 dicembre 2023, 15:04

Nel cimitero una targa per ricordare Teresa Gastaldi, morta a 12 anni nell’unico attacco aereo su Saluzzo nel 1944

Iniziativa del Comune in suo ricordo e di tutte le vittime innocenti delle guerre. Particolarmente significativo il grazie di Nicolas Marzolino, presidente regionale dell’ Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra APS, che perse la vista e una mano, nell’esplosione di un ordigno bellico nel 2013 a Novalesa, all’età di 15 anni

Saluzzo, scoprimento della targa dedicata a Teresa Gastaldi

Saluzzo, scoprimento della targa dedicata a Teresa Gastaldi

Qui riposa Teresa Gastaldi, deceduta il 9 dicembre del 1944 a 12 anni causa di un bombardamento aereo. Con lei morirono Giuseppe Elia 65 anni, la figlia Elena 39 anni col marito Giovanni Soardo 38 anni, i loro figli Ugo 8 anni e Bruno 4 anni”.

La targa dedicata  a Teresa e ”al ricordo delle vittime innocenti di guerra” è stata posata dal Comune, sotto l’arco del porticato-colombario di sinistra nel cosiddetto cimitero monumentale del camposanto di Saluzzo, in corrispondenza del loculo in cui è sepolta la sfortunta bambina saluzzese, vittima dell’ unico attacco aereo avvenuto sulla città, nella Seconda Guerra Mondiale.

 

L'iniziativa perchè la piccola storia individuale di Teresa non si perda nell’immensa tragedia collettiva della guerra, ma faccia memoria della storia della comunità.

Lo scoprimento della targa, benedetta da don Oreste Franco è avvenuto ieri pomeriggio, mercoledì 13 dicembre, alla presenza dell’Amministrazione comunale, parenti (il nipote Davide e il cognato Francesco Fallo) rappresentanti dell’Anpi, del Circolo Filatelico, della Polizia penitenziaria.  

Particolarmente significativo e toccante il ringraziamento di Nicolas Marzolino, consigliere nazionale dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra APS e presidente della sezione piemontese:“L'occasione di oggi dimostra sia la sensibilità dell'amministrazione  di Saluzzo, sia l'importanza di custodire la memoria delle vittime civili di guerra di ieri per riflettere sull'attualità.

Le conseguenze della guerra, infatti, durano decenni, se non secoli: nel 2023 in Italia si sono registrati 5 morti e 4 feriti a causa di ordigni bellici inesplosi della seconda e addirittura della prima guerra mondiale.

Qui vicino, a Fossano, è di stanza la Brigata Alpina Taurinense con il 32° Genio Guastatori, che ogni giorno lavora per rendere inerti ordigni trovati in Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria. Lavorando in Protocollo d'intesa con lo Stato Maggiore dell'Esercito possiamo dire con certezza che ogni anno in Italia vengono ritrovati circa 60mila ordigni sulla terraferma e circa 140.000 in mare, qui dove la guerra è finita da quasi 80 anni".

Il suo intervento si è allargato sui teatri di guerra attuali dove ogni giorno muoiono vittime innocenti sotto i bombardamenti: “Proprio come Teresa che oggi ricordiamo e che ha perso la vita con la famiglia sfollata presso cui, pur così giovane, lavorava.

Insieme a lei non possiamo non ricordare i due bambini di 4 e 8 anni la cui morte ha reso ancora più drammatico l'incidente. Piccole vittime come loro muoiono ogni giorno e i numeri sono così drammatici da essere quasi incredibili: pensando soltanto, ad esempio, a Gaza, contiamo già oltre 18mila vittime accertate in un mese e mezzo di guerra".

Per questo è fondamentale mantenere la memoria, ha continuato il presidente ringraziando sia Anna Maria Faloppa (autrice delle ricerche storiche che hanno portato in luce il fatto) sia l'amministrazione nelle persone del sindaco Mauro Calderoni ed il vicesindaco Franco Demaria.

La guerra continua a far male anche dopo la fine della guerra”. Come appunto racconta la sua storia personale. Era il marzo del 2013, Nicolas Marzolino aveva 15 anni. Con due amici si trovava a Novalesa in Val Susa in un campo, per seminare patate da vendere alla fiera del paese. Improvvisamente si trovarono con la zappa contro qulacosa che non era un  sasso, bensì “un oggetto rosso, curioso, con delle protuberanze argentee". In  pochi secondi l'ordigno esplose. Nicolas perse  la vista e una mano, Lorenzo la vista e Stefano fu colpito dalle schegge.

Da allora il giovane presidente è attivissimo testimonial per organizzare eventi e momenti di incontro, soprattutto nelle scuole (che ha proposto anche a Saluzzo) per informare e sensibilizzare sul tema, in Protocollo di Intesa con il Ministero dell'istruzione e del Merito.

La Storia  di Teresa Gastaldi

Il 9 dicembre 1944 Saluzzo subì la sua unica incursione aerea – racconta Anna Maria Faloppa funzionaria dell’Ufficio cultura del Comune in pension- quando un isolato aereo alleato sganciò una bomba negli immediati dintorni della stazione ferroviaria. L’ordigno centrò in pieno un villino a Porta Cuneo, uccidendo sul colpo la famiglia residente compresa la giovanissima donna di servizio, appunto Teresa.

L’azione è riportata nei testi storici come un bombardamento a tutti gli effetti rivolto allo scalo ferroviario di Saluzzo, ma alcuni anziani mi raccontavano che lo svolgimento molto particolare dei fatti (cioè un solo aereo che sgancia una sola bomba e poi si allontana subito) aveva fatto pensare ad una confusione di rotta del pilota, che si era accorto troppo tardi di aver iniziato a bombardare un obiettivo sbagliato.

Infatti Saluzzo, priva di insediamenti industriali d’interesse bellico e situata lungo una linea ferroviaria secondaria, non era ritenuta un obiettivo sensibile. Prova ne era il gran numero di sfollati da Torino e da Cuneo, persone ma anche imprese (come la Minerva medica), arrivate specialmente dopo l’intensificarsi dei bombardamenti sulle città dall’agosto 1944”.

“Comunque sia andata, sotto le macerie morirono l’industriale Giuseppe Elia, consocio e titolare della ditta Perano-Elia-Toesca, Calce e Laterizi di Dronero, insieme con la figlia Elena, il marito Giovanni Soardo e i loro bimbi Ugo e Bruno.

Sesta vittima fu Teresa Gastaldi, che, nonostante fosse poco più di una bambina, lavorava già da tempo “a servizio”.  Infatti viene definita come “affezionata” nell’annuncio funebre, che elenca tutti e sei i nomi delle povere vittime, pubblicato sulla Gazzetta del Popolo a funerali avvenuti”.

 

Vilma Brignone

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