L'apertura ufficiale delle buste dell'asta di acquisto di palazzo Chiodo a Cuneo si terrà il 19 gennaio prossimo alle 9 (nel municipio del capoluogo, ovviamente).
In quell'occasione si comprenderà quindi il futuro della struttura sita tra via Busca e via Cacciatori delle Alpi, da decenni ormai in uno stato grave di incuria e inserito dal Comune nella lista dei beni alienabili nel corso dell'amministrazione Borgna.
Offerte sino al 18 gennaio
Il prezzo di vendita è di 2,4 milioni di euro, lo stesso di quello all'epoca esercitato con il diritto di prelazione da parte del Comune stesso (amministrazione Valmaggia).
Le offerte al rialzo si potranno presentare sino alle 12 del 18 gennaio.
Contiene ventitré unità immobiliari
Palazzo Chiodo si sviluppa su quattro piani - di cui uno interrato - con accesso principale da via Cacciatori delle Alpi. Ospita un totale di ventitré unità immobiliari e due beni comuni, per una superficie di 1.625 metri quadri (di cui 1500 coperti).
Il Comune ne è entrato in possesso come unico proprietario nel 2015. L'intenzione iniziale era usarlo per ampliare la biblioteca civica, progetto poi abbandonato per una svista tecnica (e ritornato in auge di recente con protagonista palazzo Santa Croce).
Boselli dice no: "Quale città venderebbe un gioiello del '500?"
C'è però chi ha salutato la notizia del bando d'asta con poca soddisfazione.
“Un grave errore – ha commentato il consigliere comunale Giancarlo Boselli (Indipendenti) tramite la propria pagina Facebook - . Quale altra città venderebbe a cuor leggero un gioiello del '500? I sindaci Borgna e Manassero hanno scelto la via del disimpegno, di chi non ha passione per la sua città”.
“I soldi per ristrutturarlo si trovano attraverso mutui (3.500.000 euro inutilmente ipotizzati per piazza Europa, che già ne ha tre milioni disponibili), attraverso il contributo della Fondazione CRC, addirittura con l’azione del FAI o dei privati - prosegue - . Speriamo vivamente che l’asta vada deserta e che si riprenda un ragionamento sul suo utilizzo al quale daremo il nostro contributo”.