A poche ore dalla prima seduta della Conferenza dei Servizi in sede istruttoria riguardo il progetto per la messa in riserva di rifiuti, pericolosi e non, in quel di Clavesana, progetto presentato alla Provincia di Cuneo dall'azienda Cement Srl (la seduta è prevista per le ore 10 di oggi, martedì 21 novembre), nuovi interessanti elementi entrano nel dibattito pubblico.
Il comitato popolare "Clavesana dice NO al deposito di rifiuti pericolosi", nato all'indomani dalla pubblicazione in albo pretorio comunale dell'avviso di deposito degli elaborati relativi al progetto stesso, ha infatti reso noto il testo integrale delle proprie osservazioni inoltrato agli uffici provinciali in vista della conferenza.
Si tratta di 172 pagine totali suddivise in una prima parte di deduzioni vere e proprie, seguita da una corposo numero di documenti in allegato.
I nove capitoli in cui è suddiviso il documento vanno dall'analisi del contesto socioeconomico all'approfondimento degli aspetti relativi all'impatto acustico, dalla valutazione della coerenza delle tavole progettuali all'approfondito studio del procedimento amministrativo sotteso alla compravendita del terreno di destinazione.
Proprio in quest'ultimo capitolo, che apre il documento, si riscontrano alcuni degli elementi più interessanti, oltre che "inediti" fino ad oggi, elementi che, se confermati, potrebbero mettere l'amministrazione comunale in una posizione perlomeno ambigua.
In primis la presunta incoerenza nel valore unitario di mercato della superficie, con una regressione che va dai 17 euro/mq del prezzo del lotto su cui Cement è attualmente insediata con la propria attività, ai 14 euro/mq offerti dalla stessa azienda per l'acquisto del lotto di cui al progetto, ai finali 12 euro/mq, prezzo riscontrabile sull'atto notarile, e al quale è stato venduto tale terreno.
A ciò si aggiungerebbe, a detta di Ballario, Bracco e Revelli, membri del direttivo ristretto del Comitato che hanno sottoscritto il documento, un dubbio sulla congruità del prezzo pattuito relativamente alle delibere comunali redatte sul tema.
Infine, sempre stando a quanto riportato nel documento, ci sarebbe una anomalia sul percorso relativo alla variante urbanistica preliminare alla vendita, in quanto sarebbe stata approvata privilegiando l'interesse di parte all'interesse comune, vieppiù addebitando al privato i costi di redazione della stessa.
L'altro aspetto apparentemente rilevante riguarda il secondo capitolo, relativo alla coerenza urbanistica dell'insediamento: le norme attuative vigenti del PIP - Piano per gli Insediamenti Produttivi (questa è la "natura" della zona in questione) infatti prevedono che la Giunta comunale, a seguito di istruttoria affidata esternamente, definisca se consentire o meno determinate ipotesi insediative.
Dunque, a detta del Comitato, visto che un pronunciamento univoco dell'organo esecutivo non pare essere stato mai adottato: o viene presa per buona come pronunciamento, fatta salva la natura non universale della stessa, la deliberazione dell'ottobre 2023 che si oppone esplicitamente alla realizzazione del deposito, oppure viene ritenuto come vincolante il regolamento PIP, che, nelle relative convenzioni, prevede come vigente il divieto di insediamento ad "aziende insalubri di prima classe", definizione che comprende da tabelle ministeriali anche tutte le aziende che si occupano di rifiuti.
In entrambi i casi sembrerebbe dunque non possibile l'insediamento del progetto in oggetto.
ANCHE ITALIA NOSTRA DICE NO
Di certo c'è che di giorno in giorno si aggiungono posizioni pubbliche contrarie all'insediamento. Ultima in ordine di tempo quella arrivata dalla sezione Italia Nostra di Alba, che riportiamo integralmente a seguire.
"Abbiamo appreso da vari organi di stampa che è stato presentato un progetto per la realizzazione di un grande magazzino di stoccaggio per rifiuti speciali (pericolosi e non) in località Cascina San Giovanni nel territorio comunale di Clavesana (CN).
Tale fabbricato sorgerebbe su terreni dislocati a fianco della fondovalle Tanaro, ampliando considerevolmente uno stabilimento per rifiuti edili che l’impresa committente già gestisce in quella ubicazione.
Innanzitutto questa Sezione di Italia Nostra, opponendosi a quella nuova realizzazione, si affianca al Comitato “Clavesana dice no” costituito spontaneamente da poco, con numerosissime adesioni e con mirate iniziative pubbliche.
Inoltre esprime il proprio favore alla recente delibera della Giunta comunale che impegna l’Amministrazione a opporsi con fermezza a quell’insediamento.
Questa Associazione notifica in tal senso le seguenti problematiche preoccupanti:
- trattandosi di cospicui scarti anche pericolosi da immagazzinare (in quantità di molto superiore all’attuale trattamento), è davvero necessario valutare attentamente tutti gli eventuali effetti negativi per l’ambiente (fra i quali si evidenzia pure la presenza nel sottosuolo di falde acquifere da salvaguardare
- altrettanto desta preoccupazione la necessità di periodici controlli specifici sulla gestione dell’impianto, se realizzato, che un piccolo Comune come Clavesana non è in grado di attuare;
- per quanto concerne la localizzazione, occorre individuare pertinenti parametri urbanistici e paesaggistici se compatibili con tale destinazione, semmai da collocare in aree particolari con caratteristiche idonee oppure già compromesse in precedenza da similari impianti;
- andrà pure verificata attentamente la compatibilità con quanto prevedono localmente sia il Piano paesaggistico della Regione Piemonte, sia la normativa del vigente P.R.G.C. di Clavesana per l’area in questione;
- va anche sottolineato che la preminente vocazione per produzioni agricole e vitivinicole di notevole pregio dei territori delle Basse Langhe (qual è quello di Clavesana) è generalmente incompatibile con l’inclusione di attività così impattanti per l’ambiente.
Distinti saluti.
Il Presidente Roberto Giretti
IN VISTA DELLA CONFERENZA
Altra netta certezza è che a Cuneo, in vista della Conferenza, il Comitato Popolare "Clavesana dice NO" radunerà una piccola folla di aderenti e simpatizzanti, mettendo a disposizione un pullman e organizzando un presidio davanti agli uffici provinciali, al quale, tra gli altri, ha dato la propria adesione il consigliere regionale Ivano Marinetti, sottoscrittore dell'interrogazione discussa la settimana scorsa nell'assemblea legislativa di Palazzo Lascaris, il quale fa sapere: "Alla luce della dettagliatissima relazione del Comitato, assume ancora più importanza la risultanza della conferenza dei servizi che si avvia domani (oggi, ndr). Sono moltissimi i nuovi elementi emersi, la trama s’infittisce e aumentano gli interrogativi in merito. Cresce inoltre la massa critica intorno a questo progetto, abbracciando realtà anche molto distanti tra loro. Siamo sempre più determinati ad andare fino in fondo, convinti della necessità di un intervento chiaro da parte della Giunta regionale. Inaccettabile questo silenzio prolungato".
Dal canto suo il Comune ha recapitato ai competenti uffici provinciali il proprio corposo dossier di osservazioni e deduzioni, redatto dall'ufficio tecnico sulla base di rigorosi approfondimenti in ambito giuridico-amministrativo, geologico, viabile e ambientale, svolti da consulenti all'uopo incaricati.
Una scelta, quella della pluralità di consulenti, deliberata dalla Giunta e ratificata dal Consiglio Comunale e che, da determinazioni dell'ufficio Finanziario pubblicate in albo pretorio, ha già impegnato sul bilancio dell'ente oltre 14.000 euro.
È verosimile che la Conferenza, essendo in sede istruttoria e non decisoria, non prenderà una decisione definitiva sull'insediabilitá del deposito, già nella prima seduta. Cionondimeno verranno approfondite preliminarmente tutte la caratteristiche, i dati, le prescrizioni, gli elaborati e la corposa documentazione prodotta dai vari attori convocati ciascuno per le proprie competenze.