Il Museo della Bicicletta di Bra è chiuso, ma i suoi tesori non dormono. I numerosi cimeli appartenuti ai campioni del ciclismo e gli esemplari che hanno fatto la storia del mezzo a pedali, stanno aspettando di trovare una nuova sede.
L’allestimento, per tanti anni ubicato in corso Monviso e facile da raggiungere, grazie ad una segnaletica dedicata, ha rappresentato una sorta di sancta sanctorum di questo sport che la fatica ha consacrato alla popolarità.
L’apoteosi si raggiungeva con la festa sociale in cui ogni anno, nel mese di novembre, tanti corridori del passato e del presente si univano ai soci e agli appassionati per ammirare una delle raccolte più importanti del settore, classificata in Italia al 10° posto.
Un’alchimia capace di miscelare antica e moderna iconografia, il senso della velocità e il racconto di tante storie, congelate grazie all’impegno di Luciano Cravero, ideatore, fondatore e presidente del Museo, che ha dedicato l’intera vita allo scopo, raccogliendo memorabilia del ciclismo nazionale e internazionale di sempre.
Dietro ciascuna bici c’è un pezzo di storia d’Italia e del mondo. Ci sono ricordi dell’infanzia, dei genitori e dei nonni, modelli dei marchi più conosciuti, borracce, autografi, pagine seppiate di vecchi giornali che celebrano un mezzo, la bicicletta, che guarda con il sorriso al passato e strizza l’occhio al futuro.
Innumerevoli gli assi in vetrina: la maglia di Elisa Balsamo accanto a quella gialla di Vincenzo Nibali ed a quelle di ex professionisti della provincia di Cuneo tra cui quella del braidese Matteo Cravero. Un posto particolare meritano la maglia rosa e la maglia gialla con cui Marco Pantani ha vinto il Giro d’Italia e il Tour de France nel 1998; la maglia della Ursus, indossata da Gino Bartali e quella della Bianchi indossata dal Campionissimo Fausto Coppi; la maglia della Nazionale dei professionisti del 1996 e quella della società di Torino dedicata a Serse Coppi, fratello di Fausto.
In bella mostra anche le maglie iridate di Giuseppe Saronni, Stefan Roche, Gianni Bugno, Mario Cipollini e Paolo Bettini, corredate dagli articoli di giornali e foto del tempo, consacrate ai campioni del pedale che le hanno vestite. In questo dedalo, non poteva mancare la maglia rossa 2019 dei campioni d’Italia dell’Androni Giocattoli Sidermec, donata dal team manager Gianni Savio, durante uno dei tanto attesi pranzi sociali, che purtroppo nel 2023 non si è rinnovato.
Per tanti anni questo eccezionale patrimonio è stato custodito tra le mura domestiche, poi si è avverato il sogno di vederlo esposto in un polo museale. Oggi quel sogno si è infranto, ma non per sempre. Giusto il tempo di riportare a casa i cimeli e Luciano Cravero si prepara ad una grande sfida.
L’obiettivo non è lasciare, ma rendere ancor più internazionale, se ce ne fosse bisogno, il nome del museo con tanti visitatori, tanto da potersi permettere una sede nuova di zecca, come recita l’appello di Luciano Cravero: «Tanta gente telefona per visitare il Museo della Bicicletta. Il Museo non è più in attività nella vecchia sede. Ringrazio il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, che si sta impegnando per avere un locale dove poter ripartire, ma per ora non ci sono locali disponibili. Appena si troverà uno spazio libero, il Museo sarà di nuovo visitabile, anche se i tempi si prospettano abbastanza lunghi. Se qualcuno ha un locale per la realizzazione del Museo, può chiamarmi al numero 333/6567315».
È un bel traguardo in salita, ma quelli di Bra quando si tratta di pedalare duro non sono secondi a nessuno.