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Attualità | 18 novembre 2023, 15:29

"Basta con l'isolamento perenne: si sblocchino i nodi infrastrutturali del Cuneese"

L'intervento di Marco Gallo, sindaco di Busca e uomo di punta di Azione nel Cuneese. Le priorità: variante di Demonte e Statale 28 su tutte

"Basta con l'isolamento perenne: si sblocchino i nodi infrastrutturali del Cuneese"


Basta con l’isolamento perenne. Diciamo addio all'epoca del grande immobilismo. "Servono procedure più snelle, si sblocchino i nodi infrastrutturali del Cuneese”. Ora che possono partire i lavori finali dell’Asti-Cuneo, la strada delle grandi opere è finalmente tracciata. Marco Gallo, sindaco di Busca e uomo di punta di Azione nel Cuneese, ha idee precise su quale sia la scala delle priorità nel settore dei trasporti: variante di Demonte e Statale 28 su tutte. Da libro dei sogni diventano ora opere in cima all’agenda della campagna elettorale per le regionali, dove Gallo guarda con interesse all’approccio moderato e soprattutto pragmatico del presidente Cirio.

Gallo, perché Demonte e la Statale 28?

“Perché sono due opere che si trascinano senza una soluzione da troppo tempo. Di liberare il centro di Demonte dal traffico credo si parli da mezzo secolo. Nel frattempo però ad aggravare la situazione si è aggiunto il passaggio di centinaia di Tir diretti ogni giorno allo stabilimento dell’acqua Sant’Anna. Si scelga uno dei tanti progetti presentati in questi anni e si vada avanti senza indugi. Per il bene anche dell’azienda di Vinadio che rappresenta un’importante voce per l’economia della valle e che non merita di essere penalizzata da infrastrutture degne dell’Ottocento. Aggiungo in valle Stura un’altra opera altrettanto importante: il rifacimento del ponte dell’Olla sulla Stura, a Gaiola. L’altro nodo riguarda la valle Tanaro ovvero l’alternativa all’autostrada per raggiungere la Riviera. Anche qui è ora di trovare una soluzione condivisa ma in tempi stretti. E’ da trent’anni che si sono individuati almeno tre interventi, pure finanziati, ma poi i fondi sono stati dirottati altrove e la val Tanaro è rimasta con il cerino in mano. Insisto su queste due priorità anche se non c’è da essere troppo ottimisti.»

In che senso?
"Basti pensare proprio all’Asti-Cuneo. Quando sarà finita tra due anni si segnerà un record di cui avremmo volentieri fatto a meno: più di 20 anni per costruire meno di 10 chilometri di autostrada. Ma si può? Per non dire del Tenda, altro nodo irrisolto delle infrastrutture cuneesi. A tre anni passati dall’alluvione siamo ancora con la più importante strada di comunicazione internazionale della provincia chiusa. Se poi aggiungiamo i problemi sull’altra via di collegamento con la Francia, il colle della Maddalena, tra le frequenti chiusure d’inverno e ora gli stop notturni dal lato Barcellonette il quadro è completo. Ma così si penalizza fortemente la Granda».

Cioè?
«Le infrastrutture sono dei trampolini indispensabili per far decollare l’economia di un territorio. Ma noi dobbiamo fare i conti con un deficit atavico. Nonostante questo le nostre imprese sono riuscite a decollare, a conquistare nuovi spazi sui mercati stranieri. Ma proprio per questo meriterebbero autostrade, strade e treni all’altezza. E ci aggiungo anche l’aeroporto: se sfruttato nel modo giusto Levaldigi può diventare un importante alleato della nostra crescita».

 
Quale ruolo ha la ferrovia?
"Decisivo. Anche in ottica di sostenibilità. Ma anche qui serve un cambio di passo. Nel Cuneese su 318 chilometri di binari poco più della metà è elettrificato. E i tratti a doppio binario sono appena 73 chilometri. Dunque bisogna far pressione perché almeno il raddoppio della Cuneo-Fossano sia realtà in tempi brevi. Ma allo stesso tempo bisogna batterci perché il potenziamento della linea Torino-Savona vada avanti con più velocità. Finora si è adeguato alle normative europee il tratto da Trofarello a Fossano. Ma da Fossano a San Giuseppe del Cairo non esistono né il progetto né i finanziamenti. Così però perdiamo una chance importante: diventare il retroporto di Savona, un asset decisivo nella futura mappa della logistica in Piemonte. Sempre parlando di ferrovia, sarebbe interessante realizzare un collegamento con l’aeroporto di Levaldigi nell’ottica dello sviluppo di un nodo fondamentale per la nostra provincia”.

Il presidente Cirio in un recente convegno alla Camera di Commercio ha detto che la Regione dopo la Alba-Asti vuole rilanciare altre due linee dismesse della Granda: la Cuneo-Saluzzo e la Ceva-Ormea. Che ne pensa?

"Non posso che essere d’accordo. Sia per un discorso di sostenibilità – più treni vuol dire meno auto sulle strade – sia per un andare incontro alle richieste della gente. Ancora ricordo la manifestazione inscenata a Saluzzo dai pendolari che chiedevano il ripristino del collegamento almeno con Savigliano in una stazione deserta. Ma credo sia importante che si mantenga la promessa su una programmazione triennale. Insomma, si aspetta un po’ di tempo prima di tirare bilanci e decretare rami secchi. La gente ha bisogno di riabituarsi all’idea che c’è di nuovo il treno”.

A dicembre ci sarà una riunione intergovernativa tra Italia e Francia per discutere della convenzione per la linea Cuneo-Ventimiglia che risale al 1970 e dimostra tutti i suoi anni. Cosa servirebbe?
“Credo che il 15 dicembre possa rappresentare una sorta di ripartenza per una linea che soprattutto negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con molti intralci eppure continua a rivelare tutta la sua utilità se solo la si adeguasse ai tempi. Innanzitutto bisognerebbe risolvere i problemi di sicurezza che limitano la velocità dei treni, consentendo ai convogli di ritornare agli 80 l’ora. E poi bisognerebbe ottenere anche l’impiego di treni più moderni”.

Il tema sicurezza coinvolge anche e soprattutto la strada. Secondo l’ultima indagine Aci-Istat la Granda continua ad avere un indice di mortalità superiore alla media. Cosa si puo fare?

“Ho letto l’indagine. In effetti noi abbiamo un indice del 7,4% contro una media nazionale del 5,4% e soprattutto l’area di Cuneo è una delle zone più pericolose in assoluto. Credo si debba intervenire su più fronti, come peraltro già si sta facendo, come testimonia il drastico calo nell’anno in corso che potrebbe diventare quello con meno vittime degli ultimi 25 anni se manterrà il trend di qui alla fine dell’anno. Quindi opere viarie che rendano le strade più sicure ma anche educazione stradale, sin dalle scuole.

Tra l'altro, proprio parlando di Cuneo, è necessario realizzare la viabilità per il futuro nuovo ospedale che sorgerà in area Carle, a Confreria. Bisogna soprattutto progettare un collegamento con Madonna dell'Olmo, perché è impensabile appesantire ulteriormente quell'area, già molto trafficata".

Quanto pesa il fatto di avere una rete stradale tra le più estese d’Italia?
“Direi che è il fattore chiave. Che apre a un altro problema: chi provvede alla manutenzione di queste strade? La Provincia fa miracoli con il bilancio che ha però è chiaro che la questione andrebbe ripensata se davvero si vuole garantire un salto di qualità sul piano della sicurezza».

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