Si sono svolti stamattina, sabato 18 novembre, nel prestigioso contesto della chiesa del Gonfalone in Largo Camilla Bonardo a Fossano, messa a disposizione dalla Cassa di Risparmio di Fosssano che ne vanta la gestione a fronte della proprietà della diocesi, i lavori del convegno organizzato da Alpi Acque dal titolo “Dall’acqua all’energia - Il biometano: un progetto per il territorio”
Alpi Acque è la società di gestione del Servizio Idrico Integrato di fossanese, saviglianese e saluzzese e con l'evento ha inteso festeggiare i suoi primi venticinque anni di vita e contestualmente presentare un importante progetto che ha visto il finanziamento con fondi PNRR di quasi sei milioni e mezzo di euro per la valorizzazione dei fanghi reflui dell'impianto di depurazione, presente a Fossano in via Salmour, località Basse di Stura, nella produzione di biometano.
La società è stata recentemente insignita di un premio conferito dall'Autorità nazionale ARERA per l'eccellenza nella gestione del ciclo idrico, e in particolare per gli interventi contro le perdite della rete e per l'efficace trattamento dei fanghi da depurazione; premio che le è valso un finanziamento economico di 530.000 euro.
All'apertura del convegno, Simone Mauro, Presidente di Alpi Acque, ha spiegato: "Come società, insieme al Comune di Fossano e in stretto coordinamento con l’Ente di gestione dell'Ambito Territoriale Ottimale della Granda, abbiamo fortemente creduto in questo progetto visti gli importanti risvolti per il territorio e la comunità. Un’iniziativa di economia circolare che consentirà di produrre energia sostenibile partendo da quello che fino ad oggi era solo un refluo. Con il risultato conseguito, peraltro, Alpi Acque è uscita dallo specifico perimetro del ciclo idrico integrato ampliando il proprio campo d’azione e esprimendo competenze anche nei processi relativi alla filiera. L’investimento supera i 6 milioni di euro, è il più importante della storia della Società e dimostra la capacità di far rete sul territorio: un modo concreto per celebrare i 25 anni trascorsi dalla nascita di Alpi Acque".
Prima dei due tavoli svilupppatisi in mattinata, e coordinati da Valentina Furlanetto di Radio24, hanno portato il proprio saluto istituzionale Dario Tallone, Sindaco di Fossano e il Senatore Giorgio Bergesio, vicepresidente della Commissione Attività Produttive del Senato della Repubblica e consigliere comunale di Fossano. In particolare quest'ultimo ha spiegato come, venticinque anni orsono, come Sindaco di Cervere, abbia deciso di rispondere alla chiamata di Fossano e del suo assessore all'epoca competete Francesco Balocco, per entrare nell'azionariato di Alpi Acque. " Ed oggi che la società compie venticinque anni apprezzo questo aprirsi a nuovi ambiti, come quello del biometano e contemporaneamente non mi stanco di sottolineare come vada tenuta alta l'attenzione sulla definizione di una tariffa sempre accessibile a tutti, parametro vero di democrazia e universalità per il servizio idrico."
Alla prima sezione di lavori, incentrata sulla illustrazione del grande progetto relativo al biometano sono intervenuti Claudio Careglio, Amministratore Delegato di Alpi Acque, la dottoressa Paola Molina, dirigente del settore Servizi Ambientali della Regione Piemonte e la professoressa Francesca Demichelis del Politecnico di Torino.
Careglio: "Grazie alla specifica misura Pnrr sul trattamento di fanghi di depurazione sarà possibile integrare più esigenze e sviluppare diverse tecnologie impiantistiche. L’impianto di Fossano ha una potenzialità residua della linea fanghi fortemente energivora, caratterizzata da una digestione aerobica. L’intervento rende meno energivoro il processo e consente di ottenere biometano che potrà essere utilizzato a servizio del territorio. In sintesi efficienza ed economia circolare a servizio della comunità".
Scendendo nel dettaglio, Careglio ha sintetizzato i passaggi burocratici che hanno permesso ad Alpi Acque di "vincere" i seimilioniquattrocentomila euro a fronte di un impegno europeo di un miliardo e mezzo nel settore, con 450 milioni sulla specifica linea di progetto.
"Ciò che più preme partecipando ai bandi PNRR è rispettare le scadenze perentorie che ha definito l'Unione Europea: entro il 31 dicembre di quest'anno va fatto l'affidamento mentre i lavori vanno completati entro giugno 2026. A tale scopo abbiamo utilizzato un procedimento non comune, affidando al soggetto appaltante sia il progetto che la filiera per cosi dire "burocratica". La gara si è chiusa a settembre e la società aggiudicataria è ora sotto verifica. Nella sostanza l'impianto sorgerà a fianco al già esistente depuratore e tratterà in maniera anaerobica le matrici vegetali unite ai fanghi, con la produzione di biogas che verrà riprocessato in biometano. Buona parte degli scarti potranno fungere da ammendanti in agricoltura, tornando al ciclo vitale del suolo.
Molina ha inquadrato a livello tecnico il progetto all'interno della programmazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sottolineando la grande attenzione che proprio la Regione, nell'attuale fase di procedimento sotteso alla Conferenza dei Servizi e al successivo assenso all'attuazione, sta ponendo. "Sulla linea di progettazione "C", che è quella di cui fa parte il progetto, i finanziamenti ammessi sono stati sette in tutto il Piemonte, di cui tre in provincia di Alessandira e gli altri quattro tutti nel cuneese. Una delle sfide poste dai parametri europei è la spinta all'abbattimento del fosforo e dell'azoto rilasciati nel sistema fluviale."
Demichelis ha sintetizzato in maniera esemplare lo schema di economia circolare che sta dietro al progetto a al contesto in cui é stato proposto: "Attraverso il Green New Deal e il PNRR si tenta di fornire gli strumenti per chiudere i cicli aperti, che producono scarti non utilizzabili. La digestione anaerobica è nata negli anni '50 del 1900 per dare una risposta alla necessità di stabilizzare i rifiuti. Oggi invece la tecnologia avanzata può aiutarci davvero a chiudere il circuito produttivo creando biometano attraverso la raffinazione del biogas naturalmente prodotto e con la sottrazione di anidride carbonica, anch'essa non più immessa in ambiente ma riutilizzata per altri processi produttivi. La parte rimanente al netto del biogas, cioè il digestato ha un doppio processo finale, con il riutilizzo della parte liquida depurata e della parte solida, che attraverso un ultimo processo termochimico si trasforma in carbonella, utile a restituire un po' di fertilità al suolo a fronte di un consumo dello stesso che la vede ridursi quotidianamente."
Il secondo tavolo di lavoro ha visto come relatori il Direttore di ATO provincia di Cuneo Roberto Ronco, Sergio Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte e Valle d'Aosta e Nicola Tufo, presidente Amiacque.
Nei loro interventi, la parola d'ordine è stata "fare rete", sia per una questione di economia di scala che per una necessitá dovuta ai parametri ormai stabili relativi alle erogazioni dei bandi europei.
Ronco ha fatto una cronistoria della nascita degli Ambiti Ottimali, a partire dalla Legge Galli che si avvicina ai trent'anni dalla propria emanazione. "Dopo la Galli, i comuni hanno ceduto competenze e risorse per creare enti di programmazione collettiva del servizio idrico. La Granda si è posta qualche anno fa il tema della gestione collettiva del servizio ed ha deciso per un gestore unico, ma poi paradossalmente ha ostacolato lo svilupparsi delle due stesse scelte e i tempi si sono allungati. Prevedo che il percorso raggiungerà entro pochi mesi quella dimensione "critica" che farà si che la gestione unica subirà finalmente una brusca accelerazione dando compimento a quanto deciso dall'assemblea dei sindaci della Granda ormai diversi anni fa."
Baraggioli ha approfondito la direzione comune che buona parte dei gestori piemontesi hanno intrapreso aderendo a Confservizi, mentre Tufo, con uno sguardo fuori regione - è infatti presidente del gestore a capitale totalmente pubblico Amiacque che si occupa del servizio idrico nel milanese - ha raccontato la storia della propria realtà, che nasce oltre cento anni orsono, nell'avvicinamento alla articolazione odierna che conta ben duecento amministrazioni coinvolte: "Personalmente ricopro il mio ruolo da pochi mesi e sono stato chiamato per occuparmi di uno sviluppo parallelo di Amiacque in ambito energia e in ambito rifiuti. E' questo il futuro: diventare una multiutility e a questo convegno, a partire dal suo titolo, mi sento nel contesto giusto, in ottima compagnia!"
Ha chiuso i lavori un sentito racconto della storia di Alpi Acque da parte di Lorenzo Veronese di Tecnoedil, seguito da un lungo applauso e dal rinfresco offerto dagli organizzatori presso Palazzo Righini.