Un centinaio di studenti cuneesi questa mattina, venerdì 17 novembre, sono scesi in piazza contro il modello di scuola attuale. Il corteo è partito dalla stazione ferroviaria per snodarsi in corso Nizza. Uno sciopero internazionale organizzato dall'UDS, Unione degli Studenti.
Le rivendicazioni dei portavoce:
“Vogliamo garantire un accesso effettivo e gratuito all'istruzione, tramite l'eliminazione dei costi legati ai libri di testo e ai trasporti, supportata da un investimento di almeno il 5% del PIL e la promulgazione di una legge nazionale sul diritto allo studio. Secondo i dati attuali, le famiglie sostengono una spesa media annua di 1300€ per materiale scolastico, con un aumento dovuto agli ulteriori costi dei trasporti.
Vogliamo una scuola libera da logiche di mercato, non tolleriamo che la formazione degli studenti implichi una posizione di sfruttamento in catene di produzione tramite l'adottamento di strumenti innovativi volti alla didattica anche se in enti terzi esterni alle scuole per garantire un approccio laboratoriale pratico e sicuro senza oneri aggiuntivi per i mezzi e le spese correlate.
Vogliamo un'edilizia scolastica più sicura, le condizioni strutturali delle scuole sono un'altra problematica significativa: il 50% degli studenti cuneesi ritiene mediocri ed inaccettabili le attuali condizioni edilizie degli istituti, mentre il 70% segnala problemi con il riscaldamento durante l'inverno.
Non si tiene conto del benessere psicologico degli studenti, c'è la necessità di sportelli dedicati con posti per tutti gli studenti che necessitano di un supporto e soprattutto che non venga richiesto il permesso ai genitori. Per assicurare il benessere psicologico c'è bisogno di una revisione della frequenza delle verifiche per contrastare un clima competitivo dannoso in classe e il sistema di valutazione attuale che riduce gli studenti a numeri. Secondo l'indagine, il 57% degli studenti riporta episodi di umiliazione da parte dei docenti davanti alle classi.
È anche di estrema importanza il diritto a decidere all'interno delle nostre scuole, attraverso una riforma sulla partecipazione e rappresentanza, con l'istituzione di luoghi di confronto e partecipazione dal basso in tutte le istituzioni scolastiche”.
Insomma, gli studenti sono scesi in piazza contro la scuola “del merito” che va a creare una distinzione tra studenti di classe A e di classe B, discriminando, e contro un ministero e un governo che non pensa agli studenti.