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Curiosità | 15 novembre 2023, 13:24

"Carota batte Djoker”: a Torino Sinner è da Oscar con il tifo delle mascotte di Revello

Il tennista altoatesino supera il numero uno dopo una partita superba, mentre la regia internazionale indugia più volte sui beniamini arancioni, conosciuti da tutti, anche da Alessandro Cattelan

"Carota batte Djoker”: a Torino Sinner è da Oscar con il tifo delle mascotte di Revello

"Capitan Carota" ha sconfitto "The Djoker”. Persino in un universo fumettistico sarebbe difficile da immaginare un rovesciamento di ruoli di questo tipo. Eppure è storia vera quella che è andata in scena nella serata di ieri al Pala Alpitour di Torino, per la terza edizione in terra sabauda delle Atp Finals, l’evento tennistico che vede sfidarsi i più forti giocatori del mondo. 

Il 22enne Jannick Sinner dimostra di arrivare all’appuntamento torinese in forma straordinaria e per la prima volta supera, dopo una partita meravigliosa, Nole Djokovic, il più forte di tutti, l'uomo che, da quasi vent’anni, fa il bello e cattivo tempo di questo sport nobile, nobilitato dai suoi attori. 

E quello di ieri è stato un film avvincente, durato tre set, per oltre tre ore di gioco. Quasi fosse, per stare in tema comics, l'ultimo dei Batman di Nolan, Cristopher.  

7-5, 6-7 e 7-6, due set al tie break, in una gara dove Djokovic ha continuato a incarnare il suo ruolo da Joker: mefistofelico, imprevedibile, ma, soprattutto, fortissimo. Chiude game con tre ace consecutivi, si esalta con i fischi del pubblico torinese, ride a mezza bocca, litiga con l’arbitro: scene già viste dal campione che, a 36 anni, resta comunque il tennista con più Big Titles portati a casa.    

Ma il Joker sa trasformarsi e, in più di un occasione, dimostra una grande sportività, complimentandosi per i rovesci lungo linea del giovane azzurro, capaci di lasciare di stucco anche il leggendario Nole. 

Lui, Sinner, dall’altra parte, porta a casa una bellissima vittoria. E lo fa, come contraltare all’eclettismo dello sfidante, con una freddezza granitica, altoatesina, smussata solo da quello smash finale, il solito pugno stretto e, finalmente, un sorriso liberatorio che mette i titoli di coda all’incontro quando al Pala Alpitour è già passata la mezzanotte. 

Il sostegno e l'affetto del palazzetto è, quasi, tutto per lui. Mentre la regia internazionale indugia sugli spalti su quelle mascotte, originarie di Revello, ormai diventate celebri e che, al momento, sembrano portare bene al tennista italiano, che è già, a livello nazionale, il più vittorioso nell’era “Open”.

I talismani in questione sono i Carota Boys: Enrico Ponsi detto Lerry, Francesco Gaboardi detto Gabo, Alessandro Dedominici detto DedoAlberto Mondino detto MondoLorenzo Ferrato detto Bumba e Gianluca Bertorello detto Bertu. Hanno tra i 26 e i 28 anni, di professioni diverse: da agricoltore, a panettiere, a impiegato, a tecnico, tutti accomunati dalla passione del tennis, praticato a livello amatoriale e dal tifo per il campione altoatesino dai capelli rossi.

Il profilo Instagram creato dai revellesi conta quasi 50mila follower. Sono divenuti celebri dopo essere stati notati sugli spalti degli Internazionali di Roma. 

Da qui una collaborazione con Lavazza che li ha portati a seguire il loro beniamino ai Roland Garros, a Wimbledon, agli US Open, e ora a Torino per le Atp Finals.

All’attesa partita di ieri tanti vip sul palco. Tra cui il presentatore televisivo Alessandro Cattelan, il quale è stato immortalato insieme ai colorati tifosi revellesi e che ha condiviso la foto suoi suoi social.

Carota Boys sono, a buon diritto, gli attori non protagonisti del film, fin qui da Oscar, di Jannick Sinner alle Atp di Torino. 

Daniele Caponnetto

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