Domenica 19 novembre alle ore 10.30 nella sala Teodoro Bubbio del municipio di Alba, il Centro Nazionale Studi Tartufo d’intesa con il Comune di Alba e La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba consegnerà lo “Zappino del Trifolao”, simbolo della “cerca e cavatura” nei campi del sapere, a Paola Bonfante, botanica e a Rengenier C . Rittersma, storico.
Il riconoscimento è stato assegnato per la prima volta lo scorso anno a Piercarlo Grimaldi, antropologo, e ad Antonella Brancadoro, direttrice dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, per il loro contributo al riconoscimento Unesco della Cerca e cavatura del tartufo come patrimonio immateriale.
Paola Bonfante, professoressa emerita nell’Università di Torino (già docente ordinario di Botanica), fa parte dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino, dell’Accademia di Agricoltura di Francia e dell’Accademia Europea. Ha dedicato la sua attività scientifica alle interazioni piante-microorganismi, e specialmente alle simbiosi tra funghi e piante (micorrize, tra le quali quelle del tartufo). Durante l’incontro presenterà il suo affascinante libro Una pianta non è un’isola.
Alla scoperta di un mondo invisibile, Da quando hanno colonizzato la terra infatti, circa 470 milioni di anni fa, le piante hanno svolto funzioni che sono alla base della vita sul nostro pianeta, e non lo hanno fatto da sole: ci sono riuscite grazie a una rete di interazioni stabilite non solo con le loro simili, ma anche con invisibili comunità microbiche composte da milioni di organismi che abitano il suolo e le radici, relazioni tanto nascoste quanto preziose sia per la salute dell’uomo sia per quella dell’ambiente, ora in pericolo a causa prima di tutto del cambiamento climatico.
Rengenier C. Rittersma è uno storico-filologo formatosi presso le università di Amsterdam e Heidelberg e presso IUE (Firenze). Vivendo nel Mugello-Alto Val di Sieve (2000-2007) si è appassionato della cerca dei funghi e dei tartufi, dopo aver addestrato il suo Jack Russell Terrier di nome Golia. Nel 2003 ottenne l’autorizzazione per la raccolta dei tartufi presso il Corpo Forestale di Firenze. Dal 2008 vive con la sua famiglia in Germania e svolge attività di ricerca e d’insegnamento. Insegna all’università di Magonza e del Piemonte Orientale, sede di Alessandria.
Tra i suoi temi preferiti spiccano la storia dei prodotti tipici e la storia socioculturale del tartufo in Europa. Durante l’incontro racconterà l’esito delle sue ampie e tenaci ricerche d’archivio sull’uso del tartufo come strumento diplomatico da parte dei Savoia e dei loro ambasciatori, tra i quali il Malabaila di Canale, in particolare con la corte imperiale di Vienna, oggetto di un interessante saggio ristampato per l’occasione dal Centro Studi Tartufo.