Anche nello stabilimento ex Ilva di Racconigi è stato proclamato lo sciopero di otto ore per la giornata di martedì 21 novembre con un presidio davanti ai cancelli dell’azienda per due ore, dalle 13,30 alle 15,30.
L’iniziativa indetta unitariamente dalle sigle dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm riguarda tutte le realtà di Acciaierie d’Italia presenti in Italia e arriva a circa una settimana dall’incontro tra il governo e le segreterie sindacali, in attesa di capire cosa emergerà nei prossimi incontri di domani (16 novembre) quando è previsto un consiglio di amministrazione e poi il 23 novembre quando è prevista l’Assemblea dei Soci di Acciaierie d’Italia.
Le richieste avanzate riguardano principalmente un cambio di governance con una preponderanza statale di Invitalia (che attualmente detiene il 38% delle quote) rispetto a quelle detenute dal colosso franco-lussemburghese ArcelorMittal.
“L’accordo del 2018 - commenta il segratario provinciale della Fiom Cgil Cuneo Domenico Calabrese - prevedeva un rilancio, con la decarbonizzazione degli impianti e investimenti. Da allora il personale si è addirittura ridotto (A Racconigi attualmente operano circa novanta lavoratorida 150 che erano ndr) e il ricorso alla cassa integrazione si sta inasprendo.Usciamo insoddisfatti dall’incontro con il governo, abbiamo la pretesa che ci sia qualcuno che faccia ripartire gli impianti e a riportare il lavoro al centro. Bene, invece, l’aspetto che riguarda quanto stabilito su ispettorato del lavoro all’interno della aziende con al centro ambiente e sicurezza.”
Anche i lavoratori racconigesi, che si occupano della produzione di tubi in acciaio hanno approvato in queste l’iniziativa sindacale.
“Capiscono la difficoltà - conclude Calabrese - anche qui a Racconigi la cassa e gli stop sono ricorrenti. Se non si cambia, l’acciaieria muore.”