Maurizio Paoletti, sindaco di Boves che alle prossime amministrative terminerà il suo secondo mandato, è serenamente pronto a farsi da parte e a lasciare spazio al suo vice Matteo Ravera, pronto a candidarsi con il sostegno di buona parte della squadra che ha accompagnato Paoletti in questi ormai quasi 10 anni.
Paoletti non farà parte di quella squadra ma, sottolinea, la sosterrà. Molte conferme e qualche nuovo innesto. "Credo che Ravera abbia maturato l'esperienza per fare il sindaco. Non c'è più bisogno di me, anzi, sarei una presenza ingombrante, se restassi. Poi, lo dico sempre, io non vivo di politica, sono un avvocato. Se e quando ci saranno le elezioni per la Provincia, mi candiderò come consigliere. Diversamente, farò altro. L'impegno amministrativo non deve essere un mestiere, perché questo limita la libertà di fare, nell'interesse della collettività, anche qualcosa di impopolare. Per me amministrare è servire una comunità e poi lasciare il posto a qualcun altro. E' quello che farò".
Paoletti lascia una Boves che ritiene migliorata, più accogliente, vivibile e visibile, nel senso di conosciuta e apprezzata da chi non ci vive. "Credo che in questi anni si sia fatto un gran lavoro. Ho cercato di mettere in contatto Boves con altre realtà, di metterla in relazione con il mondo attraverso iniziative di solidarietà, soprattutto", spiega il sindaco uscente.
Tra quelle portate avanti nei suoi due mandati, è molto orgoglioso dei gemellaggi all'insegna della pace e della riconciliazione con le comunità di Schondorf, cittadina bavarese dove è sepolto il comandante delle truppe tedesche che ordinò l'eccidio di Boves, e con quella di Elassona, località della Tessaglia che ha subito una rappresaglia che tanto ricorda il terribile 19 settembre bovesano.
Non solo: "Sono estremamente soddisfatto di aver risanato il bilancio del Comune. Ho ereditato una situazione pessima, ma con tanti tagli e tanti sacrifici ci siamo riusciti. Nel pubblico si sprecano ancora troppi soldi, noi abbiamo sempre fatto attenzione e i risultati sono arrivati. Variamo un piano di un milione di euro di asfalti. Non so quanti comuni delle dimensioni di Boves possano dire altrettanto. Ancora, abbiamo rinnovato la macchina amministrativa. I capi area sono di alto livello. Purtroppo mancano i segretari comunali e questo è un problema enorme per i sindaci".
Paoletti ammette che, in questo secondo quinquennio da sindaco ormai prossimo a scadenza, non si riuscirà ad ultimare il programma amministrativo. Il Covid ha cambiato priorità e stravolto gli intenti. "E' stato un periodo difficile, io stesso ne sono uscito umanamente provato".
E proprio per non dimenticare, come ultimo atto della sua amministrazione, in primavera inaugurerà un piccolo monumento dedicato alle vittime del Covid e ai sanitari che hanno combattuto in prima linea.
Un mosaico che raffigura l'infermiera che abbraccia l'Italia, diventata simbolo di quel periodo, realizzato dai carcerati che frequentano i corsi della Scuola Edile di Boves. Attorno, verranno apposte le bandiere dei Paesi che hanno aiutato l'Italia inviando medici, come Cuba o l'Albania.
Sarà collocato nell'area verde attorno al cimitero del paese, anche a testimoniare la gratitudine verso i tanti volontari di Protezione Civile e di tante associazioni del territorio. "Sarà probabilmente l'ultima cosa che inaugurerò da sindaco e ne sono profondamente orgoglioso".